A che punto è, nel Consiglio regionale di Basilicata, il confronto sull’autonomia differenziata? E’ vero che Bardi, illudendosi d’essere presidente a vita, mira ad aumentare le sue competenze con l’aggiunta dell’energia e, sia per questo che per solidarietà al Governo centrale, concorda con la Lega, sebbene essa sia ormai in calo??
In un recente accordo tra i più importanti Membri del Governo, sembra si sia deciso di doverne trattare insieme all’elezione diretta del Capo dello Stato ed alle competenze da trasferire a Roma Capitale: in tal caso, essendo necessaria almeno una modifica costituzionale, é probabile l’inconcludenza. Ma dato che “da oltre mezzo secolo ..hanno lavorato in modo univoco a privilegiare una parte del paese” (A. Varano -il Dubbio del 17/1), il Prof. Pasquino confessa ( ibidem) la convinzione che, sebbene “difficilissimo trovare un punto di caduta.., alla fine arriveranno a un minimo comune denominatore ”. Ma a chi si riferisce Varano circa coloro che “hanno lavorato in modo univoco” alla determinazione della situazione attuale?
Per diretta esperienza, sono a mia volta convinto che il “lavoro” sia stato purtroppo fatto dalle stesse Istituzioni in cui sono stato anch’io: il Parlamento e le Regioni.
Nel Primo, i <Centrosettentrionali> si sono organizzati con il sostegno puntuale delle loro Regioni, orientati e coordinati su ciascuna legge in discussione, attenti a “differenziare” il Sud: al punto che, quando proprio non arrivano a piegare la resistenza di qualche collega di orientamento opposto, frenavano il provvedimento in maniera persino soft ma determinata ad eluderla. A parte questi casi-limite, i Meridionali in Parlamento sono-in stragrande maggioranza- disattenti e disinformati, privi di sostegno dal Territorio (aiuto né offerto né richiesto); in più , ove mai si arrivasse al voto, Essi sarebbero superati dai numeri, le questioni territoriali influenzando anche le linee di partito.
Si è “lavorato”, come dice Varano, in quella direzione anche nelle Seconde, che, aggrovigliate nelle lotte intestine e per tradizione, non hanno quasi mai seguito le vicende nazionali o stabilito fra di loro un’intesa per pesare nel modo giusto.
Sono state dunque le stesse Istituzioni rappresentative a “lavorare” contro la parte povera del Paese?
Scrive A. Varano (ibidem) “Era il 1972 quando P. Saraceno informò … il ministro Pella che il divario.. sarebbe stato azzerato entro il 2020”: per merito della Cassa del Mezzogiorno prima fase (presidente Pescatore) <il Sud non era più lo sfasciume pendulo (….) si era notevolmente attenuato>. E però, sempre secondo Varano <.i due (Pella e Saraceno) avevano valutato quello che avevano alle spalle e non quello che avevano di fronte... (non) le Regioni e lo spostamento dell’attenzione (dal) Paese ..sui territori..(Sicché) grazie alla (loro) irruzione ,le differenze ricominceranno ad allargarsi ..fino alle due Italie di oggi>.
Sono infatti già molto differenziate, <perchè in una parte lo Stato spende 4000 eu in più per ogni cittadino> e /ad esempio) <le donne muoiono di tumore al seno più numerose> (rispetto sia al Nord che al loro stesso “prima); per non parlare degli asili nido <la cui frequenza é considerata di valore strategico per la crescita> (ibidem).
Dunque, la questione su cui lavora Calderoli, è semplicemente da concentrare sul rapporto tra spesa storica e Lep, in questi termini : o dal Ministero del Tesoro si rendono disponibili <tra 190 e 140 miliardi>, oppure, nessuno, nemmeno il Nord, può far finta di credere che la questione si risolva- come pretende il callido sen. Calderoli- con la <definizione> verbale dei Lep , Nel senso che (ove il Parlamento non riuscisse in un anno) comunque procederebbe all’approvazione sulla base della spesa storica!.
*già Parlamentare e Sottosegretario di Stato
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