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mercoledì 22 novembre 2023

L'ITALIA VIETA LA "CARNE SINTETICA"

Con 159 sì e 53 no, la Camera ha approvato definitivamente il Ddl sulla cosiddetta carne sintetica (“Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati nonché di divieto della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali”.

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No alla “Carne artificiale o sintetica o coltivata”

Valerio Mignone

 

In Italia, la Camera dei Deputati ha approvato la legge in base alla quale è vietata la produzione e la commercializzazione di “carne artificiale, o sintetica, o coltivata” con cellule in bioreattori. Ed è vietata anche la definizione di “Carne”, “Bistecche”, “Cotolette”, “Burger” per cibi a base della citata “carne coltivata”. Di ciò devono essere grati sia i cittadini Italiani per la tutela della loro salute, sia gli agricoltori, per la tutela della sana agricoltura, e zootecnia.  

Contrariamente alle frattaglie, che sono frammenti di fegato, milza, reni, e dell’apparato digerente di animali da macello - bovini, ovini, polli - la “carne”, propriamente detta, è tessuto muscolare “striato”. Esso è costituito da numerosi, lunghi filamenti, intervallati da fibre del cosiddetto connettivo, collegato alle ossa, o ad altri muscoli, tramite i tendini, anch’essi connettivali, più o meno lunghi. La muscolatura striata è parte prevalente nel corpo degli animali da macello.

La “Carne coltivata”, o “sintetica”, o “artificiale”, non è nulla di tutto ciò! E’ qualcosa che si sviluppa da una cellula animale, prelevata come per una biopsia, e coltivata in laboratorio, con l’ausilio di imprecisati fattori di nutrimento.

La coltivazione avviene all’interno di “Bioreattori”, grossi cilindri metallici che riproducono, “grosso modo”, le condizioni riscontrabili nell’organismo animale, con ciò permettendo la nutrizione, la vita, e la moltiplicazione delle cellule.

Fortunatamente, la “carne coltivata” non è ancora in commercio; lo è soltanto a Singapore; perciò il suo uso è limitato. 

 

Comunque, il suo potere nutrizionale è nettamente inferiore alla carne naturale, costituita dai muscoli sviluppatisi in animali allevati, in libertà controllata, nei pascoli, ove sono in movimento, con ciò tenendo i muscoli striati in una attività continua, che ne mantiene una buona massa, utile a fini commerciali.

Per una prudente, e condivisibile iniziativa, la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) e la Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno invitato a vigilare sulla temuta insorgenza di allergie, e di tumori, nei consumatori della “Carne sintetica”.

E’ auspicabile che anche l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare non ne approvi l’uso. Infatti, la Presidente della Commissione della Unità Europea, Ursula von der Leyen ha dichiarato: “La sicurezza alimentare in armonia con la natura resta un compito essenziale. Produrre cibo sano è il fondamento della nostra politica agricola. E per noi è importante anche l’autosufficienza alimentare. Questo è ciò che offrono i nostri agricoltori”.   

In Italia, ben due milioni di agricoltori, ogni giorno, assicurano cibi sani al Paese. L’agricoltura, e la zootecnia hanno cambiato volto in Italia; la vecchia “Civiltà contadina”, pur apprezzabile per il suo passato, ha modificato, ed ha allargato la sua filiera, che vale 585 miliardi di Euro. Essa si ammoderna continuamente, e si mantiene in linea con le esigenze, e con la vita sociale del Paese.

D’altronde, è noto che la prevenzione, e le cure, di alcune malattie, e la tutela della salute, cominciano a tavola; infatti, sono disponibili prescrizioni dietetiche per pazienti obesi, diabetici, gottosi, nefropatici, allergici, o intolleranti per alcuni alimenti, come per il lattosio, principale zucchero del latte, o per il glutine. Occorre soltanto buona volontà, e maggiore rispetto per la propria salute.

Maratea 22 novembre 2023                                                          Valerio  Mignone     

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Fermo restando quanto sostiene il Dott. Valerio Mignone, l'argomento merita attenzione ed approfondimento anche perchè non mancano coloro che la pensano diversamente e ritengono che l’Italia, con il divieto, si è messa in una posizione di svantaggio competitivo che poi sarà molto difficile da recuperare, perché questa è una tecnologia molto complessa e destinata a risolvere il problema dell'alimentazione in futuro. Rilevano, infatti, che altri Paesi, anche europei, procedono con un positivo approccio alla "novità" della "carne sintetica".




             

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