"NON SI PUO' RESTARE CON LE MANI IN MANO"
- Articolo di Nicola SAVINO* -
"Sul Quotidiano del Sud dello scorso mercoledì 10, Ercole Incalza, già altissimo Dirigente delle Ferrovie dello Stato, confessa la “paura che gli fanno .. gli allarmi sollevati dal neo sindaco di Napoli e da quello di Bari a differenza dei presidenti delle Regioni, completamente assenti su tale tematica….> e ribadisce< che ancora una volta (questi) non hanno sollevato una simile emergenza (perché) soddisfatti della penosa tecnica dell’ annuncio …per il solo inserimento di un’opera nel proprio territorio>
Ma perché un allarme ? Per investire effettivamente gli stanziamenti assegnati occorre un insieme di passaggi che le nostre Amministrazioni si sono già mostrate incapaci di predisporre.
L’esperto (e meridionale) ing. Incalza fa esempi:
1)al 31 dicembre 2023 già finanziati del Programma 2014-2020 ci sono 30.441 mild (l’85% alle Regioni, pari a 26,5): il Ministero dell’economia, per il triennio 21-23 ha previsto una disponibilità di Cassa di solo 6,8 mld perché si sa che non si è capaci di spenderli;
2) a questi si aggiunge la quota di 95 mild del Pnrr e del Piano complementare per il Sud;
3) infine, anche i Fondi strutturali 2021/27 (comprensivi di quelli per lo sviluppo rurale) che, per i territori del Sud, si attestano sui 70 mild.
E dunque, per i prossimi 6 anni, ne sono destinati al Sud 192, ma con i seguenti VINCOLI:
entro il ’23..30; entro il 2027….70, ma con piccola proroga; entro il ’27 i 95 del Pnrr.
Se non che, questi vincoli appaiono insuperabili, perché del Fondo sviluppo e coesione per il 14-20 in 6 anni siamo riusciti a spendere solo 3,8 mild sui 54 di dote iniziale; e delle varie leggi nazionali per stanziamenti di circa 9 mild totali, spesi soltanto 2,3 mild.
Perciò i Sindaci hanno paura di non poterli spendere: a differenza di Sala che, per Milano, “è certamente in grado di utilizzarli ..e di intercettare quelli messi a bando per la rivoluzione verde” (Micromega, 8 nov). Il quale, tanto per farsi capire, aggiunge <capisco che non possiamo puntare soltanto sui primi della classe, ma la storia del nostro Paese è fatta anche di fondi europei non utilizzati> E qui ci soccorre Gramsci, che già nel 1920 affermava (ibidem) < la borghesia settentrionale ha soggiogato l’Italia meridionale e le isole e le ha ridotte a colonie di sfruttamento>
Insomma, col “miracolo” ha drenato 6 milioni di braccia, ora lo fa con i cervelli! >La prima prova è stata data <dalla bocciatura- da parte del Ministero agricoltura-di 31 progetti su 31 della Sicilia con un territorio a serio rischio di desertificazione> dal quale rischiano di sparire intere aree e culture (Univ. Catania).
Secondo Longform di Repubblica del 31/10, <il problema principale risiede nella burocrazia ..in parte impoverita da assenza di assunzioni e dalle ondate dei pensionamenti, in parte formata di persone a bassa qualificazione, spesso incaricate di mansioni superiori per laureati assenti (o per ) stabilizzazione dei precari…> Un quadro cui si aggiunge il <disastro finanziario> rilevato (rapporto Ca’ Foscari) nel dic. 20, che vede i Comuni di <tre regioni del Sud.. sul podio al 48% in dissento o pre-dissesto, quindi impossibilitati sia ad assumere che a co-finanziare>
Tutto questo significa che il Sud non è in grado d’elaborare progetti<adeguati alla competizione nel quadro PNRR ..salvo presentare progetti vecchi ed inadeguati>, anche per <i limiti di èlite locali spesso ..legate a vecchie logiche di potere, poco vocate allo sviluppo vero>.
Come dunque tentare di uscirne?
Secondo Micromega, traendo esempio della Cassa del Mezzogiorno in prima edizione, quella guidata da Gabriele Pescatore, di alto profilo tecnico ed esente dal clientelismo che poi prevalse. <Una struttura tecnica di alta qualità (per) collaborare con autorità regionali e locali..Lo Stato che si affianca alle comunità locali, che non le lascia sole.. (per una) collaborazione tra pubblico e privato (perché) a condizioni territoriali differenti non si possono applicare regole uniformi>
Ebbene, se questi, in estrema sintesi, i contributi che ci vengono da chi o ha dimestichezza (Ing. Incalza) o studia (Micromega , Viesti etc) la situazione meridionale, qual è invece l’opinione della Regione? Non diciamo dei Comuni, perché nelle dimensioni della Basilicata, di per sé, la Regione corrisponde ad un quartiere di Napoli e può esprimere (compensandoli per obbligo istituzionale) il suo programma in relazione ai suddetti finanziamenti.
Anzitutto ci dica, di quei 193 mild complessivi, voce per voce, cosa ci spetterebbe? E cosa sta predisponendo per attingerli e realizzarli? Pensa di richiedere gli aiuti di cui ai suddetti suggerimenti, d’intesa con le altre Regioni e al confronto con Draghi? Che siano dati in disponibilità due o tremila “tecnici” non può essere risolutivo del deficit pauroso che sovrasta il Mezzogiorno: davvero siamo dinnanzi ad un “ora o mai più”!
E dunque, perché non dotarsi già da subito di un consulente-supervisore-coordinatore di specchiata competenza (tipo Incalza) e non allestire iniziative adeguate con il supporto ravvicinato dello Svimez? Insomma, perché non rompere questo silenzio incredibile e tentare l’immaginabile per evitare l’ultimo crack?
Non si può restare con le mani in mano, perché questa dovrebb’ essere finalmente l’ora di un terremoto ..buono!!"
*Già Parlamentare e Sottosegretario
Nessun commento:
Posta un commento