Su Facebook lo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni interviene su Vittorio Feltri
("Meridionali inferiori", ndr): "Non è il fatto in sé.
Perché non si può impedire a qualcuno di suicidarsi professionalmente,
orinando su una carriera che ha avuto momenti di gloria e rinunciando
per sempre a quella minima credibilità che qualcuno ancora gli
attribuiva. Non si può impedire a qualcuno di fare il pulcinella (con la
minuscola, per carità, la maschera ha ben altra dignità), prestandosi a
una televisione spazzatura che è superata da decenni, col conduttore
che finge divertita indignazione di fronte alle scomposte esternazioni
ampiamente concordate in precedenza, che condivide pienamente senza il
coraggio di esprimerle. Non si può evitare che un cosiddetto esponente
della (sub)cultura condivida una mentalità ottusa, antistorica,
curvaiola e sostanzialmente illegale e la esprima senza alcun argomento e
senza alcuna logica.
Non si può evitare che ancora qualcuno sia
così masochista e sofferente da sintonizzarsi su canali televisivi ormai
morti da tempo immemorabile in orario serale, mortificando se stesso e
ogni desiderio di approfondimento. Non si può evitare che qualcuno finga
di ignorare che quello che ha espresso De Luca è tutt'altro che un
atteggiamento antilombardo, ma solo una legittima preoccupazione per la
scelta di aprire le attività come se non ci fossero ancora mille contagi
al giorno, condannando di fatto a morte decine o centinaia di persone.
Non è il caso di specificare che esistono decine di posteggiatori
abusivi che hanno una mentalità più aperta e moderna dell'incontinente
esternatore, che nutrono la legittima ambizione di invecchiare molto
meglio e di non attirare l'inorridita pietà di chi li ha conosciuti in
tempi in cui erano più presenti a se stessi. Non è il caso di ricordare
che c'è una precisa ragione di ordine storico ed economico per quei
quattordicimila malati che vanno a curarsi in Lombardia; che pagano, per
farlo; che in grandissima parte a curarli sono sanitari meridionali,
che a loro volta sono stati costretti ad andarsene per trovare lavoro.
Nemmeno vale la pena di ricordare, con un lungo brivido di terrore, che
l'incontinente esternatore è stato il candidato alla presidenza della
Repubblica di una parte politica in cambio difesa e sostenuta con un
giornale pagato e mantenuto coi soldi (anche) dei vituperati, inferiori,
ignobili meridionali. Ma non è questo, il punto. Il punto è che questo
preteso sentimento antisettentrionale, CHE NON ESISTE, è immaginato a
tavolino per distogliere l'attenzione da un clamoroso fallimento
istituzionale che ha portato, pur potendo fruire della migliore sanità
d'Europa e di nuovi fondi per centinaia di milioni di euro forniti dalle
generose donazioni di un sistema economico ricchissimo, a quasi
tredicimila morti oltre a una strage di imprecisata entità nelle case di
riposo, dove per età l'incontinente esternatore avrebbe potuto
benissimo risiedere. Il punto è che è necessario che il cittadino (e
l'elettore) lombardo non si chieda come sia potuto accadere, e non
faccia due più due, e se la prenda invece col meridionale e con
l'immigrato, brutto sporco e cattivo, perché nulla unisce quanto un
comune nemico, e nulla distrae come un urlo disarticolato e scomposto di
un folle. Per cui, amici miei, quello che abbiamo davanti oggi non è un
suicidio giornalistico o una boutade tra le tante per ottenere
attenzione o becero consenso. E' il sacrificio di un soldato mandato a
morire per la causa".
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