CINQUANTENARIO DEL CRISTO REDENTORE DI MARATEA
Trascriviamo di seguito l’intervento del Presidente del Comitato del
Redentore, Salvatore Cirigliano, in
occasione della posa della corona di fiori ai piedi del monumento del Cristo
Redentore dopo la Cerimonia Eucaristica,
in apertura delle manifestazioni per il cinquantenario del Redentore (14/06/2015).
In questo giorno d’apertura delle manifestazioni per il cinquantenario del Redentore particolarmente importante per tutti noi, ai piedi del Redentore, mi viene spontaneo considerarne -due aspetti:
-Il primo,
(dice il presidente) porta al ricordo di due grandi personaggi, -anzi di
tre:
Il conte Stefano Rivetti di Valcervo, “persona illuminata”, grande imprenditore piemontese che, per amore
di questa terra, volle donare alla nostra città il grandioso monumento;
Il Professore Bruno Innocenti artista, scultore e cattedratico
dell’istituto d’arte di Firenze che lo realizzò; e, non ultimo, l’ing. Luigi Mesumeci che ne calcolò la struttura del cemento armato,
per consentire al monumento le micro oscillazioni necessarie, e resistere alle raffiche di vento che, in
questo punto, d’inverno, possono raggiungere anche i 140 km/h.
Come infatti ci ricorda la Sig.ra Chiara Rivetti di Valcervo EleK , figlia
del Conte, nel suo libro, era il 1957 quando il Conte Stefano Rivetti, di
ritorno da un suo viaggio a Rio De Janeiro, per la prima volta parlò al Prof.
Bruno Innocenti della sua idea di realizzare a Maratea, qui, sul monte
S. Biagio, una grande statua del Cristo Redentore e, già d’allora, ne delineò la
figura, dettandone anche quelle caratteristiche di grande religiosità.
La statua doveva essere: grande, -perché tale è la potenza di
Dio, semplice, lineare, bianca; e doveva raffigurare un Cristo risorto: giovane;
sereno;
senza dolore; senza sofferenza; -senza
Tempo.
Doveva avere ; -due visuali di osservazione prospettiche: dal mare e
da terra, -perché da ogni parte noi
veniamo, Egli sarà
sempre pronto ad accoglierci;
-doveva avere le braccia aperte al
cielo: - per invocare la
misericordia di Dio;
-doveva essere senza
piedistallo: -poiché il Cristo
risorto è venuto tra noi con grande
umiltà per stare con
noi, -insieme a noi;
-doveva
posare i piedi nudi sulla terra: -perché Egli è venuto in questo mondo
povero,
per camminare insieme
a noi.
-E, con
le braccia aperte al cielo e i piedi sulla terra doveva costituire il tramite,
il
ponte, il collegamento
tra il cielo e la terra, tra Dio e l’umanità.
L’uomo solo per mezzo del Cristo risorto,
potrà giungere a Dio
“Io sono la via, la verità, la
vita”.
Ci vorranno ben otto anni di studi e d’inteso lavoro per
realizzare il monumento, che fu completato alla fine del 1965. La statua avrà:
- l’altezza di circa 22 metri, ed
esattamente di mt. 21,20
-un apertura delle braccia di 19 metri e75
-l’altezza della testa di circa 3 metri
-ed un peso totale di 500 tonnellate.
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Purtroppo (dice il presidente)
Per divergenze politiche la statua non fu mai inaugurata, e, quei valori di grande religiosità attribuiti dal
conte Rivetti, furono ben presto dimenticati e, la statua, rimase pressoché
abbandonata. Solo col passar di tantissimi anni la statua -spontaneamente riemerse agli occhi dei visitatori prima, dei marateoti poi, diventando non solo il simbolo della nostra
città -ma dell’intera Regione Basilicata.
Al Conte Stefano Rivetti di Valcervo,
al Prof. Bruno Innocenti e all’Ing. Luigi
Mesumeci va il nostro pensiero, e il
nostro più grande ringraziamento.
-L’altro aspetto, (continua il presidente) porta alla cerimonia
della festa del Redentore fortemente voluta dal nostro Comitato che, fin
dalla propria istituzione ne fece il
principale dei propri obiettivi, per la valorizzazione in Italia e nel mondo
dell’immagine del Redentore; non soltanto dal punto di vista turistico, ma
anche soprattutto da quello religioso, per restituire al monumento quei
valori di grande religiosità, già
attribuiti, fin dall’inizio dal conte Rivetti
che, uniti alle grandi manifestazioni istituite dal Comitato del Redentore
quali: la stessa Festa del Redentore, la Benedizione del Mare, il Personaggio
del Redentore, la benedizione dei Giovani del Redentore, il discorso della
montagna, -devono rafforzare la nostra fede nel Cristo Risorto.
E, la presenza di questo monumento, tutti i giorni ci ricorda che
il Cristo risorto è in mezzo a noi, Egli ci ama, ci protegge e guida i nostri passi. E solo
seguendo i suoi insegnamenti che la nostra città oltre ad essere la
città dell’ospitalità turistica, potrà diventare anche la città della
fede, dell’accoglienza e della fratellanza tra i popoli.
Ed è per questo motivo, di rinnovata
fede, (afferma il
presidente) d’ora in poi, ogni anno, nel mese di giugno, nella domenica successiva al Corpus Domini, così
come stabilito con il nostro vescovo, verremo ai piedi di questo monumento, per
deporre una corona di fiori e ringraziare
il Redentore, per sua Presenza e
per la sua Protezione.
Salvatore CIRIGLIANO
Salvatore CIRIGLIANO
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