giovedì 3 agosto 2017

IL CASO "NATUZZA"

Fortunata Evolo, detta "Natuzza", era nata a Paravati di Mileto in Calabria il 23 agosto 1924 ed è morta a Paravati di Mileto il 01 novembre 2009.
 
E' stata ed è considerata come "mistica" ed attorno alla sua figura è nato un fenomeno popolare, accompagnato dalla costituzione in Paravati di Mileto della "Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime".
Interviene ora un Decreto del Vescovo Luigi Renzo, con il quale è stata disposta la revoca dell'approvazione dello Statuto della Fondazione legata a Natuzza Evolo e risalente al  1999 e quindi al tempo del suo predecessore.
Alla Fondazione di Paravati di Mileto, impegnata in un complesso di opere anche grazie ad offerte generose giunte da tutto il mondo, viene ora vietato di "organizzare attività di religione e culto" dentro e fuori la propria sede. La decisione del Vescovo proibisce, inoltre, alla Fondazione di "utilizzare per qualsiasi attività di pastorale e culto pubblico la chiesa del Cuore Immacolato di Maria rifugio delle anime non ancora consacrata, nonchè di raccogliere offerte in eventuali pubbliche celebrazioni liturgiche, che in ogni caso dovranno organizzarsi solo ad opera della Parrocchia Santa Maria degli Angeli in Paravati, unica ad essere titolata per qualsiasi attività di religione e culto (Messe, processioni ed altro)". Le è fatto, altresì, divieto "di conservare il SS. Sacramento e di celebrare la Santa Messa nella Casa per anziani Mons. Colloca, compresa l'annessa aula polifunzionale revocando ogni facoltà precedentemente concessa".
Monsignor Renzo, con evidente riferimento a Natuzza Evolo, ricorda anche l'obbligo di attenersi alle disposizioni emanate da Papa Francesco nel Motu proprio "Maiorem ac dilectionem", dove è stabilito che sono proibite nelle Chiese le celebrazioni o i panegirici sui "servi di Dio", la cui santità di vita è tuttora soggetta "a legittimo esame".
Sinceramente l'intervento vescovile, seppur tardivo, era doveroso a fronte del caso "Natuzza Evolo" e di quel che ne è seguito con la discutibile credulità popolare in un angolo di Calabria, nel quale è vissuta la "mistica".
 

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