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Ritratto del cardinale Lorenzo Brancati (1612-1693) di Lauria |
Valerio Mignone
Nella piazza San Giacomo di Lauria Inferiore, di fronte alla chiesa omonima, c’è una statua di bronzo dedicata al cardinale Lorenzo Brancati, con il berretto a tre punte, opera dello scultore Paolino Amoroso, nato a Lauria, ma residente a Pesaro.
Il cardinale Lorenzo Brancati fu considerato uno degli uomini di cultura più dotti del 1600. Nacque a Lauria Inferiore il 10 aprile 1612, dalla gentildonna Dorotea Serubbi e da Marcello, dottore in Diritto civile e canonico. Il suo nome di battesimo fu Giovanni Francesco, cambiato, poi, a diciotto anni, in Lorenzo.
Suo primo, ed unico, precettore in Lauria fu l’avvocato Aquilante Vitale, del quale, il Cardinale scriverà: “Dall’Aquilante appresi non solo tutta la grammatica, ma anche la Dottrina cristiana ed il modo pratico di fare l’orazione mentale. La scolaresca era molto numerosa, ed il probo vecchio, oltre a formarla culturalmente, come qualsiasi parroco, insegnava anche rudimenti della fede ed accompagnava tutti gli allievi nella chiesa di S. Giacomo ad ascoltare la Messa, il signore lo rimeriti di tanto”.
Sentendosi “vocato” alla vita religiosa, e mancando di mezzi finanziari, nonostante il parere contrario dei genitori, fu sottoposto alla “tonsura” dal vescovo di Policastro, monsignor Santoro, che Lo destinò
alla chiesa parrocchiale di san Giacomo, ove dovette svolgere umili lavori, come spazzatura dei pavimenti, suono delle campane, preparare gli altari, servire le messe. Successivamente giunse a Lauria padre Giovanni Francesco Serubbi, minore conventuale, cugino della madre, il quale chiese a Lorenzo se si sentisse attratto dal ruolo di “frate”. Sofferente di crisi di asma, ed ottenutane la guarigione per “voto” fatto a San Francesco d’Assisi, Lorenzo “fu accettato dall’Ordine sotto la figliuolanza del convento di Noia, Diocesi di Anglona”, l’attuale Tursi.
Uomo di vasta cultura, Lorenzo Brancati scrisse di filosofia, fisica, e teologia. Padre Vincenzo Maria Coronelli scrisse di Lui: ”…In tutte le sue opere egli è singolare nel metodo e chiarezza …”.
Morto papa Innocenzo XI il 12 agosto 1689, si tenne il conclave; ed il cardinale Brancati ottenne 15 voti; e forse sarebbe stato eletto al soglio pontificio, se non si fosse opposto il re di Spagna, protettore della Santa Romana Chiesa. Fu eletto il cardinale Pietro Ottoboni, che prese il nome di Alessandro VIII. Purtroppo, proprio durante il conclave che portò alla elezione di Alessandro VIII, il cardinale Brancati si ammalò, e morì il 3 novembre 1693 “con sommo dispiacere del Sacro Collegio, di tutta Roma, anzi di tutta Italia”. Fu seppellito nella Chiesa dei SS. Apostoli in Roma, che il cardinale Brancati, con sue risorse finanziarie, aveva provveduto ad ammodernare. In precedenza, il cardinale Brancati non aveva risorse finanziarie, e Gli venne in aiuto un suo cugino. In seguito, lo stesso Brancati, nel suo testamento, ebbe la disponibilità di alcune risorse finanziarie per far fronte alle spese per la beatificazione di Padre Giuseppe da Copertino, che era già “Venerabile Servo di Dio”.
Ai tempi nostri, nella Diocesi di Melfi è stato vescovo don Vincenzo Cozzi, nato a Lauria, e, ritiratosi, dopo il pensionamento, a Trecchina, qui è deceduto. Per monsignor Cozzi, seppellito nella cattedrale di Melfi, sono in corso procedure per la sua beatificazione.
Lauria ha dato i natali anche a monsignor Antonio Cantisani, vescovo di Catanzaro, nella cui cattedrale, alla sua morte, è stato seppellito.
Il cardinale Michele Giordano, nato a Sant’Arcangelo il 1930, e deceduto il 2010, è stato cardinale, ed arcivescovo di Napoli. Purtroppo, fu coinvolto, assieme al fratello, in una brutta vicenda di usura.
Oggi, in Basilicata sono in attività ben cinque illuminati vescovi: monsignore Davide Carbonaro, arcivescovo di Potenza, Muro Lucano, Marsico Nuovo, e Presidente della Conferenza Episcopale della Basilicata; monsignore Vincenzo Orofino, vescovo di Tursi-Lagonegro; mons. Ciro Fanelli, vescovo di Melfi, Rapolla, Venosa; mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, arcivescovo di Matera, e vescovo di Tricarico, due diocesi che restano amministrativamente separate, ma unite in “Persona Episcopi”; monsignore Francesco Sirufo, arcivescovo di Acerenza. Tutti meritevoli della porpora cardinalizia, si auspica che almeno uno di Questi venga elevato al titolo di cardinale.
Intanto, l’attuale papa Leone XIV ha affidato al frate Francesco Ielpo, originario di Lauria, l’incarico di custode di Terra Santa, coinvolgendo, con ciò, la Basilicata nel contesto ecclesiastico internazionale.
Oggi, è motivo d’onore per la Basilicata apprendere che anche il cardinale Roberto Repole, arcivescovo metropolita di Torino, ha radici lucane, essendo suo padre emigrato da Rapone, in età infantile, come lo stesso cardinale ha dichiarato in una sua recente visita a Rapone.
Pubblicato su Il Quotidiano del Sud il 19 luglio 2025.
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