venerdì 8 luglio 2016

AD AQUAS



L’Associazione Amici di Maratea Onlus, con il suo Presidente, Arch. Mario De Filippo, ed il suo Presidente onorario, Dott. Lorenzo Maria Di Napoli, ha realizzato la pubblicazione di uno stimolante opuscolo intitolato “Ad Aquas”. Esso intende “riproporre la conoscenza di aspetti fondamentali del vivere civile ed economico della Città di Maratea, con particolare riferimento all’acqua” e si rivolge “soprattutto alle nuove generazioni in modo che la memoria storica non vada dimenticata. Allo stesso tempo si raccomanda alla lettura degli ospiti di Maratea per una più approfondita ed autentica visita della Città”.

 Dopo la breve presentazione dell'opuscolo seguono:

 - Il racconto di un’antica iscrizione
- La presenza dell’acqua a Maratea
- L’utilizzo dell’acqua per il funzionamento degli antiche mulini e degli antichi frantoi
- Cenni sul territorio di Maratea

Testi, disegni e fotografie contribuiscono, nel loro insieme, a rapire l’attenzione del lettore lungo un piacevole ed interessante percorso di “Testimonianze storico-naturalistiche sulle acque di Maratea”.
Si parte da una lapide con antica iscrizione in latino del XVIII secolo (A. D.  1771) che, pur sbiadita, è possibile scorgere ancora nell’angolo prospiciente la strada di casa Siciliani sulla via  Za’ Pagana.  Eccone il testo in italiano:

“VERSO  LE  ACQUE

Spianati i dirupi

Riempito il baratro delle valli con sacrificio di spesa

D. Antonino Antonini

Barone di San Biase e Regio Governatore

Rese amena una via impervia

Con il consenso dell’Amministrazione e del Popolo

Nell’anno del Signore 1771”

Si tratta di un’iscrizione, cui nessuno fa più caso, di particolare valore storico perché commemorativa dell’apertura di un percorso agevole per accedere alla “acque” verso la Valle in epoca in cui, tra l’inesistente o comunque difficile viabilità, veniva resa “amena una via impervia”, offerta alla collettività come una strada utilissima e  strategica che portava appunto alle acque di Maratea verso  la contrada Campomulini con le sorgenti di Sorgimpiano-San Basilio, Cavalero ed altre. E le donne poterono così arrivare più agevolmente alle fontane del luogo per attingere l’acqua ed al grande lavatoio per lavare i panni…

Bene ha fatto l’Associazione Amici di Maratea  a  richiamare  l’attenzione sul racconto di questa antica iscrizione, ora appena leggibile, su una lapide che è necessario custodire anche con un facile e possibile intervento che, sottraendola alla sua completa sparizione,  la evidenzi maggiormente soprattutto alle nuove generazioni “in modo che la memoria storica non vada dimenticata”.

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