Riceviamo da Gianni Alemanno e pubblichiamo nel rispetto delle norme dell’Ordinamento penitenziario.

Rebibbia, 2 giugno 2025

153° giorno di carcere

Oggi non parliamo di pentole e di coperchi, ma di cose molto più serie. Perché è il 2 giugno, Festa della Repubblica e della Costituzione italiana, che all’art. 27 sancisce il divieto di trattamenti contrari al senso di umanità e il dovere di tendere alla rieducazione del condannato. E anche perché così sono stato redarguito (“abbiamo ben altri problemi!”) da una giovane affascinante psicologa, marcatamente de’ sinistra ma molto seria e rigorosa nel suo lavoro di sostegno ai detenuti.

Oggi parliamo di Roberto C., 77 anni, che si sta spegnendo nel Reparto G8 per l’età e la mancanza di cure. Non è il più vecchio del Braccio G8, è il quinto in ordine di età. Prima di lui ci sono Antonio R., 87 anni, su cui ci sarebbe molto da dire, ma su cui è meglio sorvolare, visto che sta aspettando la decisione sulla scarcerazione dal Tribunale di sorveglianza. Poi c’è Santo B., 83 anni, ergastolano in carcere dal 2009, Mario F. che è appena entrato in carcere a 81 anni (bella età per cominciare!) e Franco D, coetaneo di Roberto. Qui va subito notato che, salvo casi molto particolari, secondo la legge chi ha più di 70 anni dovrebbe scontare la sua detenzione agli arresti domiciliari.