"La terra ha oltre un milione di anni di età. Rispetta gli anziani". (Deanna Anderson)
- Da Legambiente Maratea Facebook -
Tanti Auguri, Terra!
Per i tuoi 52 anni o meglio per i 52 anni di istituzione di una giornata che ricordi a tutto il mondo quanto è importante proteggerti, ti regaliamo un parco che forse, complice anche l’importanza di affrancarsi da una dipendenza pericolosa, segna un’inversione di rotta rispetto alla considerazione che l’italiano ha delle energie rinnovabili.
Si è inaugurato ieri, infatti, il primo parco eolico offshore del Mediterraneo nelle acque del golfo ionico, nell'area antistante il molo polisettoriale, a 2 km e mezzo dalla costa.
Pochi giorni fa è stata ultimata l'installazione della prima turbina di Beleolico, il progetto che fa capo a Renexia, società del gruppo Toto, composto da dieci turbine per una capacità complessiva di 30 Mw in grado di assicurare una produzione di oltre 58mila MWh, pari al fabbisogno annuo di 60mila persone. In termini ambientali vuol dire che, nell'arco dei 25 anni di vita prevista, consentirà di evitare la produzione di circa 730mila tonnellate di anidride carbonica.
L'eolico offshore sfrutta la maggiore forza del vento garantita dal posizionamento in mare delle turbine, rispetto ad un impianto eolico terrestre; ed inoltre, non consuma suolo. Si tratta di "una vera alternativa alle centrali climalteranti, per la produzione di energia pulita e per contribuire alla riduzione delle emissioni in atmosfera di CO2 nel rispetto delle direttive dell'Europa”.
La costruzione del parco eolico rappresenta il primo passo un percorso che il Paese sta intraprendendo in termini di sostenibilità ambientale, verso gli obiettivi del nuovo Piano Nazionale Energetico che prevedono per l'Italia 114Gw di energia da fonti rinnovabili entro il 2030. Dopo ben 14 anni di attesa e varie vicissitudini - societarie, industriali, amministrative e giudiziarie davanti al Tar -, Taranto ha inaugurato nella mattinata del 21 aprile il primo parco eolico offshore italiano.
Si chiama Beleolico. Lo ha realizzato Renexia, società della holding Toto. L’investimento è di 80 milioni di euro. I numeri chiave dell’infrastruttura energetica sono 10 pale, installate in Mar Grande, di fronte al terminal container del gruppp turco Yilport, 30 MW di capacità complessiva, oltre 58 mila MWh di produzione, pari al fabbisogno annuo di 60 mila persone, 730 mila tonnellate di anidride carbonica tagliate nei 25 anni di funzionamento del parco. I 14 anni impiegati dal progetto di Taranto per giungere a compimento sono stati anche l'occasione per ribadire, ancora una volta, che gli investimenti nelle fonti energetiche rinnovabili vanno accelerati se non si vuole che la transizione resti sulla carta. Per Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, «14 anni di attesa sono un intervallo di tempo inaccettabile.
Per questo come Legambiente abbiamo fatto lo striscione “Scusate il ritardo”. Ma questo Paese deve chiedere scusa a chi vuole investire e contribuire alla transizione energetica. Bisogna dare corpo a queste cose». Per Ciafani, «i 14 anni impiegati prima di arrivare alla conclusione del progetto, sono frutto dei tanti no detti in questo territorio. La Sovrintendenza ha detto no, la Regione, gli enti locali, alcune sigle ambientaliste hanno detto no». «Noi - ha rilevato Ciafani - siamo stati una voce isolata. Il partito del no è molto trasversale ed é ancora in visione se pensate a quello che sta succedendo per i parchi eolici al largo di Brindisi e del Salento e per quello che succederà per quello al largo di Barletta». Per il numero 1 di Legambiente, bisogna «evitare che questo film diventi una telenovela». Quindi «la Regione deve individuare le aree idonee dove fare gli impianti, evitando di dire che vanno fatti solo nelle zone “sfigate”, così come i Comuni devono evitare di dire di non farlo nel loro territorio ma in quello del Comune accanto».
E allora, cara Terra, chissà se per te è un buon compleanno e chissà se noi siamo bravi a festeggiarti: ci piace pensare che, anche se non in forma spontanea, ma sempre spinti da altri problemi, forse stiamo iniziando a camminare sul sentiero più giusto per la vera tutela.
Auguri, auguri, auguri!
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