Torraca tra Storia e Natura
di Valerio Mignone
Come ogni gita
scolastica, anche il viaggio dell’UPEL di Maratea-Trecchina a Torraca è stato n’ammuina, di borbonica memoria! Che, comunque, ha trasmesso conoscenza
di storia, arte, comportamenti sociali, oltre che di scienze naturali, e,
ahimè, gastronomia!
Già poco dopo il bivio per risalire dalla marina di Sapri lungo le pendici della montagna cilentana verso Torraca, si è imposta allo sguardo la densità arborea della macchia mediterranea con querce, lecci, e sugare, che forniscono l’omonima corteccia per tappi a protezione di note bibite imbottigliate, estratte da vitigni e oliveti ben curati in ampi e soleggiati terrazzamenti, grazie all’abbondanza dell’acqua nel sottosuolo. Quell’acqua che, ogni tanto, segnala la sua presenza con l’armonia di un abbondante flusso e gorgoglio, e la freschezza e limpidezza, che invitano l’affaticato viandante a bere alla fonte! Lungo questi sentieri, il 29 giugno 1857, Carlo Pisacane ed i suoi “trecento, giovani e forti”, sbarcati a Sapri - marina di Torraca – proseguirono verso il Fortino di Lagonegro, e la morte, a Sanza; passarono nella indifferenza dei Torrachesi, distratti dalle festività patronali di San Pietro.