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Di Redazione il
ERA INEVITABILE CHE IN QUESTA CAMPAGNA ELETTORALE SENZA ESCLUSIONE DI COLPI USCISSE CON PREPOTENZA IL PASSO FALSO DEL PRESIDENTE BARDI SULL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA O MEGLIO IL SILENZIO AMBIGUO E SUCCUBE DA LUI TENUTO IN ORDINE AL TEMA DELL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA CHE, A DETTA DEGLI ECONOMISTI PIU’ SERI E DEGLI STUDIOSI DI POLITICA, METTE IN DUE DIVERSE VELOCITA’ IL PAESE, CON IL NORD CHE SI PUO’ PERMETTERE DI CORRERE E IL SUD CHE DEVE CAMMINARE CON I PESI SULLE SPALLE DI UN SOTTOSVILUPPO MAI RISOLTO. SI PUO’ ESSERE DI DESTRA O DI SINISTRA MA NON CONTRO IL TERRITORIO CHE SI GUIDA E SI RAPPRESENTA E IL PASSO FALSO DI BARDI E’ STATO PROPRIO QUESTO. DARE IL CONSENSO AD UN PROVVEDMENTO CHE ALTRI GOVERNATORI DI REGIONE DEL SUD HANNO CONTRASTATO CON OGNI MEZZO E CHE INVECE LUI HA ACCETTATO NEL PIU’ ASSOLUTO SILENZIO RINVIANDO SINE DIE LA DISCUSSIONE IN CONSIGLIO E IMPEGNANDO LA REGIONE PRIMA CHE LA STESSA ASSEMBLEA REGIONALE FOSSE CHIAMATA A DISCUTERNE. IL BELLO E’ CHE PARTE DI QUELLI CHE GLI CONTESTAVANO QUESTO “TRADIMENTO” ADESSO VIAGGIANO CON LUI E PER LUI, A DIMOSTRAZIONE DI QUANTO LA POLITICA SIA RIDOTTA A MERO STRUMENTO DI ACQUISIZIONE DI POTERE. PUO’ DARSI CHE NON SI FACCIA IN TEMPO A FERMARE QUESTA SCELLERATA LEGGE CHE SI STA PORTANDO A COMPIMENTO, MA E’ SICURO CHE SI STA ALZANDO NEL PAESE IL VENTO DELL’OPPOSIZIONE ALAL DESTRA E CHE ANCHE LA NOSTRA REGIONE HA FORZE PER COMBATTERE LA SECESSIONE DEI RICCHI ANCHE ATTRAVERSO UNA CORSA AL REFERENDUM. INTANTO MARRESE E CHIORAZZO DANNO L’ESEMPIO DI QUESTA RIVOLTA DEMOCRATICA, FIRMANDO LA PRIMA DELIBERA DELLA PROSSIMA LEGISLATURA ( SE VINCERANNO LE ELEZIONI) CHE FA FARE MARCIA INDIETRO ALL’ATTEGGIAMENTO SUSSEGUIOSO E UBBIDIENTE DELLA REGIONE. R.R.
Contro il disegno leghista di dividere l’Italia Chiorazzo e Marrese a Latronico presentano il primo atto in caso di vittoria
In
una sala stracolma a Latronico il candidato presidente del Centro
sinistra Piero Marrese e il candidato di Basilicata Casa Comune, Angelo
Chiorazzo hanno ancora una volta ribadito, così come fatto in tantissimi
incontri sul territorio, il netto dissenso alla scellerata legge
Calderoli sull’autonomia differenziata, voluta dal Governo nazionale
guidato da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. A Latronico ieri è
iniziata la mobilitazione popolare contro un atto che, se applicato, nel
prevedere “l’attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori
forme e condizioni particolari di autonomia”, aprirebbe la porta a una
differenziazione dei servizi sul territorio in materie chiave quali la
sanità, l’istruzione, le infrastrutture su cui, a causa del malgoverno
degli ultimi 10 anni di Bardi e Pittella, siamo già fortemente in
difficoltà.
Marrese
e Chiorazzo hanno ieri presentato la prima delibera di Giunta che sarà
firmata, se i lucani e le lucane sceglieranno il centro sinistra per
guidare la Basilicata, e che sarà sottoposta al nuovo Consiglio
regionale, diversamente da quanto successo con Bardi che non ha mai
consultato la massima Assise consiliare per votare su questo
provvedimento, consegnando il futuro della Basilicata ai leader
nazionali della destra, dando l’ok della Basilicata all’autonomia
differenziata in cambio della sua ricandidatura.
I
relativi livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti
civili e sociali, previsti dall’autonomia differenziata, non sono di per
sé bastevoli ad assicurare, in presenza di risorse fortemente
diversificate, il fine costituzionale sancito dall’articolo 3 della
Costituzione Italiana che è quello di “rimuovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza
dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona”.
La situazione che si verrebbe a determinare, accentuerebbe in modo
irreversibile i divari territoriali, al punto da minare l’unità stessa
dello Stato considerato, inoltre, che la gestione delle risorse naturali
di cui la Basilicata è ricca, quali acqua e petrolio, è sempre stata
centralizzata in virtù del principio della solidarietà nazionale e
dell’unitarietà dello Stato e lo stesso Stato Centrale ricava da dette
risorse, sotto forma di gettito fiscale, somme mai riversate alla
Basilicata. In questo scenario, la Basilicata, con l’autonomia
differenziata, sperimenterebbe un disastro di proporzioni persino
superiori rispetto alle altre regioni del Sud. Un gioco cinico sulla
pelle dei lucani a cui ci opporremo con ogni mezzo.
Il nostro obiettivo – hanno detto Marrese e Chiorazzo – è invece quello di impegnarci in una forte azione di contrasto alle previsioni del Ddl 615 che includa ogni mezzo legale e democratico, dalle impugnazioni legali alle iniziative referendarie, autorizzando il Presidente della Regione a promuovere e sostenere ogni iniziativa in tal senso e a sostenere, anche finanziariamente, la mobilitazione sociale contro tale ipotesi di disgregazione dello Stato.
Consentiteci una nota di colore: questa mattina il governatore uscente Bardi, in una intervista su Il Giornale, riferendosi alla autonomia differenziata, dice che “Ci sono ovviamente delle criticità, penso ai livelli essenziali delle prestazioni (LEP) che vanno fissati e finanziati. Per esempio, in Basilicata abbiamo un secolare gap infrastrutturale: come lo colmiamo? Le distanze Nord-Sud in questi 23anni sono aumentate. Bisogna cambiare. Ma ci vorrà tempo. E noi governatori del Sud saremo sempre a difesa dei nostri territori, oltre ogni appartenenza politica”. E’ proprio vero che in campagna elettorale si dice tutto e il contrario di tutto.
D’altra parte Maria Elena Boschi, venuta in Basilicata per sostenere i due candidati di Italia Viva, prima alla opposizione e ora candidati con Bardi, ha dichiarato sull’autonomia differenziata di “essere molto critica tanto da condurre in Commissione una battaglia contro la proposta del Governo Meloni, contro la proposta di Calderoli, perchè l’autonomia differenziata non danneggerà il Sud ma l’intero Paese”. I suoi consiglieri regionali evidentemente, troppo intenti ad elogiare il loro massimo oppositore fino a qualche giorno fa, non le hanno detto che Bardi, da subito, ha detto sì a questa legge.
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