Da Avvocato e Docente di Discipline giuridico-economiche in pensione non posso che esprimere la mia vicinanza e solidarietà alla collega vittima in classe di un episodio grave e tale da censurare subito con circostanziata nota in registro di classe per i successivi provvedimenti di competenza del Consiglio di classe in armonia con la vigente normativa, Statuto degli studenti compreso.
Mi sembra di cogliere, da quanto riferisce l'Insegnante, la sua amarezza a fronte del comportamento delle famiglie dei ragazzi e di un tardivo, probabilmente inadeguato intervento della scuola nei confronti degli autori del fatto- reato e dell'intera classe, tanto da essere stata costretta a sporgere personale denuncia per una vicenda che, a mio parere, avrebbe meritato e merita una sua giusta definizione con rapido ed efficace procedimento sanzionatorio-educativo innanzitutto in sede scolastica, trattandosi peraltro di studenti minorenni
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La prof colpita con pistola ad aria compressa denuncia la classe: “Sono uscita piangendo, genitori schierati con i figli”
Di Redazione
Oggi arrivano importanti aggiornamenti sul caso. La docente, Maria Luisa Finatti che insegna Scienze e Biologia, è stata intervistata da Il Mattino di Padova spiegando quali provvedimenti ha preso: la prof ha denunciato tutti i 24 studenti di quella classe
per i reati di lesioni personali, oltraggio e pubblico ufficiale,
diffamazione a mezzo social e atti persecutori. La denuncia è stata
depositata dai suoi avvocati Nicola Rubiero e Tosca Sambinello al Tribunale dei minori di Venezia.
La prof ha ricostruito quegli orribili momenti in cui è stata ferita,
oltre che a livello fisico, anche nell’animo: “Erano studenti di prima,
appena arrivati alle superiori. Hanno avuto il coraggio di spararmi per
ben due volte, una all’inizio della lezione e poi anche alla fine.
Quattro o cinque pallini contro di me, mirando in faccia. Infatti mi
hanno colpito allo zigomo”.
“Non mi sono resa conto subito della situazione, perché non pensavo
potessero arrivare a tanto. Alcuni di loro avevano organizzato tutto:
uno ha portato la pistola, uno ha sparato, altri hanno filmato con i
telefonini. E tutto per cosa? Per diventare famosi, per guadagnare
follower su Instagram e TikTok. A loro interessava solo quello. Con la
complicità dell’intera classe”, ha aggiunto inorridita.
La donna è riuscita a non scomporsi più di tanto, nonostante si sentisse molto umiliata:
“Non ero lucida e dopo una sfuriata ho pensato che fosse mio dovere
restare in cattedra. Così ho fatto, ho continuato a spiegare. Ma alla
fine dell’ora, mentre stavo per scrivere sul registro quel che era
accaduto, ecco la seconda serie di spari. Sono uscita dall’aula
piangendo”.
Individuati quattro ragazzi
Cos’è successo dopo? “Il vicepreside ha fatto gli accertamenti
successivi e ha trovato la pistola ad aria compressa in giardino:
l’avevano lanciata dalla finestra insieme ai pallini. La scuola ha
avvisato anche la polizia. Erano stati individuati quattro ragazzi: il
giovane che ha sparato, l’autore del video, il proprietario della
pistola e un quarto complice. Ma, da quel che so, le sospensioni non
sono ancora scattate”, ha spiegato la docente.
L’avvenimento ha lasciato sicuramente un segno profondo nella donna:
“Sono rimasta a casa qualche giorno e ho passato più di qualche notte
insonne. Non ho più insegnato in quella classe. Ma l’ansia c’è ancora,
così come il timore di essere derisa”.
L’insegnante si è trovata praticamente sola: “Il 17
novembre scorso un collega ha dovuto dare una nota a due ragazzi, perché
scimmiottavano la mia reazione dopo i primi spari. Ma c’è un’altra cosa
che mi ha ferito. Ad eccezione di un ragazzo, nessuno è venuto a
scusarsi: né tra gli studenti, né tra i genitori. Lo reputo un
atteggiamento molto grave. Sono stata abbandonata, ed è una delle
ragioni per cui ora mi sento additata. Quando entro a scuola non è più
come prima, c’è sempre una certa angoscia”.
La reazione di colleghi e genitori
“Il nostro mestiere non può diventare pericoloso e in questo i
genitori dovrebbero essere nostri alleati, invece sono totalmente
schierati con i figli. C’è chi è andato a parlare direttamente alla
preside, senza nemmeno preoccuparsi di me”, queste le parole della Finatti, molto polemiche nei confronti dell’atteggiamento assunto da alcuni genitori.
Anche alcuni colleghi non sembrano essere stati empatici con la prof: “Come
in ogni ambiente di lavoro, c’è anche chi pensa che sia stata io a
sbagliare, perché non so tenere a bada la classe. Come se fosse normale
venire a scuola con la pistola ad aria compressa”, ha raccontato.
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