martedì 16 giugno 2015

PRIMA "FESTA DEL REDENTORE", ideata e voluta dal Comitato e dal suo Presidente, Salvatore Cirigliano.


CINQUANTENARIO DEL CRISTO REDENTORE DI MARATEA

 

Trascriviamo di seguito  l’intervento del Presidente del Comitato del Redentore, Salvatore Cirigliano,  in occasione della posa della corona di fiori ai piedi del monumento del Cristo Redentore dopo la Cerimonia Eucaristica,  in apertura delle manifestazioni per il cinquantenario del Redentore (14/06/2015).


In questo giorno d’apertura delle manifestazioni  per il cinquantenario del Redentore particolarmente importante per tutti noi, ai piedi del Redentore,  mi viene spontaneo considerarne -due aspetti:

Quello del Cinquantenario e quello della Festa del Redentore.


 

-Il primo,  (dice il presidente) porta al ricordo di due grandi personaggi, -anzi di tre:

Il conte Stefano Rivetti di Valcervo, “persona illuminata”,  grande imprenditore piemontese che, per amore di questa terra, volle donare alla nostra città il grandioso monumento;

Il Professore Bruno Innocenti artista, scultore e cattedratico dell’istituto d’arte di Firenze che lo realizzò;  e, non ultimo, l’ing. Luigi Mesumeci  che ne calcolò la struttura del cemento armato,  per consentire al monumento le  micro oscillazioni necessarie,  e resistere alle raffiche di vento che, in questo punto, d’inverno, possono raggiungere anche i 140 km/h.

 

Come infatti ci ricorda la Sig.ra Chiara Rivetti di Valcervo EleK , figlia del Conte, nel suo libro, era il 1957 quando il Conte Stefano Rivetti, di ritorno da un suo viaggio a Rio De Janeiro, per la prima volta parlò al Prof. Bruno Innocenti della sua idea di realizzare a Maratea, qui, sul monte S. Biagio, una grande statua del Cristo Redentore e, già d’allora, ne delineò la figura, dettandone anche quelle caratteristiche di grande religiosità.

La statua doveva essere:  grande, -perché tale è la potenza di Dio, semplice,  lineare,  bianca;  e doveva raffigurare un Cristo risorto: giovane;  sereno;  senza dolore;  senza sofferenza; -senza Tempo.

 

Doveva avere ; -due visuali  di osservazione prospettiche: dal mare e da terra, -perché da ogni parte noi  

                           veniamo, Egli sarà sempre pronto ad  accoglierci;

                          -doveva avere le braccia aperte al cielo: - per  invocare la misericordia di Dio; 

                          -doveva essere senza piedistallo:  -poiché il Cristo risorto è venuto tra noi con grande

                           umiltà per stare con noi, -insieme a noi;

                          -doveva posare i piedi nudi sulla terra: -perché Egli è venuto in questo mondo povero,

                          per camminare insieme a noi.

                         -E, con le braccia aperte al cielo e i piedi sulla terra doveva costituire il tramite, il

                           ponte, il collegamento tra il cielo e la terra, tra Dio e l’umanità.

                          L’uomo solo per mezzo del Cristo risorto, potrà giungere a Dio

            “Io sono la via, la verità, la vita”.

 

Ci vorranno ben otto anni di studi e d’inteso lavoro per realizzare il monumento, che fu completato alla fine del 1965. La statua  avrà:

                                                  - l’altezza di circa 22 metri,  ed esattamente di mt. 21,20

                                                   -un apertura delle braccia di 19 metri e75

                                                   -l’altezza della testa di circa 3 metri

                                                   -ed un peso totale di 500 tonnellate.

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 Purtroppo (dice il presidente)

 

Per divergenze  politiche la statua non fu mai inaugurata,  e, quei  valori di grande religiosità attribuiti dal conte Rivetti, furono ben presto dimenticati e, la statua, rimase pressoché abbandonata. Solo col passar di tantissimi anni la statua -spontaneamente  riemerse agli occhi  dei visitatori prima, dei  marateoti  poi,  diventando non solo il simbolo della nostra città -ma dell’intera  Regione Basilicata.

Al Conte Stefano Rivetti di Valcervo, al Prof.  Bruno Innocenti e all’Ing. Luigi Mesumeci  va il nostro pensiero, e il nostro più grande ringraziamento.

 

 

-L’altro aspetto, (continua il presidente) porta alla cerimonia della festa del Redentore fortemente voluta dal nostro Comitato che, fin dalla propria istituzione ne fece  il principale dei propri obiettivi, per la valorizzazione in Italia e nel mondo dell’immagine del Redentore; non soltanto dal punto di vista turistico, ma anche soprattutto da quello religioso, per restituire al monumento quei valori di grande religiosità,  già attribuiti, fin dall’inizio  dal conte Rivetti che, uniti alle grandi manifestazioni istituite dal Comitato del Redentore quali: la stessa Festa del Redentore, la Benedizione del Mare, il Personaggio del Redentore, la benedizione dei Giovani del Redentore, il discorso della montagna, -devono rafforzare la nostra fede nel Cristo Risorto.

E, la presenza di questo monumento, tutti i giorni ci ricorda che il Cristo risorto è in mezzo a noi, Egli ci ama, ci  protegge e guida i nostri passi. E solo seguendo i suoi insegnamenti che la nostra città oltre ad essere la città dell’ospitalità turistica, potrà diventare anche la città della fede, dell’accoglienza e della fratellanza tra i popoli. 

Ed è per questo motivo, di rinnovata fede, (afferma il presidente) d’ora in poi, ogni anno, nel mese di giugno,  nella domenica successiva al Corpus Domini, così come stabilito con il nostro vescovo, verremo ai piedi di questo monumento, per deporre una corona di fiori e  ringraziare il Redentore,  per sua Presenza e per la sua Protezione.
                                                                                             Salvatore  CIRIGLIANO

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