DA PARTE DI GIOVANNI IMPASTATO, FRATELLO DI PEPPINO, UCCISO DA COSA NOSTRA NEL 1978
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Giovanni Impastato
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Peppino Impastato
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Cara Lorenza,
ti scrivo mentre cerco di
immaginare cosa in questi giorni tu possa provare. Non sono sicuro di
riuscirci, ma visto quello che anche io ho vissuto nella mia vita, credo
di poter capire, se pur in parte, la tua situazione. Sono Giovanni
Impastato, fratello di Peppino, un giovane militante ucciso perché
combatteva contro la mafia e nostro padre era un mafioso. Mio fratello
era molto coraggioso, sicuramente più coraggioso di me, lui fin da
quando era adolescente ha iniziato a combattere la mafia frontalmente e a
contestare apertamente nostro padre, fino al punto di essere ripudiato
come figlio e cacciato da casa. La rottura in casa era già avvenuta,
l’aveva messa in atto Peppino, la nostra situazione familiare era molto
complicata ed anche mia madre aveva cercato di insegnarci valori diversi
da quelli che la mafia voleva imporci.
Oggi le parole che Peppino scrisse nel suo
diario, mi fanno venire i brividi e mi emozionano ogni volta che le
leggo. Voglio condividerle con te, perché hanno rappresentato tantissimo
per me, sono delle frasi molto forti, acute e sincere: “Mio padre, capo
di un piccolo clan e membro di un clan più vasto con connotati
ideologici tipici di una società tardo contadina e preindustriale, aveva
concentrato tutti i suoi sforzi, fin dalla mia nascita, nel tentativo
di impormi le sue scelte ed il suo codice comportamentale. E’ riuscito
soltanto a tagliarmi ogni canale di comunicazione affettiva ed a
compromettere definitivamente ogni possibilità di espansione lineare
della mia soggettività”.
Capisco che in questi giorni stai vivendo
forti pressioni mediatiche, immagino il caos che dimora nel tuo cuore.
Con questa mia lettera non ti dico di ripudiare il padre, di
abbandonarlo o di non amarlo, se vuoi puoi anche stargli accanto in un
momento in cui è gravemente ammalato. Posso capire i sentimenti
contrastanti che vivono in te, per un padre che forse non hai nemmeno
conosciuto, ma che tanto ha condizionato la tua intera esistenza e
continuerà a condizionarla. Voglio solo suggerirti di prendere coscienza
che le scelte che tuo padre ha fatto nella vita sono inaccettabili,
significa avere un macigno sulle spalle, significa vivere a contatto con
la morte e la violenza, significa non poter dare amore ai propri figli,
tu hai un figlio e puoi capire di quanto amore abbia bisogno, di quanta
speranza nel futuro.
Sii sempre più cosciente che la vita vera è un’altra, è quella
che consente ad una figlia come te di poter abbracciare il padre, è
quella di chi non deve avere o provocare paura. Emancipati e riscattati
da questa storia, consapevole che forse mai potrai cancellare tutto
quanto: non significa non amare il padre, significa renderti libera da
qualcosa di cui tu sei innocente, ma che sarai costretta a portare con
te come un peso enorme. Se deciderai di restargli accanto, mi auguro che
la tua vicinanza e la tua determinazione possano spingere tuo padre a
pentirsi di quello che ha fatto, dovrebbe farlo per tanti motivi, per
tante persone, ma anche per te.
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