martedì 31 gennaio 2023

AMP "COSTA DI MARATEA" : Lettera di sollecito al Ministro dell'Ambiente

 




 Potenza,  31  gennaio  2023

 

ALLA  C. A.

ON.  GILBERTO PICHETTO FRATIN

Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica

Via C. Colombo, 44  -  00147 ROMA

segreteria.ministro@mase.gov.it 

segreteria.ministro@pec.minambiente.it 

  

Oggetto: Istituzione dell’Area marina protetta Costa di Maratea: richiesta di sollecito

 

 Gentile Ministro,

 

con la presente, i sottoscritti Antonio Lanorte presidente di Legambiente Basilicata e il presidente del circolo Legambiente di Maratea Giuseppe Ricciardi, sollecitano un Suo autorevole intervento per completare l’iter di istituzione dell’Area Marina Protetta Costa di Maratea.

 

Questa richiesta è particolarmente necessaria nel momento in cui la costa di Maratea è stata di recente colpita da eventi meteorologici estremi, il cui impatto sul territorio avrà ripercussioni per molto tempo e laddove la necessità di affrontare e porre rimedio ai danni, non deve comunque far dimenticare che la prevenzione è il migliore strumento per ridurre la vulnerabilità dei nostri territori.

 

Non solo, ma la nascita dell’Area marina protetta Costa di Maratea prevista dalla legge 394/91, i cui studi conoscitivi sono stati finanziati dal comma 4 dell’art. 24 del DL 162/2019 e affidati a ISPRA, rientrerebbe in uno degli obiettivi che i paesi firmatari, come l’Italia, si sono prefissati a Montreal di raggiungere entro il 2030.

 

Infatti, con il Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework, firmato nell’ambito della Cop15, i Paesi partecipanti hanno concordato una tabella di marcia per proteggere il 30% della biodiversità delle terre e il 30% dei mari entro il 2030 e sostenere con 30 miliardi di dollari in aiuti annuali la conservazione nei Paesi in via di sviluppo.

 

A DUE MESI DALLA FRANA A CASTROCUCCO DI MARATEA

 -  Da  Comune  di  Maratea  Facebook  -

 


COMUNE  DI  MARATEA

🔵 SS18 E PORTO | INCONTRO CON MINISTRO SALVINI
 
Si è tenuto questa mattina un incontro al Mit tra il Ministro Matteo Salvini, l'Assessore regionale alle Infrastrutture Donatella Merra e il Sindaco di Maratea Daniele Stoppelli.
 
Il ripristino della viabilità della SS18, in seguito agli eventi calamitosi degli scorsi mesi e delle ultime settimane, è fondamentale per scongiurare l'isolamento del territorio e tornare a condizioni di massima sicurezza e di salvaguardia dell'incolumità pubblica e privata. All’attenzione del Ministro è stata portata anche l’emergenza legata alle mareggiate che hanno colpito il nostro Porto e che saranno oggetto di sopralluogo tecnico giovedì 2 febbraio di tutte le parti coinvolte.
 
L'Assessore Donatella Merra e il Sindaco Stoppelli hanno ringraziato Salvini per gli impegni assunti, a cominciare dal coinvolgimento dell'Anas che, su sollecitazione del Ministro, sta operando, a stretto contatto con la Regione e il Comune, impegnando risorse, know how e professionalità al fine di individuare le migliori soluzioni atte a superare la fase di criticità, dopo la frana del 30 novembre scorso.
Il Ministro Salvini ha chiesto di essere aggiornato costantemente sull'evoluzione della situazione di Maratea e sulle proposte progettuali che verranno condivise dalle parti per la risoluzione di tutte le problematiche e l'agognato ritorno alla normalità per la comunità marateota.
 
Ogni professionista che ha studiato il fenomeno lo ha definito un evento raro e di dimensioni ciclopiche, nonostante questo, dopo sopralluoghi e studi dell’area a cura dell’Università Federico II e Anas, abbiamo finalmente una prima progettazione che verrà presentata al prossimo tavolo tecnico convocato dall’Assessore Merra per l’8 febbraio, e che consentirà la messa in sicurezza ed una graduale ripresa della viabilità.
 
L’impegno è assiduo e costante e l’obiettivo per tutti è di arrivare ad una prima apertura per l’estate 2023.
 
Il Sindaco
Daniele Stoppelli
 

 

lunedì 30 gennaio 2023

UN PROGETTO PILOTA PER LA VALORIZZAZIONE DEL FIUME NOCE

 


ERA IL 30 GENNAIO 1948

 -  Da  www.gruppolaico.it  -

IL DOVERE DELLA  MEMORIA:  30  gennaio.   UNA  GRANDE  ANIMA.m

30 gennaio 2023


 

 

Il 30 gennaio 1948 venne  ucciso con tre colpi di pistola da un fanatico indù radicale presso la Birla House a Nuova Delhi (India) MOHANDAS KARAMCHAND GANDHI ( 79 anni), Maestro morale e spirituale e Padre fondatore dell’India.

                ..................................................................................

Così scriverà di Gandhi Albert Einstein (1879- 1955):

"Credo che Gandhi abbia avuto la visione più illuminata di tutti i politici del nostro tempo. Dovremmo sforzarci di operare nel suo spirito; di non usare la violenza nel combattere per la nostra causa e di rifiutarci di partecipare a qualsiasi iniziativa che noi crediamo sia volta al male.

Gandhi, il più grande genio politico del nostro tempo ed ha dimostrato di quali sacrifici è capace l’uomo quando abbia trovato la via giusta.

Il fenomeno Gandhi è il risultato di una straordinaria forza intellettuale e morale, unita a grande abilità politica e a circostanze eccezionali.

Una guida per il suo popolo, non sostenuta da autorità esterna: un politico il cui successo non posa sull’artificio né sul possesso di espedienti tecnici, ma semplicemente sulla forza carismatica della sua personalità; un combattente vincitore che ha sempre disdegnato l’uso della forza; un uomo saggio e umile, armato di una determinazione e di una coerenza inflessibili, che ha dedicato tutta la propria forza all’elevazione del suo popolo e al miglioramento della sua sorte; un uomo che ha affrontato la brutalità dell’Europa con la dignità dei semplici, e quindi, assurgendo ogni volta a superiore.

Può darsi che le generazioni a venire stenteranno a credere che un individuo simile abbia mai calpestato in carne e ossa questa terra".

 

 

 

sabato 28 gennaio 2023

UNA LETTERA APERTA PER LA FIGLIA DI MATTEO MESSINA DENARO

DA  PARTE  DI  GIOVANNI  IMPASTATO,  FRATELLO  DI  PEPPINO,  UCCISO  DA  COSA  NOSTRA  NEL  1978

Giovanni Impastato

 

Peppino Impastato

Cara Lorenza,

ti scrivo mentre cerco di immaginare cosa in questi giorni tu possa provare. Non sono sicuro di riuscirci, ma visto quello che anche io ho vissuto nella mia vita, credo di poter capire, se pur in parte, la tua situazione. Sono Giovanni Impastato, fratello di Peppino, un giovane militante ucciso perché combatteva contro la mafia e nostro padre era un mafioso. Mio fratello era molto coraggioso, sicuramente più coraggioso di me, lui fin da quando era adolescente ha iniziato a combattere la mafia frontalmente e a contestare apertamente nostro padre, fino al punto di essere ripudiato come figlio e cacciato da casa. La rottura in casa era già avvenuta, l’aveva messa in atto Peppino, la nostra situazione familiare era molto complicata ed anche mia madre aveva cercato di insegnarci valori diversi da quelli che la mafia voleva imporci.
 
Oggi le parole che Peppino scrisse nel suo diario, mi fanno venire i brividi e mi emozionano ogni volta che le leggo. Voglio condividerle con te, perché hanno rappresentato tantissimo per me, sono delle frasi molto forti, acute e sincere: “Mio padre, capo di un piccolo clan e membro di un clan più vasto con connotati ideologici tipici di una società tardo contadina e preindustriale, aveva concentrato tutti i suoi sforzi, fin dalla mia nascita, nel tentativo di impormi le sue scelte ed il suo codice comportamentale. E’ riuscito soltanto a tagliarmi ogni canale di comunicazione affettiva ed a compromettere definitivamente ogni possibilità di espansione lineare della mia soggettività”. 
 
Capisco che in questi giorni stai vivendo forti pressioni mediatiche, immagino il caos che dimora nel tuo cuore. Con questa mia lettera non ti dico di ripudiare il padre, di abbandonarlo o di non amarlo, se vuoi puoi anche stargli accanto in un momento in cui è gravemente ammalato. Posso capire i sentimenti contrastanti che vivono in te, per un padre che forse non hai nemmeno conosciuto, ma che tanto ha condizionato la tua intera esistenza e continuerà a condizionarla. Voglio solo suggerirti di prendere coscienza che le scelte che tuo padre ha fatto nella vita sono inaccettabili, significa avere un macigno sulle spalle, significa vivere a contatto con la morte e la violenza, significa non poter dare amore ai propri figli, tu hai un figlio e puoi capire di quanto amore abbia bisogno, di quanta speranza nel futuro.

Sii sempre più cosciente che la vita vera è un’altra, è quella che consente ad una figlia come te di poter abbracciare il padre, è quella di chi non deve avere o provocare paura. Emancipati e riscattati da questa storia, consapevole che forse mai potrai cancellare tutto quanto: non significa non amare il padre, significa renderti libera da qualcosa di cui tu sei innocente, ma che sarai costretta a portare con te come un peso enorme. Se deciderai di restargli accanto, mi auguro che la tua vicinanza e la tua determinazione possano spingere tuo padre a pentirsi di quello che ha fatto, dovrebbe farlo per tanti motivi, per tante persone, ma anche per te.

L'ITALIA E' ANCORA IN ATTESA DI UNIFICAZIONE

              Nicola  SAVINO*
 

 A che punto è, nel Consiglio regionale di Basilicata, il confronto sull’autonomia differenziata? E’ vero che Bardi, illudendosi d’essere presidente a vita, mira ad aumentare le sue competenze con l’aggiunta dell’energia e, sia per questo che per solidarietà al Governo centrale, concorda con la Lega, sebbene essa sia ormai in calo??       

In un recente accordo tra i più importanti Membri del Governo, sembra si sia deciso di doverne trattare insieme all’elezione diretta del Capo dello Stato ed alle competenze da trasferire a Roma Capitale: in tal caso, essendo necessaria almeno una modifica costituzionale, é probabile l’inconcludenza. Ma dato che “da oltre mezzo secolo ..hanno lavorato in modo univoco a privilegiare una parte del paese” (A. Varano -il Dubbio del 17/1), il Prof. Pasquino confessa ( ibidem) la convinzione che, sebbene “difficilissimo trovare un punto di caduta.., alla fine arriveranno a un minimo comune denominatore ”. Ma a chi si riferisce Varano circa coloro che “hanno lavorato in modo univoco” alla determinazione della situazione attuale?

Per diretta esperienza, sono a mia volta convinto che il “lavoro” sia stato purtroppo fatto dalle stesse Istituzioni in cui sono stato anch’io: il Parlamento e le Regioni.

Nel Primo, i <Centrosettentrionali> si sono organizzati con il sostegno puntuale delle loro Regioni, orientati e coordinati su ciascuna legge in discussione, attenti a “differenziare” il Sud: al punto che, quando proprio non arrivano a piegare la resistenza di qualche collega di orientamento opposto, frenavano il provvedimento in maniera persino soft ma determinata ad eluderla. A parte questi casi-limite, i Meridionali in Parlamento sono-in stragrande maggioranza- disattenti e disinformati, privi di sostegno dal Territorio (aiuto né offerto né richiesto); in più , ove mai si arrivasse al voto, Essi sarebbero superati dai numeri, le questioni territoriali influenzando anche le linee di partito.

Si è “lavorato”, come dice Varano, in quella direzione anche nelle Seconde, che, aggrovigliate nelle lotte intestine e per tradizione, non hanno quasi mai seguito le vicende nazionali o stabilito fra di loro un’intesa per pesare nel modo giusto.

Sono state dunque le stesse Istituzioni rappresentative a “lavorare” contro la parte povera del Paese?

FERMIAMO LE ESECUZIONI CAPITALI IN IRAN !

 

 -  Da  Nessuno Tocchi Caino newsletter <nessunotocchicaino@arte.it>  del  28/01/2023  -


‘SO CHE MI IMPICCHERANNO. FATEMI VEDERE MIA FIGLIA PER L’ULTIMA VOLTA’

Prof. Roberto Castelli* su Il Riformista del 27 gennaio 2023

 

Il Cuore dell’Iran presenta una ferita profonda e sanguina di sangue innocente, sangue dei suoi figli che vengono mandati a morire innocenti come “nemici di Dio” perché protestano contro la Repubblica Islamica.

Nel settembre 2022 dopo la morte violenta di Mahsa Amini, detenuta e violentata in un carcere di Teheran perché non indossava correttamente il velo, sono state migliaia le persone a scendere in piazza contro il regime islamico. Queste proteste sono costate al popolo iraniano, finora, oltre 500 morti e migliaia di arresti, di sparizioni in carceri dove studenti liceali e universitari subiscono violenze, torture, sevizie. Quattro uomini, di cui due poco più che ventenni, sono stati impiccati per aver “mosso guerra a Dio”.

In questo contesto si iscrivono le storie di Hassan Firouzi e Mohammad Ekhtiarian.

venerdì 27 gennaio 2023

MAI PIU' !

 -  Da   www.quirinale.it   -

 

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della celebrazione del Giorno della Memoria

Palazzo del Quirinale, 27/01/2023 (II mandato)

Rivolgo un saluto molto cordiale, ai Presidenti del Senato, della Camera e del Consiglio dei ministri, alla Vice Presidente della Corte Costituzionale, a tutti i presenti e a quanti stanno seguendo questo momento di memoria.

Un saluto particolare Edith Bruck e Sami Modiano, ringraziandoli per essere qui.

Ogni anno, il Giorno della Memoria, istituito con legge nel 2000, ci sollecita a ricordare, a testimoniare e a meditare sui tragici avvenimenti che attraversarono e colpirono l’Europa nella prima metà del secolo scorso, il Novecento; definito, da alcuni storici, non senza ragione, come «il secolo degli Stermini.»

Lo facciamo, sempre, con l’animo colmo di angoscia e di riprovazione. Gli anni che sono passati da quegli eventi luttuosi, infatti, non attenuano il senso di sconforto, di vuoto esistenziale, di pena sconfinata per le vittime innocenti che si prova di fronte alla mostruosità del sistema di sterminio di massa – degli ebrei e di altri gruppi considerati indegni di vivere - pianificato e organizzato dal nazismo hitleriano e dai suoi complici in Europa.

Il sistema di Auschwitz e dei campi ad esso collegati fu l’estrema, ma diretta e ineluttabile, conseguenza di pulsioni antistoriche e antiscientifiche, di istinti brutali, di pregiudizi, di dottrine perniciose, di gretti interessi, e persino di conformismi di moda.

Tossine letali – razzismo, nazionalismo aggressivo e guerrafondaio, autoritarismo, culto del capo, divinizzazione dello Stato - che circolarono, fin dai primi anni del secolo scorso, dalle università ai salotti, persino tra artisti e scienziati, avvelenando i popoli, offuscando le menti, rendendo aridi cuori e sentimenti.

LUNGA E BUONA VITA, GIAN CARLO !

-  Da  "PENSIERI  del  2023"  di  Gian Carlo Marchesini  in  www.calderano.it - Storia e storie  -  

"Vi prego, accogliete il mio invito. Quando la vita se ne sarà andata dal mio corpo, non voglio che diventi pasto dei vermi interrato. Voglio che sia cremato, e le sue ceneri sparse nel vento dalla roccia sopra i Garottoli di Acquafredda, quella dove venne ucciso, dagli sgherri del prete borbonico don Peluso, Costabile Carducci, eroe del Risorgimento. Lo so, forse chiedo troppo. Ma l'idea che grazie al vento le mie ceneri si spargano sul mare del Golfo di Policastro, mi piace tanto". 

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Non  si  tratta  di  chiedere  troppo...ma  l'invito  non  sembra  considerare  l'Ordinanza  vigente  a  Maratea...

  

Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili  

UFFICIO CIRCONDARIALE MARITTIMO – GUARDIA COSTIERA MARATEA

ORDINANZA N° 13/2022

 

“DISCIPLINA DELLA DISPERSIONE DI CENERI FUNEBRI IN MARE”

 

Il Tenente di Vascello (CP), Capo del Circondario Marittimo e Comandante del Porto di Maratea:

 

VISTA:

la legge 30 Marzo 2001 n. 130, recante “Disposizioni in materia di cremazione e dispersioni ceneri”;

 

la legge della Regione Calabria n. 48 in data 29.11.2019 “Disposizioni in materia funeraria e polizia mortuaria”;

 

mercoledì 25 gennaio 2023

UN SAGGIO CON UNA PAGINA DI STORIA ITALIANA DEL NOVECENTO

sottaciuta, se non ignorata, e resa "visibile" con l'inquadramento storico e la mappatura storico-geografica dei diversi tipi di campi, come "allestiti" in Italia dal Duce, con le diverse pratiche di deportazione ed internamento.


Einaudi 2004


martedì 24 gennaio 2023

IN RICORDO DI GIOVANNI (GIANNI) AGNELLI, L'AVVOCATO

 -  Da   www.repubblica.it/cultura  -

 

                                                            CULTURA

Gianni Agnelli: l’ostinata attualità di un grande italiano

Gianni Agnelli: l’ostinata attualità di un grande italiano
A vent'anni dalla morte la sua eredità nelle parole del Presidente della Repubblica
 

 

Giovanni Agnelli è stata una personalità assurta a simbolo dell’imprenditoria italiana negli anni della grande crescita economica e sociale del nostro Paese, in una fase di distensione assicurata dalle istituzioni multilaterali e in particolare dal rafforzamento di quelle europee e dal legame occidentale. Nel ventesimo anniversario della sua morte, il ricordo della sua autorevolezza, con l’azione che seppe esercitare sulle classi dirigenti, sull’intera società, con la sua influenza nel contesto internazionale, sollecita tutti a un confronto esigente.

La leadership di Agnelli consolidò la Fiat quale protagonista a livello internazionale, mostrando come una visione mondiale dello sviluppo rappresentasse una opportunità di crescita per i campioni industriali italiani e, insieme, per le nazioni cui si dirigevano gli investimenti, introducendo nel nostro mondo imprenditoriale una visione più moderna e lungimirante.

LA MEMORIA STORICA

 -  Da   www.periodicoliberopensiero.it  -

 


 

Leggi intero articolo

 

 

 

                                                 

 

lunedì 23 gennaio 2023

ANCORA DANNI A MARATEA

  Da  www.sassilive.it  -

 


 DANNI  DA  MAREGGIATA  A  MARATEA, le richieste di Imprese di pesca Maratea, Consorzio Turistico Maratea e Comitato Cittadino Castrocucco.

 
22   gennaio  2023       Redazione
 

A seguito dell’ultima mareggiata che ha colpito Maratea si registra un intervento di Manuel Chiappetta di Imprese di pesca Maratea, Biagio Salerno di Consorzio Turistico Maratea e Vincenzo Papaleo di  Comitato Cittadino Castrocucco. Di seguito il testo integrale.

Se Maratea rimane indietro, rimane indietro la Basilicata, appello delle parti sociali alla Politica Regionale..

Non abbiamo investimenti per il turismo da anni, quale visione ha la Regione per il  modello turistico di Maratea ? Qualcuno ci dia ascolto,  sembra di parlare al vento.

Il tema della sicurezza degli ultimi giorni pone la questione della  programmazione economica per la perla del Tirreno, nessuno si concentra sugli  investimenti strutturali per il nostro territorio, da tempo non si ha più una visione sul futuro della nostra economia.

Costruire e sostenere il modello turistico di un territorio significa massimo ascolto della voce degli imprenditori, massima attenzione per le vocazioni sociali economiche delle comunità e soprattutto volontà politica  per la crescita.

Come può la Regione Basilicata parlare di sviluppo turistico se Maratea  non ha le stesse attenzioni di Matera? Come può la politica Regionale non programmare sinergicamente la difesa e lo sviluppo delle aree costiere ioniche e tirreniche?

domenica 22 gennaio 2023

CHE COLPO DI GENIO A POTENZA...!!!

             Nicola  SAVINO*

Può essere apparso un colpo di genio per le casse del Capoluogo di Regione, ma si è rivelato tutt’altro che giuridicamente fondato: fors ’anche politicamente e tecnicamente errato!

Viene infatti da chiedersi perché non si sia considerato anche il danno che ne sarebbe derivato- sul versante economico ed anzitutto sociale- e al ruolo ..guida della Città ed agli stessi Borghi del circondario (peraltro bisognosi di sostegno contro lo spopolamento).

Da essi, ogni mattina, arrivano in oltre diecimila: negli uffici, nei luoghi di studio e lavoro, nei negozi, tutte occasioni su cui si “regge” la Città stessa! Da quando quell’aggeggio funziona (per fortuna ora bloccato!), venire a Potenza è costato un pedaggio non di decine, ma di centinaia e talvolta anche di più- per chi se n’è accorto tardi! Un così alto numero di persone tutte stupide? Ad essere avvertite con la necessaria intenzione, avrebbero ovviamente rallentato! Ora potranno riavere almeno i punti-patente?

La Città ha fatto una scelta opposta rispetto ai diversi Borghi: contro lo spopolamento questi inventano premi per incentivare l’afflusso, la Città ostacola…penalizzando chi viene o soltanto la sfiora!!

Un pendolare di Tricarico piangeva nell’atrio della Riscossione, letteralmente disperato: tutto il mensile insufficiente per colmare le multe totalizzate… <A saperlo!!! Perché non ci hanno avvertito in un qualche modo? Hanno voluto non invitare alla prudenza ma infliggere … fregature!>

Un altro, giovane e fresco d’ingaggio nella piana di Tito, che viaggiava intorno ai 100 per arrivare in orario, ha dovuto chiedere aiuto anche al nonno per la colletta dei punti, assolutamente preoccupato per la patente. Come recuperarne 30? (3x le 10.. fino alla prima notifica,.. non uno scherzo!).

L’Agriturismo costruito sulla collina di Vaglio con i risparmi di una lunga emigrazione .., dotatosi di… piscina per chi non può permettersi il mare, s’ è svuotato d’un tratto proprio ai primi d’ agosto! Perché i 150/200 eu per ciascuna multa non sono alla portata…ed a disporne, consentirebbero la spiaggia ed anche il pranzo!! 

sabato 21 gennaio 2023

RISPETTIAMO LA NOSTRA COSTITUZIONE !

 


No Autonomia differenziata a Regioni del Nord Sì a ponte sullo Stretto di Messina

                                         

                  21 gennaio 2023         Valerio Mignone

 

Sono trascorsi ben 28 anni dal 1994, quando, nel corso della XII Legislatura, Umberto Bossi e Roberto Calderoli riproposero il progetto politico di Gianfranco Miglio sulla Autonomia differenziata delle Regioni. Miglio si ispirava ad Alberto da Giussano, il leggendario personaggio, che, arrogante, e bellicoso, nell’aspetto, e nella esibizione di uno spadone, nel 1176, avrebbe partecipato alla battaglia di Legnano.

Miglio aveva insegnato Scienza politica presso l’Università del Sacro Cuore di Milano, rivestendo anche la carica di preside della stessa Facoltà di Scienze politiche, dal 1959 al 1989. Egli, con disinvoltura culturale, proponeva la istituzione di tre Macroregioni: Nord, Centro, Sud: “Io sono per il mantenimento della mafia e della ‘ndrangheta…Insomma, bisogna partire dal concetto che alcune manifestazioni tipiche del Sud hanno bisogno di essere costituzionalizzate. Tra Nord e Sud c’è una differenza antropologica”. Riecheggiano gli anacronistici scritti di Cesare Lombroso sulla diversità della razza umana! E duole rilevare che il “governatore” di Centrosinistra di una “Regione Rossa”, candidato alla segreteria nazionale del Partito Democratico, nel suo giro preelettorale al Sud, ometta di esprimersi sulla teoria dell’Autonomia differenziata perseguita dalla “Lega”! Per non perdere consensi al Nord?

Non si può inserire nella “Costituzione della Repubblica Italiana” l’Autonomia differenziata che privilegia Regioni del Nord, e accentua squilibri economici e sociali nell’Italia del Sud, ancora persistenti oggi, come per la Calabria, definita da Giustino Fortunato, nel secolo scorso, “sfasciume idrogeologico pendulo tra due mari”.

L’antropologo Luigi Maria Lombardi-Satriani, nato a San Costantino di Briatico, presso Vibo Valentia, già Senatore nella XIII Legislatura, si sta rivoltando nella tomba, nel rievocare le affermazioni della Lega, che minano l’Unità dell’Italia! Infatti, se si realizzasse il progetto della Lega, “L’Unità d’Italia” verrebbe “differenziata” e limitata al Lombardo-Veneto e alla zona prealpina.

venerdì 20 gennaio 2023

MA QUALE COVO ?

 

Selfie di Matteo Messina Denaro con un Medico
 

-  Da  www.treccani.it/vocabolario  -

cóvo s. m. [der. di covare]. – 1. a. Lo stesso che covile (di animali): il c. della lepre, del serpente; un c. di gufi. b. tosc. Cesta o altro luogo preparato appositamente per la cova. c. Locuzioni: fare il c., prepararsi la tana, il nido, e fig. prepararsi uno stato comodo e di benessere per l’avvenire; prendere la lepre al c., nella sua tana; fig., acchiappare, cogliere, prendere qualcuno al c., nel c. (tosc. a covo), sorprenderlo dove si credeva al sicuro o dove si era certi di trovarlo. 2. fig. Rifugio, nascondiglio di persone di malaffare o che comunque si riuniscono per tramare segretamente: un c. di briganti, di malfattori, di congiurati, di sovversivi, di terroristi; più genericam., uscire dal proprio c., non uscire mai dal c., dalla propria stanza, dal luogo ove si sta abitualmente rinchiusi; anche fig.: O Severino, de’ tuoi canti il nido, Il c. de’ tuoi sogni io ben lo so (Carducci). 

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Da giorni è alla ribalta della cronaca il termine "COVO", a proposito della cattura (?) di Matteo Messina Denaro, latitante da trent'anni...praticamente a casa sua o...nei paraggi, libero di circolare e fare la bella vita, ultimamente segnata dalla necessità di cure per gravi motivi di salute. Tanto faceva e stava facendo tranquillamente a Palermo presso la clinica privata "La Maddalena" al momento dell'arresto.

Si parla ora di un primo, secondo e terzo covo con riferimento a semplici appartamenti a piano terra peraltro in condominio, scoperti finalmente a Campobello di Mazara, piccolo Comune in provincia di Trapani, dove il superlatitante, pare stesse a suo agio da almeno un anno.

Si sostiene che, da latitante, sia stato anche in giro per il mondo e che, comunque, la maggior parte del tempo lo abbia trascorso in Sicilia senza nascondersi più di tanto, in luoghi prossimi a Castelvetrano, ove è nato nel 1962,

E  ALLORA ?  

QUALE  COVO ?  E  PERCHE'  CI  SONO  VOLUTI  TRENT'ANNI  PER  FERMARLO ?

 

 

 


 

 

IN MEMORIA DI GERMINAL CIMARELLI

 -  Da   www.gruppolaico.it  -

 

IL  DOVERE  DELLA  MEMORIA:   20  gennaio.  LA  RESISTENZA  DI  UN  OPERAIO.

20 gennaio  2023


Il 20 gennaio 1944 muore ucciso da tedeschi in battaglia presso Monte Torre Maggiore vicino Terni GERMINAL CIMARELLI ( 33 anni) operaio, Antifascista e comandante di una formazione partigiana garibaldina.

Cimarelli nacque a Terni in una famiglia di estrazione popolare e iniziò a lavorare molto giovane come operaio tracciatore presso le Acciaierie di Terni avvicinandosi alle idee socialiste e nel 1932 al Partito Comunista d’Italia clandestino. Nel 1934 militava pienamente nel ristretto gruppo comunista ternano anche se era stato iscritto d’ufficio ai fasci giovanili e, dal maggio 1934, al Partito nazionale fascista.

Nonostante questo, Cimarelli veniva vigilato continuamente dalla polizia in quanto considerato seguace delle idee comuniste: infatti Cimarelli era un attivo propagandista all’interno delle Acciaierie e più volte venne fermato e diffidato. Il 25 agosto 1936 venne arrestato con altri operai, perchè implicato nella diffusione di manifestini sovversivi inneggianti ai Repubblicani spagnoli e alla vittoria del proletariato, e condannato a cinque anni di confino di polizia alle isole Tremiti.

Anche in questa condizione Cimarelli continuò a manifestare la propria fede politica: frequentò assiduamente i confinati comunisti e non si adeguò alla disciplina imposta dalle autorità rifiutandosi, ad esempio, di effettuare il saluto romano nei pubblici appelli. Per questo subì altre condanne e per circa due anni, dal settembre 1937 al luglio 1939, venne recluso nel carcere dell’isola di Ponza.

giovedì 19 gennaio 2023

FRANA DI CASTROCUCCO: ORDINI DEL GIORNO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI

 -  Da   ivl24.it  -


FRANA  MARATEA, approvati Ordini del Giorno di Lomuti (M5s) e Amendola (Pd)

mercoledì 18 gennaio 2023

RACCOLTA DIFFERENZIATA A MARATEA: A V V I S O

 

-  Da   https://www.comune.maratea.pz.it  -


Mercoledì, 18 Gennaio 2023

CONSEGNA NUOVO KIT PER LA RACCOLTA DIFFERENZIATA DALLE ORE 10.00 ALLE ORE 15.00.

 

ANCORA PERICOLO ED EMERGENZA A CASTROCUCCO

Ottobre 2022
 
                                                





 


 
            
            


 

 -  Da  COMUNE  di  MARATEA  - Albo pretorio digitale  -

 

N° Albo:96 dell' anno:2023

Oggetto:ORDINANZA CONTINGIBILE E URGENTE DI DIVIETO DI UTILIZZO DEI FABBRICATI DI CIVILE ABITAZIONE UBICATI IN LOC. CASTROCUCCO. 

Atto:ORDINANZA SINDACALE 3/1del: 17 gennaio 2023




 

martedì 17 gennaio 2023

SERVE UNO SCOSSONE PER LA RIPRESA E IL FUTURO DELLA BASILICATA

 

                                                               Nicola  SAVINO*

 

Al più probabile Segretario del Pd, venerdì 20 a Potenza, sarebbe molto utile mostrare la stampa locale del lunedì precedente, per aiutarlo ad entrare nella realtà politica lucana!

Potrebbe, infatti, cominciare dalla “Riscossa del Sud, il Fronte meridionalista di matrice gramsciana”, che si colloca addirittura “nel continuismo dicotomico capitale- vita” (sic!) per “un meridionalismo (questo sì, da molti ampiamente condivisibile!) di lotta di liberazione e di riscatto” (un sinistrismo forse un po’ troppo.. alla Guevara?). E continuare con il   Documento degli Amministratori Lucani del Pd (proprio tutti?) che, a parte il brio della forma letteraria e la lunga elencazione dei problemi (persino collocati-chi sa perché- nei tre tempi dl memoria.. Senecana), non sembrano alla ricerca della modalità per risolverli; e, salvo un caloroso appello al passato, subordinano il loro sostegno a chi “non usi ..il trampolino di lancio per proprie cariche elettive”.

Come dire, privatevi di ogni ambizione, la pista dev’esse libera per qualcuno di noi: non per il rilancio dell’Unità, ma per la formula  “levati tu, che ci mettiamo…io!”. Una posizione e forse una mentalità che preconizza e perpetua il conflitto, con risultati ancora più negativi dei 40 mila voti perduti!

Capirà il prossimo Segretario che la collaborazione dipenderà dalla corsa alla carica, alla candidatura proficua? Del resto, a parte il Generale che scende da lontano, non è forse individualista l’anima dei cosiddetti eletti in Regione, causa della turbinosa mobilità tra di loro? I processi d’<inquinamento> hanno segnato tanto in profondità da diffondere le pratiche fondate sull’astuzia, sulla slealtà e sul doppiogiochismo?  Per cui non si capisce più chi sta con chi o contro chi, se è col simbolo proprio o in realtà dell’altro che l’ha cambiato! 

LIBERA CONTRO LE MAFIE: Comunicato stampa

 


Arresto Matteo Messina Denaro

Luigi Ciotti (Libera): "Notizia di cui essere felici, ma le mafie non sono soltanto i loro capi"

Abbiamo appena ricordato il trentesimo anniversario dell’arresto di Totò Riina, e oggi ci arriva la bella e confortante notizia dell’arresto, dopo trent’anni di latitanza, di Matteo Messina Denaro, una notizia di cui essere felici ed è giusto, anzi doveroso, il riconoscimento alle Forze di polizia e alla Procura, che per tanti anni, con sforzo e impegno incessanti, anche a costo di sacrifici, hanno inseguito il latitante.

Ciò che però un po’ preoccupa è rivedere le stesse scene e reazioni di trent’anni fa: il clima di generale esultanza, l’unanime plauso dei politici, le congratulazioni e le dichiarazioni che parlano di “grande giorno”, di “vittoria della legalità” e via dicendo. Non vorrei si ripetessero pure gli errori commessi in seguito alla cattura di Riina, e di Provenzano. Le mafie non sono riducibili ai loro “capi”, non lo sono mai state e oggi lo sono ancora di meno, essendosi sviluppate in organizzazioni reticolari in grado di sopperire alla singola mancanza attraverso la forza del sistema. Sviluppo di cui proprio Matteo Messina Denaro è stato promotore e protagonista, traghettando Cosa Nostra dal modello militare e “stragista” di Riina a quello attuale, imprenditoriale e tecnologico capace di dominare attraverso la corruzione e il “cyber crime” riducendo al minimo l’uso delle armi.

La sua latitanza è stata accompagnata anche dalla latitanza della politica indirettamente complice di quella di Messina Denaro: la mancata costruzione, in Italia come nel mondo, di un modello sociale e economico fondato sui diritti fondamentali – la casa, il lavoro, la scuola, l’assistenza sanitaria – modello antitetico a quello predatorio che produce ingiustizie, disuguaglianze e vuoti di democrazia che sono per le mafie di tutto il mondo occasioni di profitto e di potere. Ci auguriamo che all’arresto segua una piena confessione e collaborazione con la magistratura, che il boss di Cosa Nostra sveli le tante verità nascoste, a cominciare da quelle che hanno reso possibile la sua trentennale latitanza: non si sfugge alla cattura per trent’anni se non grazie a coperture su più livelli. Occorre che queste complicità emergano, anche perché solo così tanti famigliari delle vittime di mafie che attendono giustizia e verità avrebbero parziale risarcimento al loro lungo e intollerabile strazio. La lotta alla mafia non si arresta con Matteo Messina Denaro perché l’ultima mafia è sempre la penultima, perché il codice genetico della mafia affida alla sua creatura un imperativo primario: quello di sopravvivere. Ce n’è un’altra infatti che cova, ha sempre covato. Nei cambiamenti storici che sono avvenuti, ci sono sempre delle ceneri che ardono sotto. Dunque esultiamo pure per la cattura di Messina Denaro ma nella consapevolezza che l’arresto di oggi non è la conclusione ma la continuità di un lungo percorso, di una lotta per sconfiggere le mafie fuori e dentro di noi.

Luigi Ciotti