B E N E !
- Da Comune di Praia a Mare Facebook -
Ferita nel bombardamento, questa giovane donna incinta è morta e con lei è deceduto il piccolo non ancora nato.
In nome di Dio, fermate questo massacro ! - Papa Francesco -
- Da www.talentilucani.it -
“Olezzo” – (Ironicamente) fetore, puzza –
di GERARDO ACIERNO
C’è stato
un tempo della nostra gioventù (nostra, da intendere come generazione
nata immediatamente nel post-guerra), in cui la primavera tornava a
mostrarsi sulle colline, nei vicoli e nelle strettoie dei nostri paesi
poco prima della festa di San Giuseppe, il 19 marzo. Era un evento
sportivo a sigillare questa nostra cadenza temporale: la ‘Milano –
Sanremo’, prestigiosa classica del ciclismo mondiale.
Vincevano quasi sempre gli stranieri: lo
spagnolo Miguel Poblet, il belga Rick Van Looy, il francese Poulidor e
altri ancora di cui ho perso il conto. Bisognò aspettare il 1970 per la
vittoria di uno sprinter italiano, Michele Dancelli. Ma in quell’anno
avevamo (purtroppo) già scavallato, lasciandoci alle spalle sogni e
fantasie.
Tornava, la primavera, come dicevano i
poeti e i compositori, ‘tra i mirti in fiore e gli aranci che olezzano
sui verdi margini (anche da noi? ma quando mai?).
Vabbè, comunque tornava. Il secondo
trimestre (decisivo per un titubante anno scolastico) in questo lasso di
tempo volgeva al tramonto e l’alba di nuove amicizie si ritagliava il
suo spazio in palpitanti e timide avventure adolescenziali. Tutto
sembrava giocare a nostro favore: si andava a vedere il Potenza in serie
B; nei cinema della città si proiettavano film in prima visione; a
teatro recitavano Gassman e Buazzelli; a Montereale si ballava e a
Rifreddo la Montecatini (poi diventata Montedison) approvava la colonia
estiva per i figli dei suoi operai brindisini. C’era dappertutto sentore
di rinascita, di cose che mutavano, c’era profumo di futuro. Poi
la vita di ciascuno di noi ha imboccato propri, misteriosi corridoi e
le nostre primavere come tutto il resto e secondo leggi naturali si sono
di parecchio avvizzite. Sarà forse per questo motivo che il profumo di
cui sopra in queste due ultime settimane mi sembra essere diventato
olezzo, come da definizione iniziale.
E DELLA GUERRA
Articolo di Nicola SAVINO*
Si è accorta la nostra Regione che l’<autonomia differenziata> procede nonostante il Covid e la guerra? La lunga vicenda, che ha messo gambe con la modifica del Titolo Quinto nel 2001, in particolare agli articoli dal 116 al 119, è ora nelle mani della ministra Gelmini, non certo amica delle Regioni povere del Sud.
Al contrario del suo predecessore, on. Boccia, che non ignorava la necessità costituzionale di subordinare ulteriori competenze alle Regioni (organizzazione della giustizia penale, tutela dell’ambiente, ecosistema e beni culturali) all’ attuazione dei Lep (livelli essenziali di prestazioni-tipo infrastrutture stradali, autostradali, ferroviarie, portuali, aeroportuali); cioè quel che ancora manca per promuovere la crescita dei territori svantaggiati.
L’on. Gelmini, di Forza Italia come il presidente Bardi, ha affidato al Prof. Caravita, docente e chairmen di uno Studio legale privato, la Commissione per un parere sulla “legge quadro (richiesta con insistenza dalle “sue” tre Regioni), anche per sciogliere “le questioni giuridiche e politiche irrisolte” (Senato-servizio-studi -regionalismo, che credo i nostri tecnici regionali consultino regolarmente!).
La questione vera é nella correlazione tra funzioni e risorse: in pratica se all’attribuzione delle nuove competenze (richieste da Veneto e Lombardia con propri referendum e dall’Emilia Romagna con atto amministrativo) debbano corrispondere anche i fondi che attualmente lo Stato spende per le stesse sul loro territorio.
La guerra, purtroppo presente in varie parti della nostra terra, all’improvviso è ricomparsa in Europa, nella vicina Ucraina, con le sue tragiche, ben note conseguenze di distruzione e morte, mentre “LA LUNA DI KIEV”, di Maratea e del mondo intero, protestando, ci ripete il suo messaggio di pace:
LA LUNA DI KIEV
di Gianni Rodari
“Chissà se la luna
di Kiev
è bella
come la luna di Roma,
chissà se è la stessa
o soltanto sua sorella…
Ma son sempre quella!
– la luna protesta –
non sono mica
un berretto da notte
sulla tua testa!
Viaggiando quassù
faccio lume a tutti quanti,
dall’India al Perù,
dal Tevere al Mar Morto,
e i miei raggi viaggiano
senza passaporto.”
-Gianni Rodari-
La luna di Maratea |
costituita da Assessori di Forza Italia e Lega, come da annuncio del Presidente, Vito Bardi:
"La nuova Giunta sarà composta dal Dottore Gerardo Bellettieri, che
prenderà le deleghe alle attività produttive, formazione, lavoro e
sport. L’Ingegnere Vincenzo Acito avrà le deleghe ad Ambiente ed
Energia. Il Dr. Vincenzo Baldassarre avrà la delega dell’Agricoltura.
L’Architetto Donatella Merra prenderà la delega alle infrastrutture.
L’Avvocato Francesco Fanelli assumerà anche la vicepresidenza e prenderà
le deleghe alla Sanità e alle politiche sociali".
Fratelli d'Italia non fa più parte del governo regionale.
«Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro.» -Umberto Eco-
L'assenza sia del Dott. Vito Bardi, Presidente Regione Basilicata, e dell'Avv. Daniele Stoppelli, Sindaco di Maratea, per contemporanei impegni istituzionali, che del Dott. Renato Cantore per motivi di salute, non ha impedito la prevista presentazione del libro in una piacevole ed interessante serata presso la sede del Centro culturale "Josè Mario Cernicchiaro" in compagnia dell'autore e del giornalista Alfonso Sarno.
con 253 voti favorevoli ed ora il testo passa al Senato
Nel primo articolo è prevista "la facoltà della persona affetta da una patologia irreversibile e con prognosi infausta o da una condizione clinica irreversibile di richiedere assistenza medica, al fine di porre fine volontariamente e autonomamente alla propria vita".
Ecco quanto dichiarato il 10 marzo da Marco Cappato dell'Associazione Luca Coscioni: "Il voto di oggi è un passo importante, non è l'eutanasia legale ma è riconosciuto quanto abbiamo conquistato con Dj Fabo, con il diritto a determinate condizioni a non dover subire una sofferenza insopprotabile. Nella legge ancora sono discriminate le persone che non sono dipendenti da un trattamento sanitario, se ci sarà conoscenza potremo superare anche questa discriminazione. Andiamo avanti".
L E G A M B I E N T E B A S I L I C A T A
Potenza, 11 marzo 2022 Comunicato stampa
Basta con il ricatto del gas e la dipendenza delle fonti fossili.
La soluzione è accelerare lo sviluppo delle rinnovabili. Basta ritardi
Anche la Basilicata deve programmare la sua transizione energetica fondata sulle fonti pulite e l'efficienza energetica e definire subito una strategia regionale d’uscita dalle fonti fossili che generano conflitti, insicurezza energetica, costi insostenibili e disastri ambientali.
Ma c'è anche una buona notizia: il Consiglio dei Ministri sblocca 6 Parchi eolici tra cui quello di Tricarico
Il terribile conflitto in corso in Ucraina, con la minaccia dietro l’angolo anche di un incidente nucleare, ci ricorda che non c’è più tempo da perdere. È ora il tempo delle scelte coraggiose, abbandonando quelle miopi e insensate come ad esempio l’apertura delle centrali a carbone o un ipotetico ritorno al nucleare impensabile non solo per evidenti ragioni ambientali, in particolare per la gestione delle scorie, ma anche perchè renderebbe un paese come l'Italia completamente dipendente per l'approvvigionamento di uranio così come ora lo siamo per il gas. Ma soprattutto bisogna evitare di legare il nostro futuro energetico al gas fossile che è la causa principale dell'aumento delle bollette energetiche e non è peraltro un'opzione praticabile per affrontare la crisi climatica, essendo risorsa altamente climalterante. Se in questi anni l’Italia avesse investito con coraggio sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, oggi non sarebbe così sotto scacco del gas russo e in più in generale non sarebbe così dipendente dalle fonti fossili. Se lo sviluppo delle FER (solare + eolico) fosse andato avanti con lo stesso incremento annuale medio registrato nel triennio 2010‐2013 (pari a 5.900 MW l’anno), oggi l’Italia avrebbe potuto ridurre i consumi di gas metano di 20 miliardi di metri cubi l’anno, riducendo le importazioni di gas dalla Russia del 70%.
La crisi energetica che sta investendo l’Italia e l’Europa, legata al conflitto in corso e al ricatto del gas, e che si traduce anche in un drammatico rincaro delle bollette, si può superare solo investendo davvero sulle fonti pulite, sull’efficienza, l’autoproduzione e l’innovazione tecnologica. Le soluzioni vere e strutturali sono evidenti e già alla nostra portata: energie rinnovabili, accumuli, pompaggi, reti, risparmio e l’efficienza energetica, un mix formidabile.
Oggi la XVIII Edizione
- Da www.quirinale.it -
In occasione della XVIII Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili, la Presidenza della Repubblica aderisce all'iniziativa "M'illumino di meno", campagna di sensibilizzazione sulla razionalizzazione dei consumi energetici ideata e promossa dalla trasmissione "Caterpillar" di Rai Radio 2 con Rai per il Sociale.
Venerdì 11 marzo, dalle 19.00 alle 20.00, rimarrà spenta l'illuminazione della facciata esterna del Palazzo del Quirinale.
L’edizione di quest’anno di “M’illumino di meno”, tramite l’adesione alla campagna dei Carabinieri forestali per la Biodiversità, vuole valorizzare il ruolo delle piante nella riduzione dell’inquinamento atmosferico. In merito a questa iniziativa, la mattina dell’11 marzo, una talea ricavata dall’Albero di Falcone, ficus collocato a Palermo davanti alla casa dei giudici Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, sarà piantumata nella Tenuta presidenziale di Castelporziano.
Roma, 09/03/2022
- Da www.quirinale.it -
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
«Giuseppe Mazzini è uno dei padri del nostro Risorgimento, un uomo simbolo del faticoso, in vari momenti eroico, processo di unificazione del Paese. Una figura a cui l’Italia intera si inchina.
Gli ideali che lo ispirarono, la sua azione politica, la sua testimonianza etica e civile - affermata con la fondazione della Giovine Italia a cui fece seguito la nascita della Giovine Europa - furono decisivi sulla strada dell’affermazione della identità italiana.
Le ferme convinzioni democratiche e repubblicane proiettano la figura di Mazzini oltre l'Ottocento, facendo della sua personalità un prezioso tramite tra valori risorgimentali e principi che poi hanno costituito le fondamenta della Liberazione e della Repubblica italiana.
Ricordare Giuseppe Mazzini a 150 anni dalla scomparsa, avvenuta a Pisa pochi mesi dopo che Roma era divenuta capitale dell'Italia finalmente unita, sollecita una rinnovata riflessione sulle radici della Repubblica e sul suo legame storico con la coscienza unitaria del popolo italiano, sul suo inveramento possibile solo in un contesto di democrazia, di libertà, di uguaglianza dei diritti.
Dopo aver combattuto tutta la vita contro l'oppressione e per l’unità del Paese, dopo aver pagato il prezzo dell'esilio e quello di dure sconfitte, Mazzini morì nell'Italia unita. Eppure visse gli ultimi giorni quasi da clandestino in patria, non appagato dell’obiettivo raggiunto e non disposto a rinunciare a quei traguardi repubblicani e democratici che per lui erano condizione di una vera affermazione dell’unità di un popolo.
Il messaggio di Mazzini contiene una preziosa lezione sul rapporto tra indipendenza nazionale e visione di un'Europa unita nella libertà, solidamente ancorata al grande patrimonio di cultura comune».
Roma, 10/03/2022
MA E' SOLO UN'IPOTESI...
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Antonio Tisci, anticipando il provvedimento di revoca già pronto sul tavolo del Presidente Bardi, ha comunicato le sue dimissioni da Direttore generale dell'ARPAB.
Il Presidente Bardi ha accettato le sue dimissioni.
"...Avevo, prima di allora, un'idea diversa della guerra: immaginavo lo scontrarsi di eserciti in ampie radure, le imboscate delle colonne corazzate nel deserto,gli attacchi alle roccaforti nemiche, i siluramenti di imbarcazioni straniere.
Il fratello di mio padre era marinaio ed era morto in guerra, nella battaglia di Capo Matapan, in Grecia: finì in fondo con il suo incrociatore. Conservo ancora le foto e le poche lettere che riuscì a spedire e la ciocca di capelli nei che mia nonna glitaglò prima che partisse. Ma era in qualche modo normale, inevitabile, che i combattenti perdessero la vita, essendo la morte dell'uno obiettivo dell'altro.
Se nove vittime su dieci sono civili, però, non è più normale. Non è più la stessa guerra, non si dovrebbe nemmeno chiamarla tale.
Una follia la guerra contro i civili, un incubo. Ma quello era un caso specifico, avevo concluso, unico e irripetibile. Una cosa che succedeva solo in Afghanistan.
Mi sbagliavo".
Da "Una persona per volta" di Gino Strada - Feltrinelli (4 - Afghanistan 1991. La scoperta delle vittime).
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Oggi è stato bombardato l'ospedale pediatrico di Mariupol in Ucraina...Sotto le macerie donne e tanti bambini.
DI FRONTE ALL'AGGRESSIONE DELL'UCRAINA
Articolo di Nicola SAVINO*
Anche se la televisione quasi c’illude che si tratti di un film irreale, siamo disponibili, anche in una Basilicata innevata, a “morir di freddo” per bloccare l’aggressione all’Ucraina?
Il <neutralismo attivo> nel quale ci siamo rifugiati potrebbe forse funzionare se i cittadini russi-fra non molto tempo- si ribellassero alla perdita delle loro pur esigue comodità; se cioè non continuassimo a consumare (e pagare) il gas di Putin!
Il consumismo sta infatti giocando un ruolo rilevante nella tragedia che-almeno sin ora- nessuna mediazione (se non autorevole, come quella dell’Onu) riesce a disinnescare. Con gli stessi sentimenti di grande solidarietà, che spesso ci nascono anche agli spettacoli, assistiamo alle città bombardate, alle folle nelle metropolitane o in fuga.. come se appartenessero ad altri mondi.
Soprattutto da parte di chi nacque dopo il ’45 e ha visto guerre soltanto nell’irrealtà, i collegamenti televisivi sembrano potersi conciliare con la mentalità consumistica. Nella quale forse rientra anche la posizione del Capo della Cgil, secondo il quale la fornitura di armi potrebbe protrarre un’agonia inevitabile.
Insomma, stiamo cambiando la nostra “morale” per non mettere in discussione le nostre comodità?
Se un bimbo fosse aggredito con furia omicida, noi passeremmo dritti …limitandoci-per non ritardarne l’agonia- a minacciare il diniego di un prestito? Magari consentendo all’energumeno di continuare sia a nutrirsi che ad avvinazzarsi? Di più, dopo l’annessione della Crimea e la guerra nel Donbass, Biden ha rassicurato che non ci sarà intervento e l’Ue che non presidierà i cieli con gl’ ineguagliabili F35 acquistati di recente: sperando così di evitare la terza guerra mondiale! S’interpellano gli psichiatri per capire se Putin sia psicopatico, ma non ci si chiede se egli (a torto o ragione) sia ormai convinto di confrontarsi con avversari imbelli!
La nostra storia, quella che ha definito i Valori dai quali nata man mano l’idea della Democrazia, c’insegna a giudicare gli eventi ed a valutarne i possibili esiti; e ci affida dei “principi”: da rispettare per prevenire i peggiori di essi!
- Da www.quirinale.it -
INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, SERGIO MATTARELLA, IN OCCASIONE DELLA "GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA".
Palazzo del Quirinale, 08/03/2022
Ringrazio Matilda De Angelis. Essere introdotto anche da La vie en rose è davvero suggestivo.
Rivolgo un saluto al Presidente del Senato, alla Vicepresidente della Camera, alle Ministre presenti, alle Vicepresidenti del Senato, alla Giudice della Corte di giustizia dell’Unione europea. E a tutti i presenti benvenuti al Quirinale.
Sono certo di interpretare il sentimento di tutte le italiane e di tutti gli italiani rivolgendo il primo pensiero di questo 8 marzo alle donne ucraine. Madri, lavoratrici, giovani, colpite da una violenza inattesa, crudele, assurda. Donne che partecipano coraggiosamente alla difesa della loro comunità, donne costrette a ripararsi nei rifugi d’emergenza, che lasciano le loro case e il loro Paese, che hanno paura per i loro figli, che prestano cura ai più deboli, che piangono morti innocenti.
E tante, troppe, sono le donne già cadute in questo ingiustificabile conflitto. Nelle guerre le donne pagano sempre prezzi altissimi. Come donne, come madri, come compagne di vita. Vittime dell’insensatezza della guerra, vittime spesso di violenze brutali. Eppure la loro forza nel dolore, la loro dignità, si sono sempre rivelate energie insostituibili di resistenza, di coesione, di pacificazione, di ricostruzione.
Ringrazio molto Oksana Lyvin per la sua accorata e coraggiosa testimonianza.
La sua carriera artistica – la prima donna al mondo a dirigere a Bayreuth e la prima direttrice di una fondazione lirica italiana – è già di per sé un modello in un campo – quello della direzione musicale - abitualmente occupato da uomini. Oggi questa sua alta competenza musicale si fonde con l’impegno per il suo Paese vittima di una crudele e insensata invasione.
Grazie per le sue parole, grazie per il suo esempio.
Alle donne ucraine deve giungere il nostro sostegno.
Nel nostro Paese è presente da tempo - da molti anni - una integrata e apprezzata comunità ucraina. Il loro impegno professionale in tanti settori ci è di grande aiuto, fanno spesso parte delle nostre famiglie. Noi desideriamo esprimere loro riconoscenza e vicinanza in questi giorni così drammatici.
La nostra responsabilità di cittadini, di europei, ci chiama oggi a un impegno più forte per la pace, perché si ritirino le forze di occupazione e si fermino le armi, perché sia ripristinato il diritto internazionale e siano rispettate le sovranità nazionali.
L’indifferenza di fronte all’arbitrio, alla sopraffazione è uno dei mali peggiori. In gioco non c’è soltanto la già grande questione della libertà di un popolo, ma la pace, la democrazia, il diritto, la civiltà dell’Europa e dell’intero genere umano.
Nelle immagini della disperazione dei giovani genitori del piccolo Kirill si esprime l’insensatezza della guerra, la crudeltà e il cinismo di questa aggressione del Governo della Federazione russa contro l’Ucraina.
Non è tollerabile – e non dovrebbe essere neppure concepibile – che, in questo nuovo millennio, qualcuno voglia comportarsi secondo i criteri di potenza dei secoli passati; pretendendo che gli Stati più grandi e forti abbiano il diritto di imporre le proprie scelte ai paesi più vicini, e, in caso contrario, di aggredirli con la violenza delle armi. Provocando angoscia, sofferenze, morti, disumane devastazioni.
Va fermato - subito, con decisione – questo ritorno all’indietro della storia e della civiltà.
Opporsi – oggi - a questa deriva di scontri e di conflitti comporta dei prezzi; potrebbe provocare dei costi alle economie dei Paesi che vi si oppongono, ma questi sarebbero di gran lunga inferiori a quelli che si pagherebbero se quella deriva non venisse fermata adesso.
* * *
- Da Gruppo Laico di Ricerca -
MEMORIA 8 MARZO 2022
LA STRAODINARIA SAGGEZZA DI UNA DONNA: IPAZIA.
7 marzo 2017 |
L’8
marzo del 415 viene massacrata ad Alessandria d’Egitto da una folla di
fanatici cattolici IPAZIA (forse 45 anni) matematica, astronoma e
filosofa.
Ipazia nacque ad Alessandria d’Egitto intorno alla metà del IV secolo da Teone, noto geometra ed insegnante di matematica ed astronomia. Ipazia fu prima sua allieva e poi collaboratrice. Lo scrittore Filostorgio (368- 439) sostenne che: “Ella divenne migliore del maestro, particolarmente nell’astronomia e che, infine, sia stata ella stessa maestra di molti nelle scienze matematiche”.
Ipazia ebbe tutti i titoli per succedere al padre nell’insegnamento di matematica, astronomia e filosofia nella comunità alessandrina all’interno del glorioso Museo (edificio dedicato alle Muse, ossia alle divinità protettrici delle arti e delle scienze e fondato 700 anni prima. Era un luogo d’incontro tra esperti ed anche d’insegnamento: per secoli fu la massima istituzione culturale del mondo ellenistico e al Museo era annessa la famosa Biblioteca, la più grande del mondo antico).
Ipazia fu una straordinaria studiosa di matematica che sapeva intrecciare con argomentazioni filosofiche legate al neoplatonismo e alla ricerca astronomica. Quando tracciava una nuova mappa del cielo Ipazia indicava una traiettoria nuova – e insieme antichissima – per mezzo della quale gli uomini e le donne del suo tempo potessero imparare ad orientarsi sulla terra e dalla terra al cielo e dal cielo alla terra senza soluzione di continuità e senza bisogno della mediazione del potere ecclesiastico cattolico emergente.
Ipazia insegnava ad entrare dentro di sé (l’intelletto) guardando fuori (la volta stellata) e mostrava come procedere in questo cammino con il rigore proprio della geometria e dell’aritmetica che tenute l’una insieme all’altra costituivano un inflessibile canone di verità.
Ancora un bambino vittima della guerra...
AVEVA SOLO 18 MESI IL PICCOLO KIRILL A MARIUPOL.
Ieri, dopo le bombe, la corsa in ospedale tra le braccia del papà ma Kirill è morto...
"LA GUERRA E' UNA PAZZIA, FERMATE QUESTA CRUDELTA'"
- Papa Francesco -