- Articolo di Nicola SAVINO* -
Gli Avvocati potentini che si ribellano al modo in cui è stato trattato Murano, il loro collega di Rionero, saranno copiati? Quando la ministra Cartabia, dopo lunga e paziente trattativa, sembrava essere riuscita a concordare una qualche correzione sulla Magistratura, scatterà dunque uno sciopero di marca corporativa, che, accrescendo la montagna di processi inevasi, tenterà <fuoco e fiamme> per condizionare il Parlamento a bloccarla?
Tre i “correttivi” nella delega che il Governo dovrebbe ricevere:
un nuovo sistema di elezione dell’Organo di autogoverno (che purtroppo non impedirà il correntismo, cioè le cordate “politicizzate” che decidono le promozioni, come denunciato dallo scandalo Palamara).
Secondo, invece che il vero e proprio stop, un freno alle <porte girevoli>, cioè alla doppia possibilità di passaggio sia da Pubblico Ministero (l’accusatore) a Giudicante (che viceversa), sia da queste funzioni a quelle di Parlamentare o di Dirigente nei Ministeri e/o nei Gabinetti dei Ministri: tutte mobilità che implicano problemi; circa la terzietà del Giudice e l’indipendenza dell’ex parlamentare che rientra nella sua attività, e circa l’equità degli atti amministrativi che li riguardano se redatti dagli stessi “comandati” nei Ministeri (per mansioni che, se non assolte da funzionari interni delle Amministrazioni, determinano, per il Prof Cassese -a pag 13 de Il Governo dei Giudici- una “rivoluzione clandestina” che trasforma il Magistrato in Legislatore ). Date la natura promiscua della Maggioranza e le differenti interpretazioni del concetto d’indipendenza costituzionale di cui all’ art 104 CC, la Ministra è qui riuscita a concordare solo limitazioni del numero dei “passaggi” o delle mansioni da svolgere al rientro nel Ruolo.
Ma la riforma che sembra riuscire massimamente indigesta ai Magistrati è la terza, relativa alla “valutazione” della carriera ai fini dell’assegnazione di incarichi superiori.