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sabato 5 luglio 2025

PENSIERI...DA PRENDERE CON LE PINZE

Parco e Villa Tarantini

ECCONE  UNO,  tratto  da  www.calderano.it - "Pensieri del 2025"  di Gian Carlo Marchesini :

"Ogni pomeriggio, se rimango a Maratea, e visto che la casa dove abito è poco lontana, raggiungo Parco Tarantini con la sua Biblioteca. Ma è quasi sempre chiusa, e allora entro dal cancello nel giardino che la circonda, mi siedo su una panchina, leggo un libro che mi porto in borsa e prendo appunti su un quadernetto. Insomma, penso di poter dire che, grazie a me, la Biblioteca intitolata a José Cernicchiaro, normalmente chiusa, un fruitore ce l'ha quasi ogni giorno di sicuro".

L'Autore di tanti "Pensieri", periodicamente esternati e raccolti per annualità, non sempre condivisibili e a volte frutto di egocentrismo, in vacanza a Maratea che tanto ama, questa volta ha espresso un pensiero dedicato al "Parco Tarantini con la sua Biblioteca", ove ogni pomeriggio, se rimane a Maratea in dimora prossima a tal luogo, si reca, ahimè, trovando però la biblioteca "quasi sempre chiusa". Afferma di entrare, comunque, dal cancello nel giardino della villa, pur sempre proprietà privata, per sedersi su una panchina, leggere un libro....e prendere appunti....E poi pensa... e....pensa "di poter dire che, grazie a me, la Biblioteca intitolata a Josè Cernicchiaro, normalmente chiusa, un fruitore ce l'ha quasi ogni giorno di sicuro".

 

Ebbene, vista l'asserita, quotidiana visita pomeridiana di tal mente pensante, seppur legata a periodo di presenza a Maratea, mi viene il dubbio che certe considerazioni, come espresse, possano essere state condizionate dalla particolare calura, con picco proprio nel pomeriggio, stagnante da giorni anche nell'assolato Parco Tarantini.

In verità, non è la Biblioteca intitolata a Josè Cernicchiaro ma il ben noto e ormai storico Centro culturale "Josè Mario Cernicchiaro", con sua sede presso Villa Tarantini, Associazione il cui CdA ha, peraltro, recentemente deliberato l'intitolazione della sala Biblioteca a Nicola Marini d'Armenia, suo primo Presidente.

E ancora: l'Autore del pensiero..., in qualche modo da correggere, scrive sin da subito che la biblioteca "è quasi sempre chiusa" per poi riprendere tale affermazione alla fine, addirittura con l'espressione "normalmente chiusa", e presentarsi come suo unico fruitore sicuro quasi ogni giorno. Più precisamente così si esprime: "...grazie a me, la Biblioteca intitolata a Josè Cernicchiaro, normalmente chiusa, un fruitore ce l'ha quasi ogni giorno di sicuro".

E così l'autore, in vacanza, rivela serie lacune nella conoscenza, oltre che della storia del Centro culturale, anche della sua lunga, apprezzata attività durante l'intero anno nel rispetto dell'Atto costitutivo, dello Statuto e della Convenzione in essere con il Comune di Maratea. Egli, non iscritto all'Associazione e partecipe solo sporadicamente a qualche evento tra i tanti costantemente organizzati, è pervenuto, a parer mio, ad affermazioni non o poco veritiere, in particolar modo con riferimento alla biblioteca da lui descritta come "quasi sempre chiusa" o  "normalmente chiusa", laddove essa ha i suoi orari di apertura ampiamente pubblicizzati ed è normalmente sempre aperta in una con la sede del Centro, pur potendosi verificare  casi di chiusura del tutto eccezionali, nei quali pur potrebbe essere incorso, presi a pretesto per una superficiale generalizzazione.

In conclusione:  Forse è preferibile documentarsi meglio e...pensare di più prima di scrivere, diversamente si rischia di non essere credibili o di esserlo poco. 

 

In questo caso, comunque, a favore della comprensione e valutazione del fatto può riconoscersi... l'attenuante...dell'afa e della calura estiva, soprattutto pomeridiana..., come affrontata dallo sfortunato fruitore...


Di tenore ben diverso, invece, apprezzabile, equilibrato e condivisibile è un successivo "Pensiero", a mente serena, del medesimo autore, di seguito trascritto:

"La vecchiaia significa calo di udito, di vista, di memoria, di energia. Insomma, tutte le facoltà e le risorse, le funzioni di cui disponiamo via via si indeboliscono. Ci si prepara a partire per non si sa dove. Ma nello stesso tempo i tanti anni di vita vissuta al possibile meglio si sono trasformati in un carico tale di sensibilità, esperienze, emozioni, che non si hanno più dentro spazi adeguati dove contenerli. Ci si ritrova, via via che si invecchia, insieme più vuoti e più pieni, più ricchi e più poveri. Pedalando meno, paradossalmente si va dovunque e più veloci".

                                                           Emanuele  Labanchi

             -Socio e membro del CdA del Centro Culturale "Josè Mario Cernicchiaro" -

 

 


 





 


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