Era il 4 novembre
1959 e da giorni mi preparavo…
Aldo, più tranquillo
e più sicuro di me, era la “camicia rossa” ed io lo “scolaro” sul palco delle Autorità e con alle spalle il
monumento ai Caduti nel giorno della sua inaugurazione.
Emozionato, con il
cuore in gola e con un fil di voce, recitai la parte assegnatami in dialogo con
il mio compagno di classe, entrambi sotto lo sguardo sereno e compiaciuto del
maestro Biagio Schettino, mio nonno, autore dello scritto ispirato dall’epopea
garibaldina.
Anche oggi è il 4
novembre e, con la mente, come ogni anno, ritorno a quel giorno ormai lontano.
Allora, da scolaretto, ne compresi l’importanza per il doveroso ricordo di tutti
coloro che, anche giovanissimi, hanno sacrificato il bene supremo della vita
per un ideale di Patria e di attaccamento al dovere. Ora rivedo quel monumento-simbolo con tanti nomi incisi
alla sua base, circondato e stretto da un perenne abbraccio collettivo.
Grazie Emanuele per questo bel ricordo della tua infanzia! Tra gli astanti, riconosco, secondo da destra, mio padre Luigi.
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