L’Associazione Amici di
Maratea Onlus, con il suo Presidente, Arch. Mario De Filippo, ed il suo
Presidente onorario, Dott. Lorenzo Maria Di Napoli, ha realizzato la
pubblicazione di uno stimolante opuscolo intitolato “Ad Aquas”. Esso intende
“riproporre la conoscenza di aspetti fondamentali del vivere civile ed
economico della Città di Maratea, con particolare riferimento all’acqua” e si
rivolge “soprattutto alle nuove generazioni in modo che la memoria storica non
vada dimenticata. Allo stesso tempo si raccomanda alla lettura degli ospiti di
Maratea per una più approfondita ed autentica visita della Città”.
- La presenza dell’acqua a
Maratea
- L’utilizzo dell’acqua per il
funzionamento degli antiche mulini e degli antichi frantoi
- Cenni sul territorio di
Maratea
Testi, disegni e fotografie
contribuiscono, nel loro insieme, a rapire l’attenzione del lettore lungo un
piacevole ed interessante percorso di “Testimonianze storico-naturalistiche
sulle acque di Maratea”.
Si parte da una lapide con
antica iscrizione in latino del XVIII secolo (A. D. 1771) che, pur
sbiadita, è possibile scorgere ancora nell’angolo prospiciente la strada di
casa Siciliani sulla via Za’ Pagana. Eccone il testo in
italiano:
“VERSO LE ACQUE
Spianati i dirupi
Riempito il baratro delle
valli con sacrificio di spesa
D. Antonino Antonini
Barone di San Biase e Regio
Governatore
Rese amena una via impervia
Con il consenso dell’Amministrazione
e del Popolo
Nell’anno del Signore 1771”
Si tratta di un’iscrizione,
cui nessuno fa più caso, di particolare valore storico perché commemorativa
dell’apertura di un percorso agevole per accedere alla “acque” verso la Valle
in epoca in cui, tra l’inesistente o comunque difficile viabilità, veniva resa
“amena una via impervia”, offerta alla collettività come una strada utilissima
e strategica che portava appunto alle acque di Maratea verso la
contrada Campomulini con le sorgenti di Sorgimpiano-San Basilio, Cavalero ed
altre. E le donne poterono così arrivare più agevolmente alle fontane del luogo
per attingere l’acqua ed al grande lavatoio per lavare i panni…
Bene ha fatto l’Associazione Amici di Maratea a richiamare l’attenzione sul racconto di questa antica iscrizione, ora appena leggibile, su una lapide che è necessario custodire anche con un facile e possibile intervento che, sottraendola alla sua completa sparizione, la evidenzi maggiormente soprattutto alle nuove generazioni “in modo che la memoria storica non vada dimenticata”.
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