mercoledì 13 gennaio 2016

FRAMMENTI DI MEMORIA


“Nel volto di ciascun uomo è celato il mistero dell’unicità della sua vita. Il volto umano è un documento della storia”  – Evgheny  Evtushenko -                 

È  questo il titolo  che l’amico e collega, Avv. Vincenzo Viceconte,  ha voluto dare alla sua ricostruzione  del racconto fotografico  di Vincenzo Di Nubila, suo nonno materno, nato a Francavilla sul Sinni  nel 1892, che, come si legge nell’introduzione, “a partire dai primi anni del Novecento, cominciò a coltivare l’arte fotografica, attraverso la quale impresse su lastre nuclei familiari, persone, bambini, gruppi di amici, cerimonie religiose, momenti conviviali, luoghi, eventi bellici, mestieri”.  Rivivono così,  uscendo da un baule riposto in un angolo del sottotetto  della casa del nonno,  quelle antiche lastre fotografiche, “patrimonio iconografico di incommensurabile valore”, divenute ora, grazie alla passione ed alla sensibilità del nipote,  “Frammenti di memoria”, arricchiti  da documenti e testimonianze, con significative “Note a margine” a cura del Dott. Domenico Gallo, Magistrato di Cassazione- Scrittore, di seguito trascritte:


“Per liquidare i popoli si comincia con il privarli della memoria. Si distruggono i loro libri, la loro cultura, la loro storia. E qualcun altro scrive loro altri libri, li fornisce di un’altra cultura, inventa per loro un’altra storia. Dopo di che il popolo s’incomincia lentamente a dimenticare quello che è e quello che è stato. E il mondo intorno a lui lo dimentica ancora più in fretta!”.
“Queste parole dello scrittore ceco Milan Kundera si attagliano in modo particolare al nostro Paese, dove da oltre 20 anni è in corso un processo di liquidazione della memoria che in questo tempo contorto si è trasformato in un vero e proprio uragano e si appresta a cogliere la sua vittoria definitiva con la cancellazione dei lasciti più significativi che la memoria storica ha consegnato al nostro Paese, a cominciare dalle qualità più preziose della nostra Costituzione.
Del resto il male oscuro che devasta le giovani generazioni è proprio la condizione senza tempo in cui siamo immersi, questa bolla di presente nella quale sono state cancellate le tracce del passato da cui proveniamo e nella quale non si intravede alcun futuro verso il quale incamminarsi.
Per questo sono preziosi i frammenti di memoria recuperati da Vincenzo Viceconte che ha salvato dall’oblio ed ha messo a frutto il patrimonio prezioso trasmessogli dal nonno Vincenzo Di Nubila.
Qui ogni fotografia, anzi ogni frammento di fotografia è un documento storico dal quale emerge la concretezza della dimensione della vita di una comunità rurale e nello stesso tempo la potenza espressiva che trasforma i volti, le immagini, gli oggetti in una dimensione iconografica, che trascende il tempo, il luogo e l’occasione storica che le ha generate.
La domanda è:  si può fotografare l’anima?
Il racconto fotografico di Vincenzo Di Nubila, come ricostruito dall’Avv. Vincenzo Viceconte, ci è riuscito perfettamente.
Attraverso il documento fotografico quella che viene fuori è la narrazione di un ambiente sociale, di una condizione umana che soltanto in rari momenti la letteratura ed il cinema sono riusciti a cogliere con altrettante verità.
Mi riferisco al celeberrimo romanzo di Carlo Levi, “Cristo si è fermato ad Eboli”, e all’insuperabile film di Francesco Rosi (1979) tratto dall’omonimo romanzo e magistralmente interpretato da Gian Maria Volontè.
Se le immagini fossero note musicali, “Frammenti di memoria” potrebbe essere la colonna sonora di “Cristo si è fermato ad Eboli” o delle poesie di Rocco Scotellaro, quali, per esempio, “Sempre nuova è l’alba”, che Carlo Levi definì la “Marsigliese del movimento contadino”.

Dobbiamo essere grati all’Avv. Vincenzo Viceconte per questo contributo straordinario che ci ha fornito recuperando la memoria di un tempo che fu, del quale non dobbiamo perdere le tracce, ma dobbiamo acquistarne consapevolezza per essere capaci di comprendere il senso della storia da cui proveniamo ed evadere dal ghetto del presente in cui ci hanno confinato. Per acquistare di nuovo la perduta capacità di guardare al futuro”.
Trovo molto belle queste “Note a margine” del Dott. Domenico Gallo e tali  da costituire un’ottima presentazione del mirabile libro fotografico curato dall’Avv. Vincenzo Viceconte e dedicato alla madre ed al nonno Vincenzo.

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