L’espressione vuole
avere il significato di vivere il presepe
come qualcosa di profondo, di familiare e ciò, secondo tradizione, si
ripete annualmente anche a Maratea con particolare fervore in dicembre quando
famiglie e comunità si attivano in vista del
Natale.
Da anni la locale Sezione dell’Associazione nazionale “Amici del
Presepio” fa brillantemente la sua parte
con il suo Presidente, Nazzareno Prestanicola, ma è, comunque, l’intera
comunità marateota a darsi da fare. E del resto, secondo riflessione di artisti
napoletani, un presepe si può leggere in chiave religiosa (l’osteria
rappresenta i vizi dell’uomo, la fontana la purificazione, il pastore
addormentato è l’insensibilità dell’umanità,
e poi c’è la natività) ma anche
in chiave laica (è possibile guardare i pastori soltanto come intenti a vivere
la propria quotidianità e cogliere il senso della vita che è il vivere nella
sua semplicità e drammaticità). È questa
la grandezza del presepe e del “presepiare” sulle orme del Santo di
Assisi, Patrono d’Italia, e secondo descrizione di quanto accadde a Greccio
nella notte di Natale del 1223:
“Si dispone la greppia, si porta il fieno, sono menati il bue e l’asino. Si onora ivi la semplicità, si esalta la povertà, si loda l’umiltà e Greccio si trasforma quasi in una nuova Betlemme”- Tommaso da Celano, primo biografo di San Francesco.
BUON NATALE 2015 A TUTTI!
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