Nicola SAVINO*
Non è improbabile che si stia tentando di approfittare di un governo di Destra per un attacco risolutivo contro una parte della Sanità pubblica! Indizi, la persistente insufficienza delle ammissioni alle facoltà di medicina ed alle specializzazioni, l’emigrazione dei giovani per studiarle e professarle…
Se sono ospedalieri, riscuotono in privato la vista ed intervengono sul “visitato a pagamento” negli ospedali pubblici per servirsi delle apparecchiature ed eventualmente dell’equipe , al minimo, scavalcando la lista che si allunga,,, in attesa.
Nel caso-diversamente dalla Basilicata- esistano anche cliniche convenzionate o gli specialisti siano privati, è più probabile si appoggino a tali cliniche, magari di altre Regioni o a Nord, con costi rapportati alla complessità del caso e solo parzialmente rimborsabili dalla Regione di provenienza.
Un quadro che si deduce dalla descrizione dei pazienti, a favore dei quali si potrebbe forse “retribuire” gli specialisti ospedalieri anche per le diagnosi cui si fa poi seguito nelle strutture pubbliche. Molto difficile, ma forse non impossibile, se s’instaurasse un’adeguata vigilanza e si risparmiasse quanto andrà al “a piè di lista”, come sta per accadere ora !…
Che la materia sia molto complessa e che intorno ad essa girino enormi difficolta (di rilievo ideologico ed economico), si rileva dalla vicenda Usa, dove non si è riusciti ad un sistema almeno somigliante al Nostro: non Clinton nel 1993, ed i suoi stessi successori Democratici soltanto molto parzialmente. Uno degli scontro tra Questi ed i Repubblicani, fin alla stessa riduzione delle politiche sociali dai Primi.
La differenza tra la vicenda Usa e la nostra risiede nel fatto che i primi tagliano la spesa alla radice, investendo meno del necessario per lasciare spazio alle Assicurazioni private (ovviamente precluse ai poveri); e noi investiamo nel pubblico quasi tutto il necessario, ma poi con le convenzioni lo ri-giriamo al privato (con funzione sostitutiva) ed a certa parte del personale “semi-privatizzato” : quello su cui forse si potrebbe (?) lavorare per ridurre le liste!
Questo schema-salvo errori- è facile da ricavare dalle notizie che circolano. Partendo da esse e dalle stesse che hanno accompagnato la vertenza conclusasi l’11 in Basilicata, (anche per il modo in cui si è svolto l’incontro in Sala Inguscio -nient’affatto “tavolo” di trattativa ma solo di soddisfacente comunicazione tra “amici”!), sorge l’ipotesi che si sia organizzata su scala nazionale una vertenza preordinata-in tutti i dettagli e versanti- per soddisfare le richieste delle strutture convenzionate ( da noi escluse-per fortuna- quelle di ricovero e cura). Il cui interesse consiste(va) nella eliminazione del “tappo”, cioè del massimale programmato per ciascuna struttura e prestazione: il modo per controllare la spesa per ogni struttura secondo le esigenze rilevate e la disponibilità data da Roma. Farlo saltare questo nodo e arrivare “al piè di lista”, cambierà infatti di molto le cose: la struttura non dipenderà più dalla sua attività non convenzionata per quadrare la spesa annuale, e sarà del tutto coperta dai rimborsi.
Come dire che rispetto al pubblico la spesa cresce perché si aggiungerà il guadagno dell’imprenditore/ investitore. In più, diventerà più rilevante e difficile il controllo: delle impegnative con cui i medici di famiglia autorizzano le prestazioni, convenzionati gli uni per strutture anch’esse convenzionate. Il tutto a carico del pubblico ed a maggior costo, perché cresce la spesa (non solo per il <piè di lista> ma per retribuire l’investimento) ed anche perché si complica il controllo! Ma si rafforza l’adesione politica agli orientamenti al comando!
Da notizia televisiva dell’11 sera (il Cavallo di Damiano), gli ambienti governativi avrebbero deciso di abolire i massimali e di aprire completamente alle richieste delle Associazioni interessate. Quindi la veemenza (”...il modo ancor m’offende”, scrivevo giorni fa) aveva segnalato già la vittoria, anche l’alterigia verso i Rappresentati regionali, l’assicurazione delle parti governative avendo già ringalluzzito la protesta in tutto il Paese. La stessa modalità dell’incontro ad Inguscio conferma l’ipotesi, così come toni e spazi ammessi nella Tv pubblica.
Del resto, chi vivrà vedrà! Se le cose si riveleranno per quel che si dubita, perché l’intesa col Governo e con le Giunte regionali di orientamento conforme si confermerà, si sarà trattato di un primo segnale dal Pubblico al Privato, nella direzione sempre confermatasi per i guadagni negli Usa!
Un bel passo indietro rispetto alla direzione nata nel 1978 e da liberare man mano dai difetti! ns
*già Parlamentare e Sottosegretario di Stato
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