giovedì 30 aprile 2020

NOTA DI DON MARCELLO COZZI (LIBERA BASILICATA)


Boss e covid: lo Stato non abdichi nella lotta alla mafia

Incontro pentiti di mafia da almeno venti anni.
Personaggi anonimi, ma anche i responsabili delle stragi più efferate, e che hanno fatto la storia recente di questo nostro Paese.
Furbi e opportunisti che hanno saputo approfittare dei benefici di una legge nata dal sangue di chi è morto per sconfiggere quella cancrena che sono le mafie, ma anche uomini e donne che invece fra le righe di quella stessa legge hanno saputo cogliere l’opportunità di voltare pagina, di mettersi tutto alle spalle e collaborando con le autorità giudiziarie hanno dato un notevole contributo nello smantellamento del mondo al quale un tempo loro appartenevano.
Da vent’anni, girando l’Italia e passando da carceri di massima sicurezza alle località protette più impensabili, incontro persone che vivono da invisibili e come fantasmi nella speranza di poter ricominciare la propria vita pur sapendo che forse il futuro che li attende sarà molto più difficile dell’inferno che si sono lasciati dietro.
Fra le tante cose che ho imparato in questi lunghi anni da tutta questa gente è stata l’importanza del 41bis. Strano ma vero. Al netto degli approfittatori e dei doppiogiochisti – che sono tanti ma che ad un certo punto non ti cercano più non sopportando la radicalità di un dialogo franco che non dimentica mai che misericordia, giustizia e carità sono gli elementi indispensabili per poter continuare a camminare insieme – sulla bocca di tutti ho trovato solo parole di apprezzamento per quel periodo di isolamento vissuto durante il carcere duro. Difficilmente dimenticherò ciò che un giorno mi disse uno di loro: “quelle quattro pareti diventarono per me come quattro specchi che per la prima volta in vita mia mi fecero guardare dentro di me”. Così come le parole di uno degli autori della strage di Capaci: “l’uomo nuovo che sono oggi lo devo alle intuizioni e al coraggio di Falcone e Borsellino”.
Ecco, paradossalmente e misteriosamente, nel sangue di tante vittime innocenti di mafia affondano le radici dei cammini di pentimento di tanti ex boss.
Oggi, purtroppo, nel sacrificio delle tante vittime innocenti di questa pandemia affondano le radici della libertà e della speranza di libertà di tanti boss che invece non hanno mai voluto mettersi in discussione.
Quello Stato che anni fa dinanzi alle gravi malattie di Provenzano e Riina seppe conciliare il diritto alla salute con il dovere della giustizia, non commetta oggi lo sbaglio di abdicare a questo dovere per non ritrovarsi a gestire dopo la strage di questi giorni il rischio di un pericoloso ritorno al passato.

don Marcello Cozzi

martedì 28 aprile 2020

UN PREMIER DA TENERCI "STRETTO E CARO"

Giuseppe Conte, nato a Volturara Appula l'8 agosto 1964
Giurista e politico, Giuseppe Conte è il nostro attuale Presidente del Consiglio dei Ministri, nel tempo del Coronavirus (Covid 19) e della pandemia.
Concordo con quanto scritto sulla sua persona da Gian Carlo Marchesini, che di seguito richiamo:

"Giuseppe Conte è un personaggio insolito per il panorama politico italiano. Non è mai fazioso o partigiano schierato, di destra, di centro o di sinistra che sia. Non tifa, non ammicca, non usa linguaggi doppi o di consorteria. Non per questo è riluttante o indecifrabile nel suo pensiero. Resterà nella storia il ritratto con il bisturi che ha fatto di Salvini, seduto accanto a lui, in Parlamento, basito e pietrificato. Conte è pienamente dentro, capace e competente, rispetto al ruolo di premier che svolge in modo responsabile ed equilibrato. Non in obbedienza a qualche lobby o potentato, ma al servizio della cosa pubblica e guidato dal senso dello Stato. Cosa che dovrebbe essere un atteggiamento ovvio, ma che in Italia è piuttosto raro. Insomma, in Olanda hanno Rutte, in Inghilterra Johnson, in Ungheria Orbàn. Noi abbiamo Conte, un premier poco scenografico, né troppo dolce né troppo amaro. Specialmente in questa emergenza drammatica del virus, mi sa che è il caso di tenercelo stretto e caro". 
           -Da  "Pillole"  di Gian Carlo Marchesini  in  www.calderano.it-

DA GENOVA UNA SPERANZA PER L'ITALIA

Opera dell'Arch. Renzo Piano - Lunghezza: m. 1067 - Larghezza: m. 31
Dopo il crollo del ponte Morandi il 14 agosto 2018 con 43 vittime, ecco il nuovo ponte di Genova che scavalca il torrente Polcevera, realizzato grazie ad un cantiere h 24 ancora in atto e con inaugurazione prevista per la prossima estate. 

"Un cantiere simbolo per l'Italia intera - ha detto questa mattina il Premier Conte -: è il cantiere dell'Italia che sa rialzarsi, che si rimbocca le maniche, che non si lascia abbattere, non si lascia sopraffare. Genova è un modello per l'Italia. E insegna che il più grande atto d'amore è impegnarsi a ripartire insieme".
 


lunedì 27 aprile 2020

UNA "PILLOLA" PER MEDITARE E VALUTARE

-Da "PILLOLE"  di Gian Carlo Marchesini in www.calderano.it-
    
"Il vero responsabile del corona virus è chi ha consentito lo sterminio degli alberi, le colate di cemento e la proliferazione delle auto nei centri urbani, la corsa all'urbanizzazione selvaggia e l'abbandono dei borghi, l'agricoltura chimica e l'allevamento intensivo degli animali, lo smaltimento dei rifiuti di tutti i tipi, da quelli chimici ai nucleari, nelle terre dei fuochi, nei corsi d'acqua, nei mari. Il responsabile del corona virus è chi ha scelto il portafoglio pieno e non la salute dei polmoni, il conto in banca gonfio e non la prevenzione dei tumori, le cliniche private per ricchi e non la medicina di base per tutti". 

domenica 26 aprile 2020

CIAO MENA !

Filomena Barra- Torraca, 2/5/1939- Sapri, 22/4/2020



"La morte è la curva della strada,
morire è solo non essere visto.
Se ascolto, sento i tuoi passi
esistere come io esisto.
La terra è fatta di cielo.
Non ha nido la menzogna.
Mai nessuno s’è smarrito.
Tutto è verità e passaggio".

Fernando Pessoa







Ed io ti rivedo quando, ancor giovane, con i Tuoi cari genitori mi accoglievi in quella casa dal profumo familiare nel Centro storico di Torraca, piccolo paese cui un giorno sono arrivato da compagno di Ginnasio di Nicola (Nino), Tuo fratello,  mio carissimo compagno di studi anche all'Università e da sempre  amico fraterno.
Mite, sorridente e generosa, la Tua silenziosa ed operosa presenza era palpabile tra quelle pareti, ove sei rimasta anche dopo la scomparsa di papà e mamma, da sola, quasi a custodirne gelosamente la memoria, almeno fino a quando l'età e la salute te lo hanno permesso.
Eccomi ora qui, commosso, a salutarTi nel tempo del Coronavirus (Covid 19), che non mi ha consentito di farlo da vicino e di accompagnarTi  verso l'estrema dimora.., lungo "la strada...nell'ultimo tratto".

                                               CIAO  MENA,  RIPOSA  IN  PACE !

sabato 25 aprile 2020

IO RESTO LIBERO


VIVA LA LIBERTA' !

  
  -Da www.quirinale.it-                    

                              MESSAGGIO  DEL  PRESIDENTE  DELLA  REPUBBLICA

«Nella primavera del 1945 l’Europa vide la sconfitta del nazifascismo e dei suoi seguaci.
L’idea di potenza, di superiorità di razza, di sopraffazione di un popolo contro l’altro, all’origine della seconda guerra mondiale, lasciò il posto a quella di cooperazione nella libertà e nella pace e, in coerenza con quella scelta, pochi anni dopo è nata la Comunità Europea.

venerdì 24 aprile 2020

A PROPOSITO DEI "MERIDIONALI INFERIORI"

Su  Facebook  lo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni interviene su Vittorio Feltri


("Meridionali inferiori", ndr): "Non è il fatto in sé. Perché non si può impedire a qualcuno di suicidarsi professionalmente, orinando su una carriera che ha avuto momenti di gloria e rinunciando per sempre a quella minima credibilità che qualcuno ancora gli attribuiva. Non si può impedire a qualcuno di fare il pulcinella (con la minuscola, per carità, la maschera ha ben altra dignità), prestandosi a una televisione spazzatura che è superata da decenni, col conduttore che finge divertita indignazione di fronte alle scomposte esternazioni ampiamente concordate in precedenza, che condivide pienamente senza il coraggio di esprimerle. Non si può evitare che un cosiddetto esponente della (sub)cultura condivida una mentalità ottusa, antistorica, curvaiola e sostanzialmente illegale e la esprima senza alcun argomento e senza alcuna logica.

giovedì 23 aprile 2020

FUORI DAL TEMPO....

Vittorio Feltri, nato a Bergamo il 25 giugno 1943
E' il giornalista, Direttore del quotidiano "Libero", noto per il suo atteggiamento critico nei confronti del sud e dei meridionali, sfociato già più volte in espressioni offensive. Da ultimo, durante recente puntata della trasmissione "Fuori dal coro", condotta su Rete 4 da Mario Giordano,  ha tra l'altro testualmente detto:
"...I meridionali in molti casi sono inferiori...".

Il conduttore Giordano non ha apertamente ed energicamente preso le distanze dal discorso offensivo dell'ospite della sua trasmissione.

Naturalmente in tanti hanno sin da subito protestato e continuano a protestare soprattutto contro Feltri ma anche contro Giordano ed è probabile che il caso sia portato all'attenzione dell'Ordine dei gionalisti e della Magistratura.
Non posso che esprimere il mio sconcerto a fronte di quanto accaduto nello studio Mediaset di Rete 4 ed evidenziare, da meridionale, cittadino italiano ed europeo, che personaggi del genere più che fuori dal coro mi appaiono...FUORI  DAL  TEMPO.



mercoledì 22 aprile 2020

CON EMANUELE MACALUSO: VIVA IL 25 APRILE !


Emanuele Macaluso, nato il 21 marzo 1924 a Caltanisetta
 -Da "Fortebraccio" -Blog indipendente di informazione sindacale - news del 21/4/2020.

"CONTRO I MISERABILI, VIVA IL 25 APRILE!
  
 C’è un miserabile tentativo di un gruppo di ex fascisti, che in questi anni hanno persino ricoperto ruoli di governo, che vorrebbero adesso cancellare il significato della celebrazione del 25 aprile.
Ieri Il Fatto Quotidiano ha pubblicato la notizia di una iniziativa di un gruppetto di “meloniani” – La Russa, Rauti, Santanchè – che propone di utilizzare la ricorrenza non per ricordare la Resistenza e la liberazione dal fascismo, bensì “per onorare i morti di tutte le guerre, del coronavirus, cantando non Bella Ciao ma la canzone del Piave”.
Giustamente, il giornale ricorda agli smemorati il comunicato del Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia, firmato dagli esponenti della DC, Pci, Psi, del Partito liberale e del Partito d’azione, che decise la fucilazione di Mussolini. Di quel Mussolini responsabile dichiarato della uccisione di Giacomo Matteotti, dell’incarcerazione e la morte di Antonio Gramsci, della uccisione di don Minzoni: tutti fatti svoltisi negli anni in cui assunse il potere, e poi lo sterminio di migliaia di antifascisti, incarcerati e uccisi e di partigiani impiccati ed esposti sugli alberi della città di Milano; responsabile delle leggi razziali e della deportazione di ebrei e minoranze nei lager nazisti.
 I fascisti che oggi circolano nel nostro Paese minacciano di morte da qualche tempo il direttore de La Repubblica, Carlo Verdelli, reo di fare il suo mestiere e di farlo in un quotidiano di sinistra e antifascista. A mio avviso, in questi anni c’è stata molta tolleranza nei riguardi del neofascismo non applicando la “legge Scelba”. E soprattutto non manifestando, in modi diversi, anche istituzionali, contro atti di minaccia fascista, come quello che oggi prende di mira Verdelli. Questo non è un caso personale. Tocca tutti e non solo il giornalismo. E, forse, sarebbe utile che anche dal Quirinale si dicesse qualche parola dal momento che si minaccia il direttore di un giornale e la libertà di stampa.
Viva il 25 aprile!"
          Emanuele Macaluso

50 ANNI DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA

Foto scattata il 24 dicembre 1968 da astronauta dell'Apollo 8
RISPETTIAMO   E  DIFENDIAMO  QUESTA  NOSTRA  TERRA...E  L'UNIVERSO !

Da “Cedi la strada agli alberi” di Franco Arminio

Abbiamo bisogno di contadini, di poeti, gente che sa fare il pane,
che ama gli alberi e riconosce il vento.
Più che l’anno della crescita,
ci vorrebbe l’anno dell’attenzione.
Attenzione a chi cade, al sole che nasce
e che muore, ai ragazzi che crescono,
attenzione anche a un semplice lampione,
a un muro scrostato.
Oggi essere rivoluzionari significa togliere
più che aggiungere, rallentare più che accelerare,
significa dare valore al silenzio, al buio, alla luce,
alla fragilità, alla dolcezza.

LA SANITA' TRA STATO E REGIONI


Nord e Sud al tempo della pandemia
Valerio Mignone *


Da quando è esplosa la pandemia da Coronavirus impazza sulla stampa la polemica sulla Sanità tra le varie Regioni d’Italia, fino a degenerare in baruffe da pianerottolo nel corso di interviste a virologi e immunologi nei vari notiziari e talk show radiotelevisivi. 
E’ apparsa la diversità di comportamento tra i Presidenti delle varie Regioni del Nord invase dal virus, non senza cadute di stile nei riguardi del Presidente del Consiglio e del Ministro per gli Affari regionali. E in tale contesto si è manifestata anche un’aria di superiorità e saccenteria di consulenti sanitari milanesi verso primari degli ospedali di Napoli, ove nel frattempo attecchiva il Coronavirus.
A ristabilire fiducia negli ospedali di Napoli è stato un servizio di SKY news inglese, che illustrava una sorprendente funzionalità dell’Ospedale “Cotugno”, ove, da sempre, operano primari che, senza esibizionismi, riescono ad eccellere nella clinica e nella ricerca, tanto da decidere di sperimentare contro il Coronavirus un farmaco impiegato con successo per la cura dell’artrite reumatoide. 
Dopo l’improvviso e tumultuoso esodo biblico di meridionali che, terrorizzati, e ignorando ogni ordinanza, fuggirono dal Nord al Sud per trascorrere la quarantena nelle loro case d’origine, fortunatamente la malattia si è diffusa con minore invasività. A ciò ha contribuito il civismo, prima vituperato, dei meridionali, ligi, sin dal loro rientro, ad osservare quanto ordinato dalle Autorità regionali, per bloccare, o limitare i contagi e la malattia, di intesa con la Protezione civile, puntuale a trasmettere quotidianamente bollettini di informazione, anche in traduzione per sordi.

martedì 21 aprile 2020

UN PLAUSO AL PREMIER GIUSEPPE CONTE


-Da  "LIBERO  PENSIERO"  - Associazione nazionale del libero pensiero "Giordano Bruno"
                                            - www.periodicoliberopensiero.it -

Conte sta dimostrando dignità


"Quando c'è stato da criticare lo abbiamo fatto.
Quando lo abbiamo visto salire per la prima volta al Quirinale per ricevere l'incarico di Presidente del Consiglio ci siamo chiesti, in tanti, chi fosse. "Un burattino di Salvini e Grillo", abbiamo pensato.
Poi, quel giorno di agosto, quando Salvini capendo di aver commesso un'idiozia ha cercato di ritornare sui suoi passi e non far più cadere il governo, Conte ha dimostrato a lui e al Paese tutta la sua dignità: "Se non vuoi più chiedere le miei dimissioni, allora le dimissioni le do da me".
L'altro ieri Giuseppe Conte ha ceduto.
Il premier che non urla, che non fa il clown, che non fa slogan, che mantiene la calma, che resta impassibile e ha creato un modello di lotta alla pandemia oggi imitato in tutto il pianeta, ha ceduto.

Intervistato sul momento più difficile di questa emergenza ha ricordato le ore dei primi decessi.
E la ragione ha ceduto all'emozione.

Tutto il coinvolgimento emotivo che sta patendo da settimane, tra persone da salvare, un Paese da tenere in piedi mentre politici senza scrupoli cercano di scatenargli l'Italia contro bufale, manipolazioni, è venuto fuori.
L'espressione di quell'uomo sul punto di piangere è l'espressione di una persona che sta semplicemente facendo il meglio che può.
Senza calcoli elettorali, senza avere la pretesa di possedere la verità.

Oggi al suo posto avremmo potuto avere qualcuno che senza esitazione avrebbe sfruttato il dramma per elevarsi a difensore della Patria.
Avremmo vissuto in uno show perenne.
Invece abbiamo alla guida del Paese un uomo rispettoso delle istituzioni, che lavora incessantemente per il paese anziché per il partito.
E che merita, almeno per quel che mi riguarda gratitudine".
 
Cathi La Torre 
 


NO ALL'USURA ED AGLI USURAI


                                         INTERESSE  UOMO  -  Fondazione nazionale Onlus
                                                                                

                                                                                  COMUNICATO STAMPA.

Per non andare da un inferno all’altro. Lettera aperta agli operatori commerciali e imprenditoriali

Si presenteranno a voi ben vestiti e con modi gentili. Magari li conoscete da tempo o ve li presenterà qualche amico di vostra fiducia.
Vi diranno che comprendono le difficoltà del momento e condivideranno tutta la vostra rabbia nei confronti di chi in questi giorni vi sta promettendo aiuto ma senza farvi vedere, ancora, neanche l’ombra dei soldi di cui avete bisogno.
Loro invece i soldi ve li porteranno sul palmo di una mano, saranno pronti a consegnarveli in massimo 48 ore, una banconota sull’altra, e ve li presteranno con interessi bassissimi: anche all’1,5%, massimo al 2%. Roba da far impallidire qualunque banca, anche la più disponibile.
Vi saranno molto utili quei soldi, soprattutto nelle settimane e nei mesi che verranno.

domenica 19 aprile 2020

COMUNICATO STAMPA UPEL MARATEA TRECCHINA


Università Popolare dell'Età Libera- Maratea Trecchina
Via Ondavo, 32 -85046  Maratea (PZ)
Tel.-Fax: 0973 876548

Comunicato Stampa
Lettera aperta al Presidente del Consiglio dei ministri 
e al Presidente Regione Basilicata da parte di ultrasettantenni

Valerio Mignone*

L’Università Popolare dell’Età Libera (UPEL) di Maratea Trecchina è un’Associazione culturale senza fini di lucro, del circuito AUSER, cui sono iscritti anche – e non solo – ultrasettantenni; tutti in “condizioni di intendere e di volere”, pur con qualche acciacco, che smentisce, comunque, l’antica massima latina “Senectus ipsa est morbus”. 
Questi ultrasettantenni “con patologie” si sono allarmati nel leggere che, tra le probabili misure allo studio da inserire nel prossimo Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la Fase 2, potrebbe esserci per loro il divieto di uscire di casa, come riportato in un articolo, con titolo a quattro colonne del Corriere della Sera, firmato da Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini:“Limiti agli spostamenti per anziani...”, “…Oltre agli over 70 con patologie… per evitare che possano essere veicolo di contagio”.   
Nella convinzione che Ella, professor Conte, da fine giurista, potrebbe non accettare la proposta di una simile norma per probabili violazioni dei Principi fondamentali della Costituzione italiana, è opportuno ricordare che gli ultrasettantenni, pur decimati dalla pandemia da Coronavirus, costituiscono, comunque, un grosso numero della popolazione italiana, svolgendovi anche funzioni sociali importanti.
Della temuta nuova norma potrebbe soffrire persino il Parlamento italiano, ove siedono non pochi ultrasettantenni “con patologie”, a meno che non si approvi una deroga, con la inevitabile accusa di “privilegio della casta”. 
Tale lettera aperta si indirizza anche al Generale Vito Bardi che, nelle sue funzioni di Presidente della Regione Basilicata, verrà ascoltato nella cabina di regia sui movimenti dei cittadini.   
*Presidente della Università Popolare dell’Età Libera di Maratea Trecchina
Maratea 19 aprile 2020




A PROPOSITO DEL LAVORO IN AGRICOLTURA IN BASILICATA


venerdì 17 aprile 2020

ADDIO A LUIS SEPU'LVEDA

Vittima  del  coronavirus


Nato a Ovalle (Cile) il 4/10/1949 e deceduto a Oviedo (Spagna) il 16/4/2020
"Sono uno scrittore - diceva Sepúlveda - perché non so fare altro che raccontare storie. Ma sono anche un essere sociale, un individuo che rispetta sé stesso e intende occupare un piccolo posto nel labirinto della storia. Da questo punto di vista, sono il cronista di tutti coloro che giorno dopo giorno vengono ignorati, privati della storia ufficiale, che è sempre quella dei vincitori". 

giovedì 16 aprile 2020

DALLE MASCHERE ALLE MASCHERINE

 Il passo è stato breve, mentre in tanta parte di “quest’atomo opaco del Male”(1), pur nella consapevolezza di guerre, terrorismo, distruzione, miseria, fame e morte provocati  ancora dalla specie Sapiens (intelligente) del genere Homo (uomo), mai pago di essere anche un “serial killer ecologico” (2), sfarzosamente ci si preparava per poi festeggiare il Carnevale 2020.

Sì, il passo è stato breve, con l’ignoto, malefico, strisciante, micidiale coronavirus (Covid 19) alle porte e pronto alla diffusione di epidemia e pandemia tra gli esseri umani, colti ancora una volta di sorpresa ed assolutamente impreparati. Ed è stata una strage, nonostante l’affannoso e disperato correre ai ripari… Ed è ancora, purtroppo, una strage quotidiana, nonostante l’azione di difesa da parte degli Stati  e l’instancabile adoperarsi, per così dire, al fronte ed in prima linea, di medici, infermieri ed operatori sanitari.

lunedì 13 aprile 2020

RICORDI...NELLA LUCE DEL PORTO

-Da  'U  funnicu.it - Museo virtuale della civiltà marinara di Maratea -

                 U Portu (di Francesco Chiappetta)


Il Porto

Il Porto è mia madre che lava i panni alla fontana ; mio zio che rammenda reti al fresco del fondaco: noi che, da bambini, andiamo scalzi sulla rena cocente. Il Porto è spesso questi ricordi,soprattutto per chi è costretto a non abitarlo,a viverlo nella sua affascinante,monotona,imprevedibile e naturale quotidianità. Ultimamente, grazie alle belle intuizioni fotografiche di Tania, il ricordo si accende per mezzo di una luce particolare, perché è la luce la vera protagonista di queste fotografie (etimologicamente dal greco photos=luce e graphein=scrivere). Tania sa catturare nell’istante fotografico questa luce e con essa scrive poesie dedicate al porto e a tutti i suoi amanti. L’inquadratura è quasi sempre la stessa,vincolata com’è dai confini delle cose e dall’attrattiva naturale del golfo, del mare, dal profilo superbo del monte Bulgheria e dalla nostra cara madre Timpa. Il resto lo mette la Divina Provvidenza: il cielo plumbeo bucato dal raggio rosso, la linea sottile,rossa e sfumata verso il rosa in un orizzonte lontanissimo fra gli Infreschi e l’infinito:il buco di luce nel blu compatto di un tetto di nuvole blu; il sole che sfuma lontano dietro la punta, oltre Palinuro; la luce del Giudizio universale che avvolge il gallo del fumaiolo che appare netto, svettante su una nuvola bianca quasi nido involontario e soffice. Catturare quest’atmosfera sembrerebbe facile ma guardando l’equilibrio dei colori e la nettezza delle forme fa pensare ad un padroneggiamento del mezzo fotografico di buon livello.

NASCERE E...RINASCERE


domenica 12 aprile 2020

ALLELUIA !

                                                                BUONA    PASQUA !

sabato 11 aprile 2020

A CENTO ANNI DALLA NASCITA

-Da  www.quirinale.it

Dichiarazione del Presidente Mattarella nel 100° anniversario della nascita di Emilio Colombo

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«Figura di rilievo europeo, nasceva cento anni fa a Potenza, Emilio Colombo.
Esponente di una classe dirigente che aveva trovato nella partecipazione all’Azione Cattolica la espressione della sua “alterità” rispetto al fascismo, negli anni della formazione giovanile, Colombo fu espressione di un riformismo di impronta sociale che, a partire dalla riforma agraria, alla legge su Matera, individuò nel Mezzogiorno la chiave di volta per la effettiva realizzazione dei principi e dei diritti sanciti dalla Costituzione.
Eletto a soli 26 anni all’Assemblea Costituente, avrebbe lasciato la Camera dei Deputati dopo undici legislature per essere poi nominato dal Presidente della Repubblica, Ciampi, senatore a vita nel 2003.
Legato fortemente alla Basilicata, sua terra di origine, Colombo fu anche, per un biennio, Sindaco di Potenza.
Ministro in importanti dicasteri, dal Tesoro agli Affari Esteri, Presidente del Consiglio, lo statista lucano portò la sua competenza a servizio degli interessi del Paese e della costruzione della comune causa europea.
Presidente in carica del Parlamento Europeo, fu fra i promotori della elezione diretta dei membri dell’assemblea di Strasburgo, conseguita nel 1979.
Un ruolo, il suo, che gli valse la attribuzione dei prestigiosi Premio Carlo Magno nel 1979 e Jean Monnet nel 2011.
Alla sua personalità la Repubblica rende oggi omaggio».

Roma, 11/04/2020
 

E' PASQUA !

                                                 Riflessioni  di  don  Marcello  Cozzi


I segni della Pasqua, in questi giorni di morte

Avviene tutto di notte, nel silenzio della notte, nel buio della notte, nelle solitudini della notte.
Avviene mentre intorno tutto parla di morte, quando il dolore per i progetti spezzati supera di gran lunga l’umana necessità di dover ricominciare daccapo, quando la rassegnazione ha preso il sopravvento e ci si chiede sconsolati dove trovare la forza per riprendere il cammino.
Avviene quando la nostalgia per ciò che è stato, non fa guardare avanti, e quando la paura – degli altri e di un futuro incerto – diventa l’unica compagna di viaggio di una vita ormai rinchiusa fra le quattro mura di casa.
Avviene quando nessuno se ne accorge, senza manifestazioni eclatanti, senza riti solenni, senza segni straordinari. Avviene e basta. In silenzio.
Così avviene la Pasqua nel racconto dei vangeli.
Questo è il Dio di Gesù di Nazareth: discreto, inedito e nascosto per tutta la sua vita, fino alla fine. Finanche nel momento della vittoria.

venerdì 10 aprile 2020

GLI AUGURI DELL'UPEL MARATEA TRECCHINA


     Auguri! Con la Resurrezione di Cristo risorge l’Umanità, e l’Italia


A Maratea, la luna piena del 7 aprile scorso, per la bellezza dei suoi contorni netti e luminosi in un cielo limpido, attirava lo sguardo anche delle persone più distratte. Sembrava che, per autodifesa, volesse dirigersi, o cadere, tra le braccia del Cristo Redentore del Monte San Biagio, pronto, a sua volta, a raccoglierla. Sembrava intimorita dall’essere ancora considerata, per le credenze sugli influssi degli astri sulla Terra, la fonte della pandemia, come accadde per la peste a don Ferrante, che andò a letto a morire “prendendosela con le stelle”.

Della gravità dell’attuale pandemia non c’è memoria storica per numero di infettati e di morti, per rapidità di diffusione, simultaneità ed interessamento delle popolazioni di tutti i Continenti. Si può citare soltanto la “Spagnola”, del 1918, per il gran numero di vittime, e per la estensione dei contagi.

Generata dal Coronavirus, o Covid 19, questa pandemia è stata paragonata ad una guerra, ma guerra non è, perché le sue vittime sono di gran lunga più numerose. E della guerra non ha il rombo assordante degli aerei, o il frastuono dei carri cingolati, che facevano scappare, per mettersi in salvo, in grotte e scantinati, in aperta campagna, o - come ricorda Alda Merini - verso risaie, ove l’acqua avrebbe impedito lo scoppio e la deflagrazione delle bombe.