ARTICOLO DI NICOLA SAVINO*
Sarà vera gloria? Quando si perde il filo dei principi che indirizzano all’interesse generale, la situazione volge nella direzione volgarmente definita “casino”; e quando gli attori assumono posizioni in termini di forza (vera o presunta!), si determina il classico “braccio di ferro”.
Se questo scherma reggesse, sia alla Regione che al Comune di Potenza saremmo dunque al braccio di ferro per il casino?
Il Capo non.. regge, sebbene lo promettesse la legge costituzionale n.1 del 1999, firmata da D’Alema, il Tatarellum promosso dal compianto Pinuccio di Alleanza Nazionale, vice di Berlusconi nel 94/95. E però, mentre il Sindaco di Potenza è in rodaggio perché ancora giovane, Bardi si ritrova Governatore per la vastità dell’esperienza.
Scelto da Berlusconi sia perché “Generale” e sia perché “giovane di 70 anni, elegante e dal fascino austero” (definizione attribuita al medico Leone, che ora parlerebbe invece da amante tradito!), a differenza di Guarente, Bardi è asceso infatti non solo perché attrattivo ma essenzialmente per il suo curriculum. E però con l’esperienza in un Corpo militare di quelli che fondano il comando sui regolamenti rigidi e non allenano al “beghismo”, alle beghe tipiche del mondo travestitosi di politica!
Nella fase in cui sembrava aver raggiunto il massimo dell’anonima tranquillità (la pensione), forse non considerò questo particolare e si lasciò attrarre dalla prospettiva di una nuova gloria, di una strada in facile discesa, con una Sinistra guidata da trasparente, onestissima e mai negata tradizione conservatrice!
Di certo, un Generale non improvvisa la sua “discesa in campo” allo scopo banale di rinviare la propria “collocazione a riposo” o addirittura per fregiarsi di nuovo lustro; né, per calcolo opportunistico, utilizzando la provenienza lucana e la notorietà del suo Cognome!> Insomma, dalla quasi unanimità della “sua” Regione, Egli fu visto come l’uomo giusto per far pulizia dai chiacchiericci di via Pretoria, per il rinnovamento di cui avevano assoluto bisogno sia Sala Dinardo che gli stessi Palazzi circostanti, dove si era stratificato il potere delle generazioni prodotte dalla vecchia Guardia, dei troppi affiliati al vecchio, dei troppi amici degli amici! <Di certo, anche lì, la Sua mano si farà sentire, forte, autorevole, decisa!>
Questi gli umori circolanti nel clima preelettorale, spesso anche da coloro che erano stati attivi nella lunga stagione precedente, sia avendone ottenuto gratifiche, sia ne attendessero di maggiori e di più prestigiose. Anche da quelli alla ricerca, finalmente per sé- di quel tipo di “botta di culo” che frutta incarichi di potere e lauti riconoscimenti!
E però, pur issate le vele tra tante beneauguranti attese, ben presto cominciò a deludere quel continuo ricorso all’esperienza partenopea; immemore che, già con Liborio Romano, essa aveva saputo ingannare, dopo i Borbone, anche il Garibaldi (fatto da lui applaudire dalla camorra). Forse un tentativo di ricercare l’autorevolezza che sentiva mancargli per porre obiettivi (quali?) e guidare alla loro realizzazione!
Così man mano, comincia a circolare il “galleggiamento”… con il frequente preannuncio di cambiamenti e di novità, che tuttavia non scansano né la crisi, né i “via vai” da Roma. La lunga stagione dei confronti e riconfronti, di vertiginoso ping pong tra Capi romani e Capetti locali, tutti essendo di fatto alla deriva: i meno sprovveduti, ben contenti di sfilarsi; altri espropriati, delusi, respinti ; taluni anche incapaci di guardarsi allo specchio per concepire di doversi scollegare dallo scranno!
E’ così che si giunge al maggior casino immaginabile nonostante l’impegno di un Generale? Lo si potrebbe risolvere con il ricambio elettorale? O con una specie di formula Draghi ed un po’ di normale trasformismo?
Niente affatto! Maturi i tempi di una sana alternativa, sembrerebbe invece da ricorreggere lo Statuto in forza del V comma dell’art 122: cioè, “disponendo diversamente” dall’ elezione diretta del Presidente. Il motore dell’Ente tornerebbe al Consiglio, nel cui seno-in assenza di veri Partiti- si potrebbe delineare l’autorevolezza di cui la Politica (quella con la P maiuscola) ha sempre bisogno per svolgere il suo compito!
Forse, riflettere su questa soluzione, significherebbe subito rispondere anche all’interrogativo iniziale, senza rinviare “ai posteri l’ardua sentenza”. ns
*Già Parlamentare e Sottosegretario di Stato
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