DA "ITALIALAICA.IT"
LA GUERRA
di Antonia Sani - 31/03/2020
"Non riesco ad adattarmi all'uso, sempre più frequente, del termine "guerra", abbinato alla lotta contro il coronavirus.
"Dobbiamo vincere questa guerra", "Siamo in guerra", espressione
usata anche recentemente da Trump e da Mario Draghi. Si parla di
"trincea", "fronti", "prima linea", "in campo".....
Tutti trasformati in guerrieri, anzi in militari, armi alla mano per sconfiggere il nemico.
L'emergenza non coincide con la guerra.
Credo che chi ha più di 80 anni non possa che opporsi all'uso di
questa parola, sperimentata, ahimè, sulla propria pelle, parola che ai
più giovani può inculcare la voglia di combattere, suffragata dai
videogames, una chiamata alle armi, addirittura sollecitata dagli
adulti, applicata ad uno scenario estraneo alla guerra, dominato da
Scienza e Tecnologia.
Non è un caso che negli USA, appena diffusasi la notizia del contagio, ci sia stata una corsa ai
negozi di armi...
Noi bambini uscivamo la notte dalle nostre abitazioni di "sfollati", avvolti in coperte tra le braccia di
nonni e zii, di corsa verso "il rifugio" più vicino per sfuggire al bombardamento annunciato
da spaventose sirene. Avevamo fame e la paura di vendette di cui sentivamo parlare senza
rendercene conto.
Il nemico non era un virus ma un essere umano, pronto a massacrarci, ben altra cosa di un
involucro amorfo entrato involontariamente nelle nostre vite.
Ai nostri giovani noi insegniamo la Pace tra i popoli, il rifiuto delle armi, l'accoglienza di coloro
che in fuga dalle guerre cercano ospitalità nel continente europeo....
Come possiamo usare la parola "guerra" in senso positivo, come se l'eliminazione, il superamento
di un'epidemia potesse essere paragonato a una "vittoria riportata in guerra", sia pure battezzata come"guerra santa", in cui consapevolmente i potenti del
mondo mandavano al massacro intere popolazioni, costringendole ad
affrontarsi l'un l'altra, divenute all'improvviso nemiche?
Questa era, è, a tutt'oggi, la guerra. Non esportiamone le perverse rievocazioni su un terreno improprio".
Antonia Sani
Nessun commento:
Posta un commento