E DELLA GUERRA
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Articolo di Nicola SAVINO*
Si è accorta la nostra Regione che l’<autonomia differenziata> procede nonostante il Covid e la guerra? La lunga vicenda, che ha messo gambe con la modifica del Titolo Quinto nel 2001, in particolare agli articoli dal 116 al 119, è ora nelle mani della ministra Gelmini, non certo amica delle Regioni povere del Sud.
Al contrario del suo predecessore, on. Boccia, che non ignorava la necessità costituzionale di subordinare ulteriori competenze alle Regioni (organizzazione della giustizia penale, tutela dell’ambiente, ecosistema e beni culturali) all’ attuazione dei Lep (livelli essenziali di prestazioni-tipo infrastrutture stradali, autostradali, ferroviarie, portuali, aeroportuali); cioè quel che ancora manca per promuovere la crescita dei territori svantaggiati.
L’on. Gelmini, di Forza Italia come il presidente Bardi, ha affidato al Prof. Caravita, docente e chairmen di uno Studio legale privato, la Commissione per un parere sulla “legge quadro (richiesta con insistenza dalle “sue” tre Regioni), anche per sciogliere “le questioni giuridiche e politiche irrisolte” (Senato-servizio-studi -regionalismo, che credo i nostri tecnici regionali consultino regolarmente!).
La questione vera é nella correlazione tra funzioni e risorse: in pratica se all’attribuzione delle nuove competenze (richieste da Veneto e Lombardia con propri referendum e dall’Emilia Romagna con atto amministrativo) debbano corrispondere anche i fondi che attualmente lo Stato spende per le stesse sul loro territorio.
Perciò la questione giuridica s’intreccia con quella politica: come finanziare il <fondo perequativo> per garantire al Sud la realizzazione dei Lep che, sempre nello stesso Titolo, si impone <per i territori con mino- re capacità fiscale per abitante>. Di qui la stessa “apertura” dell’on. Gelmini alla “clausola di salvaguardia” per la “definizione dei fabbisogni standard”. Ma ovviamente altro è l’elenco delle esigenze (fatto già da Boccia ed arcinoto!) ed assolutamente altro la loro soddisfazione (dei Lep si è discusso anche in una Commissione parlamentare a suo tempo diretta dall’on. Giorgetti e si tenta l’elenco… fin dalla nascita del Titolo Quinto!); sicché, se la “legge rinforzata” che chiedono le Regioni ricche del Nord viene condizionata alla sola salvaguardia di un elenco delle necessità, ancora una volta di prendere il Sud per i fondelli!
Chi garantisce infatti che con il Pnrr e l’attribuzione del suo 40% si riuscirà effettivamente a dotarlo di Lep (Lea per la Sanità) e che non si verifichi ancora una volta (dichiarazione del sindaco Sala di Milano) la sottrazione dei fondi non spesi entro i tempi prescritti, cui il Sud non é storicamente preparato?
L’inefficienza è infatti una forte componente del sottosviluppo; ed è perciò persistente inganno farne colpa alla parte del Paese ch’è ancora privo-fin dall’Unificazione- delle condizioni organizzative e culturali necessarie per disporne (modernizzazione passiva, istituzioni estrattive determinano capitale sociale scarso- E. Felice- Perchè il Sud..).
Ma stando al testo costituzionale, sul quale l’on. Gelmini rinvia ad uno Studio forse per dar fumo ai nostri occhi, se il costo del trasferimento venisse addebitato allo Stato (trattenendo la corrispondente quota di tasse), con quale gettito si finanzierebbe il <fondo perequativo> che dovrebbe costituire (esso, non il Pnrr) la <salvaguardia per il Sud>?
E’ dunque né logico né equo che le nuove competenze (difficilmente non approvate da un Parlamento strutturalmente a maggioranza del Centro-Nord) - siano finanziate con uno specifico addizionale sulla ricchezza (sul Pil o altro) in quelle Regioni prodotta.. in più. E però, pur rivendicandosi un privilegio di tale fatta, cioè ancora altri soldi per servizi che in buona parte già ci sono, il Sud non ne discute: come se non lo riguardasse!
Sul Corsera della seconda metà di Febbraio ben tre articoli-intervista a Zaia (presidente di una Regione dove il Mose contro l’acqua alta costa un’enormità, ma non… funziona!) ed a Fedriga (presidente di un Comitato Stato-Regioni ch’è un autentico abuso costituzionale!) sollecitano il sospetto che la questione non sia lontana dalle Aule!
Tuttavia, anche a via Verrastro come a Santa Lucia di Napoli
ecc, si continua a dormire. Un gran sonno, dal quale, ove mai ci si svegliasse,
si scoprirebbe la frittata non solo fatta, ma anche già divorata !!!! ns
*Già Parlamentare e Sottosegretario di Stato
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