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Di Redazione il 19/10/2023 Politica & Società
Un Governatore che voglia essere rieletto non si sognerebbe di dare l’ennesimo schiaffo alla sua regione, perseverando, a pochi mesi dalle elezioni, nella arroganza di coprire ogni poltrona vuota con professionalità di tutt’Italia, principalmente campane , ad eccezione di quelle della Basilicata, terra nella quale il Governatore è stato chiamato ad operare. Se lo fa, pur sapendo che la cosa ormai gli si rivolge contro, è perché , forse – è solo una ipotesi che potrebbe passare perfino per illazione-non ne può fare a meno, avendo lui , come è stato riconosciuto da molti-inventato il meccanismo di saltare il confronto di maggioranza a livello regionale e di mettere sul tavolo romano le sue relazioni personali e istituzionali.. Superando il cerchio regionale della politica e sostituendo ad esso quello nazionale, il meccanismo delle nomine sembra anch’esso passato sui tavoli centrali tra lo sbigottimento dei leader locali dei partiti di maggioranza ed il loro colpevole ma obbligato silenzio verso l’ingerenza nei fatti lucani dei rispettivi capi. Se ne deduce che non vale più la giustificazione di un fatto fiduciario o di una ricerca di professionalità non presenti in Basilicata, ma di una vera e propria cessione di potere verso i leader nazionali, cosa che costituirebbe un fatto totalmente nuovo e tale da dover esaminare in tutti i suoi aspetti, politici, giuridici, morali. Parentesi necessaria è che il meccanismo di selezione, di questi dirigenti o amministratori , viene interpretato nel modo più discrezionale possibile, addirittura abusato fino a diventare irriconoscibile, vuoi perché alcuni selezionatori degli ultimi avvisi di conferimento non hanno manco i titoli per esserlo ( alcuni di categoria inferiore rispetto ai candidati da selezionare), vuoi perché la scelta si riduce non ad una comparazione analitica di requisiti e di titoli ma ad un generico e discrezionale giudizio finale. Se qualche Autorità non interviene su questa farsa che rende legittima l’arbitrarietà della giuria, se non un vero e proprio abuso di potere, sicuramente alcune scelte non finiranno bene per chi le ha promosse.
Tornando al ragionamento principale, la Basilicata si sta dimostrando un laboratorio per un nuovo step di degrado della politica. Dopo i Governatori scelti dall’alto, che non passano per le primarie, che non sono supportati da un consenso di base o da un accordo dei partiti a livello locale, c’è l’ipotesi, da approfondire, di un secondo tempo di questa involuzione della democrazia nel sistema delle Autonomie: e cioè la cessione di potere offerta alla fonte della loro nomina. Visibile in alcuni casi, come quelli in esame, invisibili in eventuali possibili altri casi , come potrebbe essere, cosa ancora da chiarire, l’atteggiamento passivo sostenuto in alcune situazioni ( vedi la privatizzazione dell’acqua, o il silenzio sul pericolo mortale dell’autonomia differenziata proposta da Calderoli) . E dunque , stando all’ipotesi ventilata, indipendentemente dall’essere di destra o di sinistra, una persona che voglia fare politica onestamente deve interrogarsi su questo scivolamento in basso dei meccanismi di governo democratico che non solo annullano il senso della rappresentanza popolare ma lo umiliano rendendo i cittadini che vanno a votare incolpevoli strumenti di una degenerazione della rappresentanza democratica. Baroni, conti e marchesi, usciti di scena per fatti storici, la figura di un podestà regionale alla fine sarebbe più coerente con questo modo di intendere la politica. Rocco Rosa
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