- Da www.talentilucani.it -

l
servizio andato in onda su Presa Diretta , condotto dall’ottimo
Riccardo Iacona, ha riportato al centro dell’attenzione pubblica una
questione che in Basilicata è nota, ma ancora non affrontata con la
dovuta serietà: la gestione dell’acqua.
Un patrimonio naturale fondamentale, la
cui governance (come emerso chiaramente )è ormai saldamente nelle mani
di soggetti esterni, con la regione lucana ridotta a spettatrice.
I fatti parlano chiaro: l’ex EIPLI, oggi
trasformata in “Acque del Sud”, ha sede a Bari, ed è amministrata
proprio ldall’ex segretario cittadino di fratelli d’Italia di Bari,
mentre il Distretto idrografico dell’Appennino meridionale è saldamente
nelle mani della campana Vera Corbelli che da anni si sta rivelando
buona per ogni stagione.
Insomma, due strutture centrali per la
programmazione, la gestione e l’utilizzo dell’acqua lucana sono radicate
fuori dai confini regionali. Figure che nulla hanno a che fare con il
territorio, ma che decidono sulla risorsa più strategica per lo sviluppo
locale.
La Basilicata, che fornisce l’acqua alla
Puglia, Calabria e alla Campania attraverso i suoi invasi e le sue
sorgenti, non ha un ruolo attivo nel definire priorità, investimenti o
politiche di riequilibrio.
Le infrastrutture, sono sfruttate , ma i
benefici ricadono altrove, come dimostrano i giochi che si sono
cominciati a fare sull’ingresso dei privati nella gestione di Acque del
Sud, giochi che vedono attiviamente presente Acquedotto Pugliese , Acea e
privati che si stanno nascondendo dietro sigle di comodo. Quel 30 per
cento ai privati significa di fatto metetre le mani su tutto quello che
ruota intorno alle dighe lucane ed al loro contenuto.
L’acqua lucana tra danni alle condutture e dispersioni varie continua a scorrere… ma lontano.
A rendere il quadro ancora più paradossale
è l’atteggiamento della politica regionale, spesso più incline al
compromesso che alla rivendicazione.
Un presidente “part-time”, con base
politica più vicina a Posillipo che a Potenza, simboleggia una classe
dirigente poco presente, quando non completamente assente, nelle scelte
strategiche.
Così, mentre da fuori si decidono i
destini dell’oro bianco lucano, qui si continua a praticare la solita
arte dell’accoglienza: “venghino signori, venghino”. Una terra dove ai
forestieri tutto è permesso, anche mettere le mani sull’essenziale. E
dove, troppo spesso, i diritti dei cittadini lucani , come i rubinetti ,
restano spesso a secco.