Provate ad alzare spesso lo sguardo in alto verso la cima “sacra” del
monte San Biagio con l’antica Basilica e la più recente Statua del Redentore,
ormai simbolo di Maratea nel mondo.
Non è più tollerabile che il Cristo debba
convivere con un numero crescente di antenne di ogni tipo e di ogni altezza ivi
allocate gradualmente nel tempo e tali
da violare apertamente la “sacralità” del luogo, privato così del necessario
decoro che dovrebbe contraddistinguere l'intera area. Alzando gli occhi al
cielo dalla maggior parte del territorio comunale o, peggio ancora,
approssimandosi alla Statua, si assiste ad uno spettacolo, a dir poco,
offensivo per credenti e laici in un contesto nel quale quasi non si comprende
più se si vada a visitare il Cristo o le tante antenne che gli fanno da corona
alterando e deturpando uno scenario naturale unico al mondo.
A me viene ormai
da pensare, perdurando o addirittura aggravandosi una tale situazione, che si
possa quasi passare ad una provocatoria indicazione della Statua come “il
Cristo delle antenne”. Del resto esiste
già “il Cristo degli abissi”, che è un vero e proprio santuario sommerso nelle
acque di San Fruttuoso, all’interno dell’area marina protetta di Portofino.
Capite ovviamente che si tratta di tutta un’altra storia e che in questo caso
la Statua è divenuta meta di immersioni subacquee durante le quali si possono
ammirare pareti tappezzate di coralli e spugne. Lì ogni anno, nell’ultimo
sabato di luglio, si rinnova il tributo di fede a Cristo con una spettacolare
cerimonia che si svolge nella piccola baia e che prevede una processione alla
luce delle candele, la benedizione del mare, la deposizione di una corona di
alloro ed una Messa notturna sulla battigia.
Dunque,
cosa aspettiamo noi a proteggere l'area ed a togliere le antenne svettanti in modo così provocatorio
accanto al Cristo di Maratea per ricollocarle, se necessario, altrove in sito
in cui possano essere meno invasive e profanatrici?
Il problema
è stato già posto in modo energico all’attenzione della precedente
Amministrazione comunale e viene ora riproposto perché “ante omnia”, anche in vista dei
lavori di ristrutturazione della Statua, si provveda finalmente a “bonificare” l’intera area, accogliendo
così anche la giusta richiesta in tal senso del
locale, attivo Comitato del Redentore per il 2015.
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