giovedì 17 febbraio 2022

DA NOLA A CAMPO DE' FIORI A ROMA

dove  fu  arso  vivo  il  17  febbraio  1600.  Aveva  compiuto  il  noviziato  a  Campagna,  in  provincia  di  Salerno.


                                          -  Da  www.giordanobrunoperugia.edu.it  -

Chi era Giordano Bruno

Un intellettuale scomodo in giro per l’Europa

Da "obstinatissimo eretico", per i cattolici romani di fine Cinquecento, a "martire della nuova e libera filosofia", per gli intellettuali italiani della seconda metà dell’Ottocento: strano destino per un ragazzo nato a Nola (Campania) nel 1548.

Diciassettenne, Filippo Bruno veste l’abito domenicano a Napoli e prende il nome di Giordano. Sacerdote nel 1572, dottore in teologia tre anni dopo, animato da un’insaziabile passione per lo studio, Giordano Bruno diviene in breve tempo uno dei più brillanti intellettuali d’Europa. Ma la passione per la verità lo pone inevitabilmente in contrasto con la cultura dogmatica del tempo (un’atmosfera oscurantista e retriva di cui sarà vittima lo stesso Galilei, qualche decennio dopo).

Inizia così un lungo peregrinare: da Napoli, dove si è aperto un processo a suo carico per eresia, si sposta a Roma. Nel 1576 abbandona l’abito domenicano e fugge nel Nord Italia, spostandosi da una città all’altra: Genova, Savona, Torino, Padova, Bergamo. Insegna astronomia a Noli (Liguria), pubblica i suoi primi libri a Venezia. Lo troviamo poi a Ginevra (dove aderisce solo per breve tempo al calvinismo) e a Tolosa (dove ottiene la cattedra di filosofia). Quindi si reca a Londra, dove incontra la regina Elisabetta e compone alcune tra le sue opere più importanti: La cena delle ceneri, che contiene la difesa dell’eliocentrismo copernicano; De l’infinito universo et mondi, in cui presenta la sua teoria di un universo infinito, composto da innumerevoli mondi; Lo spaccio della bestia trionfante e Degli eroici furori. Dopo aver suscitato le ire dei teologi di Oxford, soggiorna in Francia, Germania (insegna a Wittenberg, con la forte opposizione dei calvinisti), a Praga, Helmstedt, Francoforte e infine a Venezia, invitato dal nobile Giovanni Mocenigo che spera di apprendere da Bruno l’arte della memoria, quella “mnemotecnica” di cui il filosofo nolano è maestro.

Nel maggio 1592 Mocenigo consegna all’Inquisitore di Venezia un’accusa di eresia nei confronti di Bruno, che viene subito arrestato. L’anno successivo viene estradato a Roma, dove inizia un processo che durerà sette anni. Difende tenacemente le proprie tesi, in lunghi ed estenuanti interrogatori, probabilmente sottoposto a tortura, rifiutando di abiurare. Il tribunale del Santo Uffizio lo condanna infine alla pena capitale, in quanto eretico “formale, impenitente, pertinace”;  i suoi libri sono messi all’Indice e condannati al rogo. Giordano Bruno viene arso vivo a Roma, in Campo de’ Fiori, il 17 febbraio 1600.

LAVORI SS. 18: INCONTRO PUBBLICO

 -  Da  Comune  di  Maratea  Facebook  -



mercoledì 16 febbraio 2022

A NAPOLI CON LIBERA

    CONTRO  LE  MAFIE


L'ACQUA IN BASILICATA: ACQUEDOTTO LUCANO E IL CASO DI ROTONDA

      

             -  Articolo  di  Nicola  Savino*  -

 

Barricato è un aggettivo che, al femminile, usiamo per rallegrarci con qualche sorso di grappa; al maschile, possiamo riferirlo alla Sede Centrale del nostro glorioso Acquedotto!

Per consegnare una lettera, avvertito da un amico di recarmi al <protocollo> da una porticina a sinistra rispetto allo scalone (tipo monumento ai caduti o Altare della Patria!), la trovo chiusa e impiastricciata di avvisi per info e servizi all’ utente. Potrebbe però aiutarmi un altro anziano, già con il cellulare in chiamata; però il numero continua a non rispondergli. <Di dove entriamo se non si può né dalla vetrata principale né dalla porticina laterale?> Per fortuna, dall’ austera scalinata vetro-cemento, si avvicina un elegantone in divisa, tipo graduato della nostra Marina (il richiamo dell’acqua?); e ci salva lui, spiegandoci che si tratta di “circumnavigare” a sinistra l’intero edificio …fino alla vetrata simmetrica ed inviolabile, che ci sta di fronte, alla sommità dello scalone.

Osservo che forse sarebbe stato utile un semplice cartello ma mi guarda storto e infine imbocchiamo un cunicolo come di periferia trascurata e trasandata, umidiccia, qui e là con muschi ed erbacce, come i passaggi segreti dai castelli espugnati! Giungiamo così nella stessa anticamera attingibile dalla scala “romana”, nel sospetto che quella peripezia fosse giustamente imposta dal Covid. C’invita infatti ad uscire dall’atrio e ad allinearci a distanza un altro “graduato”, tipo usciere; il quale, forse avvertito dal mio invito- non proprio remissivo- a non alzare la voce e non abusare di maniere brusche (o forse per il cortese saluto rivoltomi da un Signore seduto nell’ingresso), stringe i tempi ed acquisisce la mia lettera, scomparendo nelle stanze. Di dove però riemerge alquanto presto, per chiedermi di autorizzare l’Ufficio all’apertura della busta: condizione per protocollarla. Ma se per una cosa del genere l’Ufficio prevede specifica autorizzazione, esiste dunque un “archivio per le lettere non aperte e da non leggere, perché inviate per posta e non autorizzabili da un latore”? Un archivio per le tante lettere con cui si protesta in questi giorni per le “bollette pazze”? E dunque esiste un archivio dell’<oblìo perpetuo>?

GIOVANNI PASSANNANTE

 -  Da   www.talentilucani.it  -


NON  FACCIAMO  CADERE  L'OBLIO  SU  PASSANNANTE:  INTERVISTA  ALL'ONOREVOLE MOLINARI.

di  Leonardo  Pisani  il  14/02/2022


Leonardo  Pisani
Centododici anni fa, nel manicomio di Montelupo Fiorentino il 14 febbraio 1910, moriva completamente cieco e con il fisico minato, l’anarchico lucano Giovanni Passannante. IL suo reato fu di aver attentato la vita a sua Maestà Umberto I di Savoia, a Napoli il 17 novembre 1878. Passannante fu condannato prima a morte, poi all’ergastolo ma la vendetta del Re fu tremenda: come scrive Pietro Brunello nel Dizionario degli Italiani della Treccani: “Passannante fu rinchiuso in una cella bassa e completamente al buio sotto il livello del mare. Dopo due anni, privo di forze, fu cambiato di cella. Nessun contatto, neanche con il secondino; nessun libro; al buio, e sempre alla catena. Agostino Bertani, il medico e deputato radicale che, dopo molte insistenze, ebbe nel 1885 il permesso di spiarlo per pochi minuti dalla serratura, fu sconvolto dal vedere un uomo ammalato di scorbuto «senza un filo di forza» (A.M. Mozzoni, Ricordi e note dell’isola d’Elba. IV, in Critica sociale, 10 maggio 1891, p. 106), che «s’aiutava a stento con le mani a sorreggere la pesante catena di diciotto chilogrammi» (ibid., p. 108). Nel 1889, dopo una nuova perizia, fu dichiarato pazzo dagli stessi medici che avevano escluso qualsiasi patologia mentale al tempo del processo, e quindi trasferito nel manicomio di Montelupo Fiorentino, dove gli fu permesso di leggere e scrivere”.  Anche la sua famiglia fu vittima di persecuzioni e pochi giorni dopo il Consiglio comunale di Salvia – paese originario di Passannante -chiese e ottenne di cambiare il nome del paese in Savoia di Lucania. La sua vicenda fu molto discussa all’epoca e anche successivamente nei decenni successivi sin alla petizione che poi permise di riportare il teschio e il cervello di Passanante dal Museo Criminologico dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia di Roma. Tralasceremo tutti la vicenda e in questa intervista con l’onorevole Giuseppe Molinari, che partecipò istituzionalmente alla delicata questione, affrontiamo alcuni  aspetti poco conosciuti di Passannante e rimarchiamo che praticamente su questo straordinario personaggio, è calato di nuovo il silenzio, tranne poco eccezioni.
 

VIVA IL BUONUMORE !

 

 Tommaso  Moro  fu  di  buonumore  anche mentre  veniva  decapitato il 6 luglio 1535:

 «Avanzò quindi verso il ceppo, davanti al quale s'inginocchiò per la recita del Miserere. Poi si rialzò in piedi, e quando il boia gli si avvicinò per chiedergli perdono, lo baciò affettuosamente e gli mise in mano una moneta d'oro. Poi gli disse: "Tu mi rendi oggi il più grande servizio che un mortale mi possa rendere. Solo sta' attento: il mio collo è corto, vedi di non sbagliare il colpo. Ne andrebbe della tua riputazione". Non si lasciò legare. Da sé si bendò gli occhi con uno straccetto che s'era portato appresso. Quindi, senza fretta, si coricò lungo disteso, appoggiando il collo sul ceppo, che era molto basso. Inaspettatamente si rialzò con un sorriso sul labbro, raccolse con una mano la barba e se la collocò di lato celiando: "Questa per lo meno non ha commesso alcun tradimento".

Da  Tommaso Moro - Wikipedia.

NIENTE REFERENDUM SULL'EUTANASIA IN PRIMAVERA

 


La Corte costituzionale ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, «a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili».

Secondo Enrico Letta, Segretario del PD:

 «La bocciatura da parte della Corte Costituzionale del referendum sull’ eutanasia legale deve ora spingere il Parlamento ad approvare la legge sul suicidio assistito, secondo le indicazioni della Corte stessa».

martedì 15 febbraio 2022

ASSEMBLEA APERTA DEL CIRCOLO DI LEGAMBIENTE


 

-  Da   LEGAMBIENTE  MARATEA  FACEBOOK  -


Ieri si è svolta l’Assemblea Aperta del Circolo di Legambiente Maratea, nel completo rispetto delle normative vigenti dettate dalle norme anti Covid19.
 
La Vice Presidente @Mariarosaria Manfredonia esprime la sua soddisfazione nel vedere la cittadinanza partecipare con entusiasmo alle dinamiche del territorio.
 
L’assemblea si è svolta nella doppia formula, in presenza e in collegamento da remoto.
Dopo i saluti ed i ringraziamenti doverosi alla @Lega Navale di Maratea per aver ospitato nella propria sede l’assemblea, il Presidente @Ricciardi Giuseppe ha dato il via alla discussione sul seguente odg:
 
1) Legambiente in questi due anni di pandemia;
2) Torrente Fiumicello;
3) San Sago ed il suo impianto di rifiuti pericolosi e non;
4) AMP Costa di Maratea;
5) Contratti di Fiume;
6) PNRR e il progetto del Porto Canale di Castrocucco;
7) Le attività di Legambiente sono solo le campagne nazionali?
😎 Chi è la forza lavoro di Legambiente? Riusciamo a gestire un’attività di volontariato che ha tempi e modalità di sviluppo full time?
9) Proviamo ad allargare la base operativa con nuovi soci?
10) Ascolto della comunità: idee e parole fra noi 
 

IN MEMORIA DI GIORDANO BRUNO

 

                  COMUNICATO STAMPA

Sono trascorsi 422 anni da quel 17 febbraio del 1600, quando il filosofo Giordano Bruno fu arso vivo in Campo de’ Fiori a Roma per ordine del tribunale della Santa Inquisizione, presieduto dal pontefice romano.  «Eretico, pertinace, impenitente ...» recitava la sentenza nella sua tracotanza dogmatica di potere. E voleva essere espressione di massimo spregio per chi come Bruno rivendicava il diritto umano di pensare e scegliere autonomamente, facendo della propria vita l’impegno etico-politico-sociale per uscire dalla caverna della soggezione mentale e morale.

LEZIONE DI EDUCAZIONE CIVICA ?

 Inaugurazione "Piazzetta Radio Libere 1976 nel ricordo di Nino Postiglione"
Diversamente da quella di Potenza, città natale di Nino Postiglione, che fin qui non ha provveduto, l'Amministrazione comunale di Maratea si è subito attivata, aggiudicandosi il primo posto in Basilicata per una intitolazione  alle Radio Libere 1976, soprattutto nel ricordo di Nino Postiglione. 

 

 

Lo ha fatto, tuttavia, con Deliberazione in tal senso ma con scelta di un luogo già intitolato qualche anno prima a Pier Paolo Pasolini dalla precedente Amministrazione, come già scritto più volte in questo blog e nel sito   www.calderano.it.

La vicenda non poteva e non può passare sotto silenzio perchè l'evento, per così dire, cancellazione dell'intitolazione al Poeta e Scrittore Pasolini è, tra l'altro, avvenuto nell'anno del centenario della sua nascita, altrove degnamente ricordato e celebrato.

Ebbene, non solo come cittadino nato e residente a Maratea, già Consigliere comunale per molti anni, ma anche come  Docente di Discipline giuridico-economiche per circa un quarantennio, sono rimasto, per così dire, di stucco nell'ascoltare intervista rilasciata dal Vicepresidente del Consiglio regionale di Basilicata, Mario Polese (Italia Viva), a Maratea Web Radio nel giorno della cerimonia di inaugurazione.

Egli, nell'elogiare l'iniziativa, ad un certo punto ha testualmente affermato: " Quella di oggi che Maratea offre è una lezione di educazione civica..."

Bene! Però, ben potendosi optare per altro luogo privo di intitolazione per  l'opportuno ricordo delle Radio Libere 1976 e Nino Postiglione nel rispetto di quella piazzetta già denominata "Terrazza Pasolini", l'affermazione di Mario Polese non può che apparire abnorme e poco riferibile al nostro caso, ove si consideri la vicenda nel suo complesso (il pur condivisibile omaggio al ricordo di Nino Postiglione con la deprecabile offesa alla memoria di Pier Paolo Pasolini).

VENTI DI GUERRA TRA RUSSIA ED UCRAINA

 con il rischio di...guerra mondiale (la terza).


LA  GUERRA  

"È un controsenso della creazione, nella Bibbia è curioso, Dio crea l'uomo e la donna e subito vengono le guerre, è come se fosse un antisenso nella creazione, per questo la guerra è sempre distruzione. Lavorare la terra, curare i figli, portare avanti una famiglia, far crescere una società è costruire; fare la guerra invece è una meccanica di distruzione" 

 -Papa  Francesco-

domenica 13 febbraio 2022

A RUOTI, PICCOLO COMUNE IN PROVINCIA DI POTENZA

UN  COMPLOTTO IN  DANNO DELLA  GIOVANE  SINDACA

-  Da   www.lasiritide.it  -

La voce della Politica

Ruoti, Lorenzo: “Solidarietà a Scalise e Gentilesca”

12/02/2022

La cronaca giudiziaria riguardante i recenti accadimenti al Comune di Ruoti, ed in particolare la vicenda vissuta dalla sindaca Anna Maria Scalise, delinea un inquietante sistema che, al di là degli aspetti che meglio
saranno vagliati dalla magistratura, ripropone con desolante drammaticità, come spesso il ruolo delle donne in politica venga strumentalizzato da misere logiche sessiste, nonché condizionato da stereotipi appartenenti ad una sub cultura, che in ultima analisi aziona la macchina del fango senza alcuno scrupolo.
Un modo di agire becero e calunnioso che ha colpito, prima ancora di una amministratrice, una donna ed una madre di famiglia, che solo grazie al suo coraggio, alla sua tenacia, ed all’aiuto di chi l’ha sempre sorretta, come la sua famiglia e i componenti della sua giunta, ha affrontato, i difficili mesi del discreduto, a testa alta.
Oggi si restituisce dignità ed onore a lei e all’assessore Franco Gentilesca, anch’egli vittima della macchina del fango, accusato di aver una tresca amorosa con la sindaca, e di aver approfittato in vario modo del suo ruolo di amministratore, entrambi al centro di un complotto volto a disonorare la loro dignità ed il loro decoro umano, personale e di buoni amministratori.
Quale prezzo hanno dovuto pagare le famiglie ed i loro cari in questi anni!
Quest’ultimo ed ennesimo episodio evidenzia ancora una volta, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che la nostra società e la Regione in cui viviamo sono pervase da una cultura maschilista e patriarcale, che non solo assume preoccupanti contorni dalla matrice discriminatoria e sessista, ma denota una completa assenza di cultura di genere, insinuandosi, purtroppo, anche nelle istituzioni.

Il vice segretario regionale di Art. Uno Basilicata
Luca Lorenzo

AVENDO A STIMOLO IL NOSTRO DIALETTO

 Riflessioni  a  proposito  di…

     TI   ’NG’   ABBÀCHETE,   CHI  NE  VULEMO  FA’!

                                                                                                                                  

Traggo spunto dalla interessante, nuova Rubrica  (Le Nostre Parole), a cura dell’amico, Prof. Pasquale Stoppelli, nel sito www.calderano.it , dedicata ad aspetti del dialetto della nostra Maratea.

L’espressione “ti  ’nǧ’ abbàchete”,  nel dialetto utilizzato sempre meno di frequente, “la usiamo per consigliare affettuosamente qualcuno a disinteressarsi di ciò che non lo riguarda, a non prestare attenzione a qualcosa priva d’importanza, insomma di lasciar perdere, di pensare ad altro”, come evidenziato dal Prof. Stoppelli che ne spiega magistralmente  anche le origini.

Più che usarla personalmente, ne sono stato a volte destinatario soprattutto da ragazzo e da giovane, non valendone la pena, a dire dell’interlocutore di turno, preoccuparsi più di tanto dell’argomento o questione in discussione, come per dire “…chi to’ fa fa’”.

Si tratta, in pratica, di un benevolo invito o amichevole esortazione in forma dialettale…a farsi i fatti propri, ovviamente con radici in un contesto sociale ancora privo di internet e facebook, il cui progressivo affermarsi non ha, comunque, e meno male, privato di importanza e significato questa nostra espressione ed il dialetto in genere.

Bene, ma non sempre, a mio parere, è possibile farsi i fatti propri in questioni, fatti o circostanze che riguardano la cosa pubblica e che, come tali,  non possono non coinvolgerci come cittadini attivi e partecipi nella propria comunità.

sabato 12 febbraio 2022

FORZA MEZZOGIORNO D'ITALIA!

 

              -  Da   "PENSIERI  DEL  2022"  di  Gian  Carlo  Marchesini  in  www.calderano.it  -

Sud.

"I falchi e i gabbiani, i merli e i colombi, gli scoiattoli e le volpi, i cinghiali e i lupi. Le arance e i limoni, le olive, l'uva e i fichi. I mille fiori e frutti di piante e alberi. Il blu del mare in perenne movimento, il cielo con sole in festa e splendore del firmamento. Il vento come canto di brezza e urlo di tempesta. La bellezza del Sud, le sue mille risorse ed energie purtroppo al servizio del solo turismo estivo. Le troppe case vuote in attesa di essere riempite ad agosto. Lo scarso risultato con un grande costo. Come guadagnare in due mesi di che campare il resto dell'anno. Ma è un investimento o un danno? I giovani che se ne vanno, i bambini che non nascono, i vecchi che in solitudine si arrendono e intristiscono. Qui ci vuole uno scatto di reni, rimettere in acqua i remi. O avremo come risultato solo crisantemi".

RICORDANDO PIER PAOLO E GUIDALBERTO PASOLINI

Quest'anno (5 marzo) ricorre il centenario della nascita di  Pier Paolo.

Oggi ci piace ricordarlo nella ricorrenza del giorno della tragica morte di Guidalberto (12 febbraio 1945), suo fratello minore e mentre, purtroppo, a Maratea proprio oggi, con cerimonia ufficiale, viene di fatto cancellata la recente, deliberata intitolazione di una piazzetta al Poeta e Scrittore Pier Paolo con una nuova e diversa, deliberata intitolazione, peraltro senza alcuna formale revoca della precente Deliberazione.

 

 

 -  Da  Gruppo Laico di Ricerca  -

MEMORIA 12 FEBBRAIO

febbraio 12, 2022

Il 12 febbraio 1945 muore fucilato da partigiani italiani comunisti presso Cividale del Friuli (UD) GUIDALBERTO PASOLINI (19 anni detto Guido nome di battaglia Ermes) studente Partigiano e Azionista fratello minore di PIER PAOLO PASOLINI.

 

Vedi:  La passione di un Partigiano: GUIDO PASOLINI

 

venerdì 11 febbraio 2022

A MARATEA: NUOVA INTITOLAZIONE DI PIAZZETTA GIA' INTITOLATA A PIER PAOLO PASOLINI

Questo  Blog  esprime  disapprovazione  per  questa  nuova  intitolazione,  potendosi  ben  dedicare  a  Nino  Postiglione  altro  luogo  pubblico  e  ricordando  che  quest'anno  ricorrre  il  centesimo  anniversario  della  nascita di  Pier Paolo Pasolini, ampiamente celebrato nel nostro Paese.  Dispiace,  altresì,  che  nella  cerimonia  di  domani  vengano  coinvolti  gli  studenti  delle  ultime  classi  delle  scuole  superiori.

Vedi:  

Terrazza Pasolini  e  Due targhe per la stessa piazzetta

 

-  Da   www.ufficiostampabasilicata.it  -


DOMANI  A  MARATEA  LA  CERIMONIA  DI  INTITOLAZIONE  DI  UNA  PIAZZA  A  NINO  POSTIGLIONE,  PIONIERE  DELLE  RADIO  LIBERE  ITALIANE.

di  Redazione - 11 febbraio 2022

 

"Venerdì 11 febbraio 2022 – Su proposta del giornalista e storico speaker radiofonico Tonino Luppino e della R.E.A. (Radio Televisioni Europee Associate), presieduta dal dottor Antonio Diomede, Maratea, domattina (sabato 12 febbraio) onora Nino Postiglione e le Radio libere con una piazzetta.

La REA, Associazione che conta 425 Radio Tv in tutta la Penisola, ha salutato con gioia questa intitolazione, che si aggiunge a quella di Cittiglio, in provincia di Varese! Va sottolineato che hanno già deliberato anche i Comuni di Lagonegro, Lauria, Ruoti, e Castelmezzano, mentre altri Comuni lucani si accingono a deliberare. Per quanto concerne la Città di Potenza, un  plauso lo merita il Consiglio Regionale, che ha intitolato all’unanimità a Nino Postiglione la sua sala stampa “Mediafor”. 

A Nino Postiglione, volato in cielo nel 2013, la R. E. A., lo scorso anno, ha riconosciuto la primogenitura in Italia delle Radio in Fm, avendo egli fondato, nel 1973, con la moglie Palma Ida Tortorelli, la prima Radio libera italiana. 

Domani mattina, dopo la cerimonia di intitolazione, al Mara Congress interverranno: il Sindaco, avv. Daniele Stoppelli, il direttore di Maratea web radio, Franco Rizzo, l’avvocato-scrittore di Sapri Franco Maldonato che, da giovanissimo, ha vissuto in prima persona quella magica stagione di libertà di espressione, i familiari di Nino Postiglione, il giornalista Tonino Luppino, già pirata-pioniere dell’etere, e gli studenti delle ultime classi degli Istituti Superiori di Maratea".

giovedì 10 febbraio 2022

UNA LODEVOLE INIZIATIVA CON NUOVA RUBRICA

per  gli  amanti  del  nostro  dialetto,  a  cura  del  Prof. Pasquale  Stoppelli, Filologo e Critico Letterario, con radici lucane e marateote.


 

-  Da  www.calderano.it          - MARATEA  -  LE  NOSTRE  PAROLE  -

                                                                                                               di  Pasquale  Stoppelli

                                                 LEGGIMI

 

 "Grazie all’ospitalità concessami da Biagio Calderano, nei cui confronti la riconoscenza di chi ama Maratea non è mai troppa per il lavoro di fotocronaca e documentazione storica che svolge da anni, mi aggiungo anch’io a coloro che hanno contribuito e contribuiscono alla conoscenza di quanto riguarda la nostra comunità. Lo faccio inaugurando una rubrica (Le nostre parole) nel sito www.calderano.it che riguarderà le parole (toponimi inclusi) e altri aspetti del dialetto di Maratea.

 Il primo post vuole essere una premessa rispetto a quanto pubblicherò in seguito, spero con cadenza settimanale. Si tratta di un articolo di più di trent’anni fa che ripropongo qui ampiamente revisionato e aggiornato. Riguarda una descrizione del dialetto di Maratea all’interno dei dialetti della Basilicata. Mi scuso se questa volta il pezzo è piuttosto lungo, ma in seguito prometto di non superare mai la mezza cartella. Vi ringrazio per l’attenzione che vorrete riservare a questa iniziativa e invio a tutti un saluto molto cordiale".

 

Roma, 9 febbraio 2022

Pasquale Stoppelli

 

IN MEMORIA E RICORDO DELLE VITTIME DELLE FOIBE

 


mercoledì 9 febbraio 2022

A PROPOSITO DEGLI APPLAUSI DEI "GRANDI ELETTORI" A MATTARELLA

               

                                       

                                                         -  Da  "www.italialaica.it"  -

 

M I S U R A R E     GLI    A P P L A U S I

di  Livio Ghersi,  9/2/2022


Alcuni giorni fa non ho potuto resistere e, in qualità di lettore abituale del Corriere della Sera, ho inviato una lettera al mio Quotidiano di riferimento. Assai breve, come si conviene in questi casi. Il destinatario, l’ottimo giornalista Aldo Cazzullo, si era, tuttavia, già pronunciato sul medesimo argomento. Di conseguenza, era logico che non volesse ritornarci per i miei begli occhi.

Il non venire pubblicati, quando si sostengono tesi molto minoritarie e non poco anticonformiste, è cosa che mi dà particolare fastidio. Non per sciocca vanità personale, ma per la nostalgia di quella cosa che per noi liberali è sacra e che si chiama libertà di stampa. Senza la quale un Paese libero non è veramente tale. Eccetera, eccetera.

Riporto, senza variare alcunché, i contenuti della mia breve letterina, finita nel cestino. «Il discorso del Presidente Mattarella è stato interrotto 55 volte dagli applausi dei grandi elettori. Questi si sono mostrati felici, come bambini, di poter esprimere consenso ad un discorsetto retorico, intriso di buoni sentimenti. A che serve la rappresentanza politica quando essa dimostra, continuamente, di non sapere fare, ma si limita ad enunciare solennemente cosa si "dovrebbe" fare, piagnucolando ed indignandosi poi per ciò che non si è fatto?