Saranno il presidente della Fondazione Nitti Stefano Rolando (anche
direttore scientifico dell’Osservatorio che si occupa di questa materia
presso l’Università IULM di Milano) e gli esponenti di Fondazione Matera
Basilicata 2019 – il presidente Salvatore Adduce e il direttore Paolo
Verri – a tracciare le indicazioni per il 2020 che hanno già nella
formula sintetica del Festival una efficace sintesi:
“Ogni città, ogni territorio, ogni luogo raccontano e fanno raccontare
un grande patrimonio simbolico. Che muta. Ma anche si tramanda nel
tempo. Esso forma identità e contribuisce alla attrattività. L’idea del
Festival è mostrare questa complessità. Casi, modi, vicende,
protagonisti. Quest’anno – “numero zero” – il caso di Matera 2019. A
confronto con esperienze interessanti che, dal 2020, diventeranno una
più ampia rassegna”.
Tra gli interventi istituzionali di apertura il presidente della Regione
Basilicata Vito Bardi, il sindaco di Maratea Daniele Stoppelli, i
rettori di IULM-Milano Gianni Canova e di Unibas Aurelia Sole,
l’Assessore alla Cultura della città di Matera (e consigliere del
Ministro del Beni Culturali Franceschini) Giampaolo D’Andrea.
Nel pomeriggio di venerdi 25 ottobre il modello stesso di futuro
Festival si misurerà con operatori impegnati nel citytelling di alcune
città che hanno svolto esperienze significative a ridosso di grandi
eventi: Enric Truñó i Lagares (Barcellona), Radosław Michalski
(Wroclaw), Marco Biazzetti (Petra). A conclusione Franz Cerami
presenterà Lighting Flowers, installazioni digitali realizzate in alcune
periferie nel mondo.
Sabato 26 ottobre al mattino il racconto dell’esperienza comunicativa e
narrativa di Matera si aprirà con il team della Fondazione Matera
Basilicata 2019 e in particolare con gli interventi di Rossella
Tarantino, manager sviluppo e relazioni internazionali, Serafino
Paternoster coordinatore dell’ufficio stampa, Raffaella Pontrandolfi,
responsabile della comunicazione digitale. Nel pomeriggio il concerto
per piano e violino di Riccardo Galimi e Riccardo Perrone e letture a
cura di Antonio Fulfaro.
Dice Stefano Rolando: “Le città sono luoghi che raccontano. Sono telai
di narrazioni corali, complesse e composite, tessute da società,
istituzioni e identità. Le città sono luoghi di armonie e
contraddizioni; spazi di luce e di ombra; di conflitto ma anche di
ricomposizione sociale e politica, attraverso cui tendere ad obiettivi
riconosciuti e riconoscibili. Tutto questo costruisce storia e
patrimonio, materiale e simbolico, delle città”. E Paolo Verri completa
questa riflessione: “Questo patrimonio è in continuo movimento che rende
le città potenzialmente più riconoscibili, caratterizzandole per le
loro architetture; per l'ambiente naturale e quello antropizzato; per il
clima; le tradizioni; la capacità di ospitare e produrre cultura,
oggetto delicato e possente allo stesso tempo”.
Il Festival delle Città Narranti, ha deciso di svolgere la sua anteprima
autunnale sulle coste della Basilicata, per lanciare un luogo stabile
che richiami esperienze e dibattiti. Un luogo affacciato sul suggestivo
mare che avvolge la villa che fu di Francesco Saverio Nitti a Maratea
nell’obiettivo di comprendere come questo patrimonio possa riunire in
positiva sinergia istituzioni, soggetti creativi e d’arte, sistema
mediatico, operatori del turismo e dei beni culturali. Nel 2020
l’edizione sarà più lunga e articolata. A Maratea si passerà dall'idea al progetto.
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