giovedì 31 ottobre 2019

N. 75190 DEL LAGER DI AUSCHWITZ



E' il numero impresso sul braccio e nell'anima della Senatrice Liliana SEGRE, superstite dell'olocauso e colpita direttamente ogni giorno ancora, a quasi 90 anni, dall'odio digitale con una media di 200 messaggi. Ieri l'anziana Senatrice ha visto approvata la sua Mozione nell'aula del Senato non all'unanimità dei presenti ma solo con 151 voti favorevoli e 98 voti di astensione.
Si è astenuto il Centrodestra.




Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza e razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza.
Ecco il testo della mozione, con prima firmataria Liliana Segre, approvata ieri in Senato.

“Premesso che:
tradizionalmente in Senato l’istituzione della Commissione straordinaria o speciale attesta l’attenzione dell’Istituzione per la tutela e lo sviluppo dei valori costituzionali, come avvenne il 2 agosto 2001 con l’approvazione della mozione 1-00020 della XIV Legislatura, a prima firma Alberti Casellati, sull’istituzione di un organo del Senato per la tutela dei diritti umani. Alla stessa stregua di quel nobile precedente, occorre oggi corrispondere ad istanze fortemente sentite, anche nelle sedi interparlamentari, come dimostra il fatto che il Consiglio d’Europa ha recentemente istituito la “No hate parliamentary alliance”, con lo scopo di prevenire e contrastare l’incitamento all’odio. Di questa rete fanno parte parlamentari di tutti i Paesi, che intendono impegnarsi a livello nazionale e internazionale contro l’odio in tutte le sue forme e in particolare contro l’hate speech;
negli ultimi anni si sta assistendo ad una crescente spirale dei fenomeni di odio, intolleranza, razzismo, antisemitismo e neofascismo, che pervadono la scena pubblica accompagnandosi sia con atti e manifestazioni di esplicito odio e persecuzione contro singoli e intere comunità, sia con una capillare diffusione attraverso vari mezzi di comunicazione e in particolare sul web. Parole, atti, gesti e comportamenti offensivi e di disprezzo di persone o di gruppi assumono la forma di un incitamento all’odio, in particolare verso le minoranze; essi, anche se non sempre sono perseguibili sul piano penale, comunque costituiscono un pericolo per la democrazia e la convivenza civile. Si pensi solo alla diffusione tra i giovani di certi linguaggi e comportamenti riassumibili nella formula del “cyberbullismo”, ma anche ad altre forme violente di isolamento ed emarginazione di bambini o ragazzi da parte di coetanei;
è un fatto che non esiste ancora una definizione normativa di hate speech; tuttavia in base alla raccomandazione n. (97) 20 del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa del 30 ottobre 1997, il termine copre tutte le forme di incitamento o giustificazione dell’odio razziale, xenofobia, antisemitismo, antislamismo, antigitanismo, discriminazione verso minoranze e immigrati sorrette da etnocentrismo o nazionalismo aggressivo. Per meglio definire il fenomeno si ricorre alle categorie dell’incitamento, dell’istigazione o dell’apologia. Il termine incitamento può comprendere vari tipi di condotte: quelle dirette a commettere atti di violenza, ma anche l’elogio di atti del passato come la “Shoah”; ma incitamento è anche sostenere azioni come l’espulsione di un determinato gruppo di persone dal Paese o la distribuzione di materiale offensivo contro determinati gruppi. Chi diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità e sull’odio razziale e chi incita a commettere atti di discriminazione o di violenza è incriminato a titolo di pericolo presunto quando il pregiudizio razziale, etnico, nazionale o religioso si trasforma da pensiero intimo del singolo a pensiero da diffondere in qualunque modo, con «argomenti», quali la superiorità della propria razza, etnia, nazione o gruppo, ma anche compiendo o incitando a compiere atti di discriminazione;
nel 2014 è stata lanciata la campagna nazionale “No hate speech”, con la messa in onda, anche sulle reti della RAI, di spot televisivi e radiofonici che si inseriscono all’interno dell’omonimo progetto internazionale, promosso dal Consiglio d’Europa come forma di tutela dei diritti umani di fronte a fenomeni di odio e di intolleranza espressi attraverso il web, in preoccupante crescita: soltanto in Italia, circa il 41 per cento dei casi di discriminazione segnalati nel 2012 sono da ricondurre al web. Anche un gruppo di editori e di riviste italiani ha promosso recentemente la campagna “Le parole uccidono”, per indicare il pericolo del linguaggio violento e offensivo. Esiste inoltre un tavolo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, a cui partecipano le istituzioni che hanno la possibilità, in base alle loro competenze, di sensibilizzare i giovani a contrastare l’odio diffuso on line;

mercoledì 30 ottobre 2019

INTERNET DAY



Era il 29 ottobre 1969 quando veniva inviato il primo messaggio su ARPAnet  e cominciava la più grande rivoluzione del ventesimo secolo.








lunedì 28 ottobre 2019

CERIMONIA DI COMMEMORAZIONE A MARATEA

La cerimonia si svolgerà, come per gli anni passati, tra piazza Vitolo (spazio antistante il Municipio) e la Chiesa dell'Annunziata, nel mentre permane a Maratea l'impossibilità di ricordare ed onorare QUOTIDIANAMENTE   i  Caduti in mancanza di un monumento loro dedicato.

CON L'UPEL MARATEA TRECCHINA

IERI  A  PIETRARSA  -  PORTICI

in visita  guidata al Museo nazionale ferroviario ed al Centro ricerche tartarughe marine.

FINE DEL "CALIFFO"

Quel che resta del luogo, nel nord della Siria, dove il "Califfo, ha trovato la morte, dopo essersi rifugiato in un tunnel per tentare di sfuggire alla cattura. Ha preferito azionare la cintura esplosiva che indossava.


 

martedì 22 ottobre 2019

FESTIVAL DELLE CITTA' NARRANTI

-Dal sito web  della Regione Basilicata-

 

A MARATEA PRIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL DELLE CITTÀ NARRANTI

punti apici 21.10.2019 ore 15:58            

Villa NItti AGR Venerdi 25 ottobre e sabato 26 ottobre si svolgerà a Villa Nitti a Maratea, la prima sperimentale edizione del “Festival delle Città Narranti”, progetto promosso dalla Fondazione Nitti di Melfi – nel quadro dello svolgimento degli eventi riguardanti il centenario del Governo Nitti – e dalla Fondazione Matera Basilicata 2019, con il supporto dell’Università IULM di Milano (e del suo Osservatorio sul Public Branding) e dell’Università della Basilicata. Nella prima giornata la membership di questo progetto illustrerà le ragioni, le motivazioni, gli ambiti di coinvolgimento e le prospettive di una iniziativa che andrà a regime nel 2020.

IL FESTIVAL DEI "VOLTAGABBANA"

Sarebbe proprio il caso di prevedere, tra i tanti già esistenti in Italia, anche questo festival, che avrebbe un sicuro successo per "celebrare", con cadenza almeno annuale, l'avventura politica dei tanti e sempre più numerosi saltimbanchi, animati da attaccamento alle poltrone e smaniosi di visibilità a tutti i costi. Sono abili parlatori e lusingatori a tutti i  livelli nelle nostre Istituzioni democratiche, a volte anche arringatori e con pretese da statisti, dimentichi del loro appartenere al partito trasversale dei "voltagabbana", cresciuti ed eletti con una casacca e sempre pronti ad indossarne un'altra...
Penso che il loro Festival, istituendo a livello nazionale ed anche locale, nel farli ritrovare simpaticamente insieme anche ai fini di un premio per chi sia particolarmente distinto, potrebbe contribuire ad una valutazione critica del fenomeno, magari sino a scoraggiarlo, e ad impedire quella progressiva assuefazione da parte del popolo, pur sempre SOVRANO.

MARE D'AUTUNNO

'U  porticellu"  a  Marina di Maratea

A PROPOSITO DI VIOLENZA DOMESTICA E DI GENERE


sabato 19 ottobre 2019

IL DUELLO TELEVISIVO

                                                                         CHE  NOIA !  
Non sono riuscito a seguirlo sino alla sua conclusione mentre, a turno e sotto la regia di Bruno Vespa, continuavano a parlare di sè, accomunati da caratteriale supponenza, destinata a generare ancora affermazione dei rispettivi ego e desiderio di rivalsa dopo gli errori politici da ciascuno, su fronti diversi, commessi, animati dalla logica del potere da ottenere e gestire attraverso partiti "personali", magari sino a pretendere "pieni poteri". Ciascuno dei due duellanti ha già dato ampia prova circa una profonda inidoneità a ricoprire il ruolo di statista ed è reduce da personali fallimenti in campo politico, tali da dover loro consigliare  un passo indietro o almeno di lato, se non più, ed invece eccoli ancora alla ribalta televisiva e non solo con il loro
                                                                   bla, bla, bla.....

giovedì 17 ottobre 2019

UNA RIQUALIFICAZIONE CHE TARDA AD ARRIVARE

Al Porto, e non solo lì, il tempo ha lentamente cancellato "nu munnu ca no ngè cchiù", ora così amorevolmente pensato, riportato in vita  e custodito nel "Museo virtuale della civiltà marinara di Maratea - 'U FUNNICU", a cura di Aldo Fiorenzano, di Antonio e Francesco Chiappetta.
Il Porto di oggi è naturalmente cosa ben diversa da quella di ieri...e se ne attende ora un sensibile miglioramento, a seguito della gara di progettazione bandita tempo fa proprio per una idonea riqualificazione delle sue strutture.
Risultò vittorioso un team di professionisti, tra i quali il Geom. Biagio Schettino di Maratea, guidato dal Prof. Arch. Paolo Rocchi, ma il progetto, non approvato dalle Istituzioni sovraordinate, è stato da queste ritenuto meritevole di opportuna rielaborazione. Recentemente al salone nautico di Genova è stata curata la presentazione delle realtà portuali oggetto di intervento ma sembra che all'evento, pur di particolare rilevanza, non abbia partecipato la civica Amministrazione di Maratea.
E' lecito, a questo punto, chiedersi quale sia ad oggi lo stato dell'iter del progetto e quale debba essere ancora il tempo di attesa per la prevista riqualificazione dell'intera struttura portuale.

mercoledì 16 ottobre 2019

COMMEMORAZIONE A EPISCOPIA

Il Ten. Alberto Viceconte, Consigliere comunale di Episcopia, autore del libro "Episcopia - Storia e Storie", nel quale ha dedicato pagine anche al Maestro Biagio Schettino, mio nonno materno, che lì fu insegnante elementare per quattro anni poco dopo la fine della prima guerra mondiale, cui aveva partecipato da "ragazzo del '99", e dopo la sua prima , breve esperienza di insegnamento a Magnacavallo, in provincia di Mantova, mi ha invitato per la commemorazione che si terrà il prossimo 4 novembre nel suo paese.
Conosce bene l'amico, Ten. Viceconte, il profondo mio legame con il nonno anche per aver recentemente curato la riedizione delle sue preziose "Memorie di un Maestro" e bene ha fatto ad informare me e, mio tramite, anche le figlie ed i nipoti tutti del Maestro Schettino, della commemorazione delle storie dei Caduti di Episcopia. Durante la cerimonia sarà letta da Ulderico Pesce una poesia che mio nonno in quel paese dedicò a " L'ORFANA DI GUERRA" il 12 maggio 1923. Non posso che ringraziare il giovane amico Alberto, richiamando il suo monito tratto dalla "Introduzione" al suo libro:

" Chi non racconta le storie è complice della cancellazione delle proprie radici al pari di chi non chiede che gli siano raccontate. Siate curiosi, vedette sulla strada del futuro, domandate agli anziani e prendete nota di quanto vi viene tramandato oralmente".

Il  ricordo del giovane soldato e maestro di Maratea, che viene mantenuto vivo e raccontato ancora ad Episcopia, non può che rendere orgogliosi tutti i suoi parenti e quanti hanno avuto la fortuna di incontrarlo e conoscerlo.

domenica 13 ottobre 2019

NELLA MARTORIATA SIRIA

Ieri è rimasta vittima di un agguato mortale la giovane Hevrin Khalaf, segretaria generale del Partito Futuro siriano, una delle più note attiviste per i diritti delle donne nella regione. Si batteva anche per la coesistenza pacifica tra curdi, cristiano-siriaci ed arabi.
Dopo la sanguinosa guerra civile, ora il nord della Siria, sotto il controllo dei curdi, subisce l'aggressione della confinante Turchia e tragiche continuano ad essere le conseguenze per la stremata popolazione civile.



FINE DELLA CAGNARA

Cronaca/Interno/Politica/Tommaso Merlo

Il declino di Salvini

(Tommaso Merlo) – Da quando Salvini si è castrato da solo, è finita la cagnara. Con lui al governo, l’intero dibattito pubblico gravitava intorno al suo insaziabile ego. Gli altri a lavorare, lui in giro a sparar minchiate mentre i barchini dei trafficanti gliela facevano sotto il naso e dei rimpatri neanche l’ombra. Nemmeno alle riunioni internazionali si presentava. Il peggiore ministro dell’interno mai visto. Una gran fumo e dell’arrosto neanche l’ombra. Al punto che viene il sospetto fosse tutto premeditato. E cioè che Salvini abbia accettato di fare il governo col Movimento 5 Stelle avendo già in mente di farlo saltare appena gli conveniva. Ha usato cioè il governo al solo scopo di farsi un anno di campagna elettorale da ministro a spese del contribuente per poi andare all’incasso dei pieni poteri. Tutto premeditato. Salvini sapeva in partenza che avrebbe dominato mediaticamente il Movimento e gli avrebbe succhiato consensi. Perché con alle spalle decenni di esperienza, perché con una macchina rodata a disposizione. Salvini sapeva che da Ministro dell’Interno si sarebbe poi rifatto una verginità davanti al grande pubblico e avrebbe potuto sfruttare al meglio l’emergenza migratoria a fini personali. E così è stato. Salvini ha avuto in mano per un anno il pallino della politica italiana e gli occhi addosso di un intero continente. Una strategia pubblicitaria davvero vincente. Piantando solo cagnara, Salvini ha raddoppiato i suoi consensi e stravinto tutte le elezioni che ha affrontato. A Bruxelles gli è andata male, ma Roma l’aveva in pugno. Poi quel maledetto audio del Metropol. Poi il rischio di perdere tutto. Coi suoi beach party tutti esauriti e con erezioni sondaggistiche da paura. Poi il rischio di perdere l’occasione di coronare il suo sogno di diventare il Putin italiano ad un passo dalla meta. Ora o mai più e tra un mojito e l’altro ha trovato il coraggio di scatenare la crisi. Sembrano passati secoli e in attesa che i magistrati trovino le risposte che Salvini non ha voluto dare sui traffici moscoviti, il leader leghista gira privo di genitali sperando che gli ricrescano presto. Lo si vede di rado. Sempre più gonfio e paonazzo. Chissà, forse la passione per i mojiti o forse quella per la coda alla vaccinara che s’ingurgita in grandi quantità per colmare i vuoti esistenziali e gli incoffesabili rimorsi che lo affliggono. L’effetto è quello di uno spot venuto a noia. Quella voce, quel tono, quelle frasi che ripete da anni. Solo fumo. Tossico. I sondaggi reggono a fatica ma i tempi della corsa verso il 40% sembrano tramontati, al punto che Salvini è stato costretto a tornare da Berlusconi. Già, era una minchiata elettorale pure quella del populismo oltre che quella del cambiamento. E peggio ancora, il suo destino politico è nelle mani dei suoi nemici. Se davvero l’Europa darà una mano sui migranti dimostrando che le ricette sovraniste ed isolazioniste sono suicide per paesi come l’Italia. Se davvero il Pd e tutto il renzume la smetteranno di dar spettacolo mettendosi a lavorare al servizio dei cittadini. Se il nuovo governo durerà a sufficienza per permettere al Movimento di realizzare altre bandiere che per colpa del tradimento di Salvini rischiavano di finire nel nulla come il taglio dei parlamentari. Allora per Salvini potrebbe iniziare un inarrestabile declino. Questo perché i milioni di cittadini che si son messi a tifare Lega negli ultimi tempi capirebbero il bluff di cui sono stati vittime e che per risolvere i problemi che li affliggono non c’è bisogno di nessun ducetto e tantomeno di piantar cagnara.

sabato 12 ottobre 2019

UNA COSA RISCHIOSA

-Da  "PILLOLE"  di Gian Carlo Marchesini  in  www.calderano.it-

"Vivere nel luogo in cui sei nato, nella casa in cui sei nato, è una cosa rischiosa. E' come giocare in fondo al pozzo. Si nasce per uscire, per girare il mondo. Il paese ti porta alla ripetizione. In paese è facile essere infelici. I progetti di sviluppo locale devono tenere conto di questo fatto: non li possono fare da soli i rimanenti, perché in paese non c'è progetto, c'è ripetizione. In genere ognuno fa quello che ha sempre fatto, giusto o sbagliato che sia. Ci sono due abitanti tipici: il ripetente e lo scoraggiatore militante. Spesso le due figure sono congiunte, nel senso che lo scoraggiatore è per mestiere abitudinario, non cambia il passo, continua a scoraggiare, è appunto un militante. Più difficile è essere militanti della gratitudine, della letizia. E' come se la natura umana in un paese fosse più contratta, non riuscisse a diluirsi. E si rimane dentro un utero marcito.

venerdì 11 ottobre 2019

A MARATEA CON BIAGIO CALDERANO

             Buona navigazione nel sito  www.calderano.it  !

 

 

Dal libro di Sergio De Nicola:

Maratea … parliamone ancora


Maratea: la fotografia di Biagio Calderano
attento testimone della vita e dei costumi del secondo novecento

… … e scorrono fra le mie mani, in una lunga teoria di colori, di volti, di episodi di vita vissuta, le numerosissime foto con le quali Biagio Calderano (16.03.1948) da oltre otto lustri documenta con passione la vita di Maratea.
Sono foto scattate con amore, con grande senso del gusto, talvolta sottolineate da quella sottile e affettuosa ironia che può cogliere solo chi, nato e vissuto in un determinato ambiente, ne conosce la poesia dei luoghi, i personaggi che li hanno animati e i fatti che vi sono accaduti.
E la mia sete di immagini si alimenta sempre di più perché in esse non solo si confondono gli anni della mia vita, ma emergono anche con alto valore documentaristico, gli elementi culturali di una intera comunità.
Ecco allora che, in una aurora di azzurro, di verde, tra mille sfumature di luce, riprendono vita volti di un tempo, ruderi del nostro antico passato, angoli di case e familiari stradine dove, da tempi lontani, è stata scritta e vissuta la nostra piccola grande storia di paese.
Il silenzio, poi, che è sovrano signore in alcuni rioni del nostro centro storico, traspare e parla attraverso le foto e sembra raccogliere sospiri e sentimenti che ne hanno impregnato ogni angolo come quel fumo che, vomitato da artistici comignoli, con larghe volute irriguardose di ogni barriera, si spande su un poetico gioco di tetti a testimoniare la sacralità di una unione familiare intimamente vissuta.

mercoledì 9 ottobre 2019

9 OTTOBRE 1963






                                            VAJONT:  Un  disatro da  non dimenticare

«Un sasso è caduto in un bicchiere colmo d’acqua e l’acqua è traboccata sulla tovaglia. Tutto qui. Solo che il bicchiere era alto centinaia di metri e il sasso era grande come una montagna e di sotto, sulla tovaglia, stavano migliaia di creature umane che non potevano difendersi».       -Dino Buzzati-

                                                                        

martedì 8 ottobre 2019

UN TAGLIO ATTESO DA TEMPO

In quarta ed ultima lettura la Camera dei Deputati ha approvato oggi la legge costituzionale con il taglio del numero dei parlamentari con 553 voti a favore e 14 contrari.
Perchè la riforma entri in vigore bisognerà attendere l'esito del referendum confermativo.
I Deputati da 630 saranno 400 ed i Senatori da 315 saranno 200, esclusi i Senatori a vita.
Saranno, comunque, necessari a breve una nuova legge elettorale e provvedimenti per il riequilibrio della rappresentanza del popolo italiano nel prossimo Parlamento, che sarà caratterizzato da una notevole riduzione del numero dei Deputati e dei Senatori, con conseguente rilevante diminuzione dei costi della politica ed avvicinamento dell'Italia al quadro parlamentare di altri Paesi europei.
Il taglio, votato quasi all'unanimità dei presenti, non dovrà significare meno democrazia ma, al contrario, maggiore efficienza e celerità nei lavori del nostro Parlamento.

U VERRU RESTA IN CARCERE



Così ha deciso, in tarda serata, la Suprema Corte di Cassazione, con rigetto della ennesima istanza della difesa per la concessione degli arresti domiciliari a Giovanni Brusca, responsabile di numerosi, efferati delitti, tra i quali la strage di Capaci.

lunedì 7 ottobre 2019

U VERRU (IL PORCO)

«Ho ucciso Giovanni Falcone. Ma non era la prima volta: avevo già adoperato l'auto bomba per uccidere il giudice Rocco Chinnici e gli uomini della sua scorta. Sono responsabile del sequestro e della morte del piccolo Giuseppe Di Matteo, che aveva tredici anni quando fu rapito e quindici quando fu ammazzato. Ho commesso e ordinato personalmente oltre centocinquanta delitti. Ancora oggi non riesco a ricordare tutti, uno per uno, i nomi di quelli che ho ucciso. Molti più di cento, di sicuro meno di duecento.»
(Giovanni Brusca, dichiarazione tratta dal libro Ho ucciso Giovanni Falcone, di Saverio Lodato, Mondadori).

Detenuto nel carcere di Rebibbia dal 20 maggio 1996, Giovanni Brusca, nato a San Giuseppe Jato il 20 febbraio 1957, mafioso legato al clan dei corleonesi, conosciuto con i soprannomi di u' verru (il porco) e di scannacristiani, condannato all'ergastolo, divenuto collaboratore di giustizia, ha visto ridotto la sua pena a 30 anni che finirà di scontare a novembre del 2021. Ha già goduto di numerosi permessi per buona condotta e da qualche tempo chiede di scontare l'ultimo periodo della sua pena agli arresti domiciliari. La sua istanza è stata sempre respinta ma ora si attende nuovo pronunciamento della Suprema Corte di Cassazione anche sulla base del parere favorevole della Procura nazionale antimafia, pare motivato per il suo notevole contributo alle indagini, per il suo ravvedimento e per il fatto che, comunque, finirà di scontare a breve la sua condanna (novembre 2021). Di parere contrario è la Procura generale presso la Corte di Cassazione, che domani emetterà il suo provvedimento.

Naturalmente mi auguro che voglia provvedere con nuovo rigetto dell'istanza, in considerazione della particolare gravità dei numerosi fatti-reato ascrivibili a "u verru" e del dolore che egli ha provocato, essendo peraltro già destinatario fin qui di un trattamento già troppo blando e favorevole.
Che almeno sconti per intero la sua mite pena in carcere !

sabato 5 ottobre 2019

A PROPOSITO DI AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE

Mi riferisco al Portale istituzionale della nostra Città          -www.comune.maratea-pz.it - 
per una opportuna riflessione ed un possibile intervento migliorativo, rivelandosi piuttosto vetusto nella sua struttura e nel suo contenuto ed, a mio parere, anche inadeguato e non al passo con i tempi. 
Basta, del resto, visitare siti web di altri Comuni per trovarne tanti più completi ed esaustivi, peraltro maggiormente attuativi dell'ormai consolidato principio-obbligo proprio di tutte le Amministrazioni pubbliche: 
quello dell' Amministrazione trasparente.

Ebbene, nella nostra Casa comunale, nata come Convitto lucano, trasformata poi in sede della Scuola Media ed infine in sede del Municipio, si nota e si avverte la capacità di adattamento di quanti, da dipendenti, da Consiglieri, da Sindaco e Assessori, quotidianamente vi lavorano per il bene della nostra comunità in spazi modellati tanto tempo fa e per altra destinazione d'uso. Purtroppo, ad esempio, l'edificio è ancora privo di una idonea sala consiliare e per la massima assemblea cittadina si è costretti, non senza disagio, a far ricorso alla privata Villa Tarantini, sede della biblioteca comunale e del Centro culturale "Josè Mario Cernicchiaro".

LA SCOMPARSA DI EMANUELA




                                              Era il 22 giugno 1983 ed aveva 15 anni


-Da  "Italialaica.it"-

Nel vento e nella polvere

di Fabio Strinati - 13 -04-2019.


                                                               A Emanuela Orlandi



Dispersa nel nulla un’anima vaga
per terre ancora inesplorate. Violenza
ha deturpato il sogno d’una vita
deflagrata giovane, dentro stanze
confuse da un Dio vano; tenera,
cade una foglia a terra, nel vento,
flebile grido, spiraglio lontano!
Sale in cielo la speranza,
luce d’una stella in uno specchio estesa
dove un Dio insano, chiude gli occhi
negando l’alba, magra la vista
sulla vita spenta è una candela,
nel tramonto solitario.

-Fabio Strinati-

giovedì 3 ottobre 2019

ERA IL 3 OTTOBRE 1839

180 anni fa veniva inaugurata la prima linea ferroviaria in territorio italiano nel Regno delle Due Sicilie.
                        Era la  NAPOLI  -  PORTICI  in doppio binario di circa 8 Km.

martedì 1 ottobre 2019

LUNGO LA STATALE 18

(Ondavo - Fiume Noce)

                                                                                     di   Letizia  Labanchi


Quante volte
di questa strada
ho ammirato gli angoli verdi,
gli arditi strapiombi,
le insenature inseguentesi ad arco
da Fiumicello a' Pantani,
la bella Grotta di cui si vede l'ingresso,
le torri massicce e superbe
protese sul mare!

Ed è nuovo
ogni volta
l'aspetto de' monti
del mare,
dell'orizzonte lontano
che il crepuscolo accende di fiamme,
o riveste di nuvole d'oro;
ed hanno ogni volta
un sorriso diverso
il mirto e il lentisco
il carrubo e l'ulivo
che crescono ai margini
accanto al fiorito oleandro.

Civettuola si sporge
sulla folta pineta
Santa Venera bella;
giace il Porto
rinserrato nel piccolo Molo;
s'affaccia guardinga
sulla bruna scogliera
lavorata dai venti e dall'acqua
con pazienza d'orafo antico,
Filocaia,
altra torre possente.



FU IL PRIMO PRESIDENTE DELLA NOSTRA REPUBBLICA


Da oggi un francobollo celebra Enrico De Nicola a 60 anni dalla sua morte a Torre del Greco il 1° ottobre 1959.
Era nato a Napoli il 9 novembre 1887 e, dopo la laurea in Giurisprudenza, esercitò la libera professione forense da Avvocato penalista.
Come ha ricordato il Capo dello Stato Sergio Mattarella,  De Nicola "fu tra i protagonisti della storia politica italiana del '900". Ricoprì gli incarichi di Presidente della Camera dei Deputati  del Regno d'Italia, di Presidente del Senato della Repubblica, di Presidente della Corte costituzionale. Fu Capo provvisorio dello Stato e poi primo Presidente della Repubblica italiana. Il 27 dicembre 1947 firmò e promulgò la nostra Costituzione, in vigore dal 1° gennaio 1948.