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giovedì 31 agosto 2023

NORD E SUD ITALIA

 

Superare il divario sociosanitario tra Nord e Sud Italia!

               

Maratea 30 agosto 2023                        Valerio Mignone

 

 

Fanno parte della Storia d’Italia, tra milleottocento e millenovecento, i bastimenti, con emigranti del Sud Italia, in partenza dal porto di Napoli verso l’America del Nord, l’Argentina, il Brasile. In tanti facevano fortuna, ed inviavano qualche dollaro nelle lettere che scrivevano ai familiari rimasti in Italia. Ma, di alcuni, impegnati in amore con donne delle nuove sedi, si perdevano le tracce, abbandonando in desolazione mogli e figli.

Fortunatamente, tra gli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento, questi flussi cambiarono rotta, e gli emigranti si diressero in altri luoghi, interrompendo l’emigrazione verso l’America. E, impegnati in lavori umili, si ritrovarono anche nelle miniere, come quella di Marcinelle, in Belgio, ove la mattina dell’8 agosto 1956, furono tra le vittime dell’incendio, causato dalla combustione d’olio ad alta pressione, innescata da una scintilla elettrica. Vi morirono 136 immigrati italiani. La miniera di Marcinelle è oggi Bene UNESCO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura.

Gli emigranti del Sud Italia, unitamente agli emigranti del Friuli, ed ai “Polentoni” del Veneto - cosiddetti per la loro alimentazione con farina di granturco – hanno contribuito allo sviluppo del Nord Italia, ove, alcuni, giunti da operai, artigiani, impiegati, e da studenti, universitari, e non, son rimasti come apprezzati lavoratori, impiegati, dirigenti, e professionisti.

Precedentemente, la laboriosità degli Italiani del Sud era stata testimoniata anche dal medico piemontese Cesare Lombroso, che, nel lontano 1862, prestò servizio militare in Calabria; ed ebbe modo di osservarne la miseria, e le malattie, tra quel milione e mezzo di abitanti, con, “purtroppo” 6000 preti, e il dominio dei baroni che sfruttavano il lavoro dei contadini su propri terreni feudali.  al di là di alcuni infondati   


Intanto, in Manuali di Pediatria, editi nel 1965, vengono riportati ”Quozienti di mortalità infantile, per mille nati vivi, nelle varie regioni italiane nel 1961”: oltre il 50 per cento in Campania, Basilicata e Puglia; e tra il 40 e il 50 per cento in Calabria; al di sopra dei dati dell’Italia del Nord.

 

 Dal "Manuale di Pediatria" di Eugenio Scharz Tiene -1965

 

Purtroppo, è da evidenziare, che, oggi, il 15 per cento dei nati in tutta Italia contribuisce al 21 per cento della mortalità infantile nel suo complesso. Ed i figli di genitori immigrati hanno una mortalità infantile di circa il 50 per cento più alta.

 

Tra le concause della mortalità infantile nel Mezzogiorno d’Italia è un insufficiente numero di asili nido e di scuole per l’infanzia.

In aggiunta a ciò, le prove 2023 dell’Istituto Nazionale per la Valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVAILSI) hanno accertato scarse competenze nel Sud per Italiano, Matematica, ed Inglese; e c’è un elevato tasso di abbandono scolastico.

L’Istituto Italiano di Statistica (ISTAT), a sua volta, ha comunicato che nell’anno 2021 un milione e 400 mila bambini vivono in uno stato di povertà concreta, e che essi, per la maggior parte, sono nel Mezzogiorno d’Italia.

Anche l’Accademia Nazionale dei Lincei ha reso noto che la povertà in età infantile può facilitare la insorgenza di modificazioni epigenetiche nel citoplasma della cellula, che è la parte esterna al nucleo. Queste modificazioni epigenetiche facilitano un più rapido invecchiamento, ed una maggiore predisposizione a malattie, mentre, nel nucleo, ben protetto, rimane, ben saldo, tutto il corredo cromosomico ereditario.

Comunque, il Popolo italiano, al di là di modeste minoranze, è dotato di spirito umanitario; punta al superamento delle disuguaglianze nell’infanzia tra Sud, Centro e Nord Italia, ivi compresi i fanciulli extracomunitari, indipendentemente dal colore della pelle, arrivati sulle coste italiane su affollati barconi.

La scuola sia multietnica! Con ciò, oltre al rispetto della istintiva solidarietà sociale, si creano nuovi posti di lavoro al Sud, e si limita il suo temuto spopolamento.

D’altronde, anche la Comunità Europea, in base ad accordi condivisi, è impegnata ad accogliere, equamente, tra i suoi Stati, questi migranti, provenienti dai Paesi del Mediterraneo. 

 

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