sabato 2 aprile 2022

SE LA NOSTRA REGIONE FOSSE INTRAPRENDENTE E DINAMICA...

               -  Articolo  di  Nicola  SAVINO* -
 

Persino nella valorizzazione dei suoi giacimenti culturali la Basilicata non riesce a far meglio! Anche nella vicina Campania pesa la disorganizzazione complessiva di Comuni e Parchi locali, dalle Provincie alle Regioni all’Anas.

Per quanto riguardi più direttamente la Regione vicina, la Basilicata ne risente per la prossimità a Paestum ed al Cilento! Del resto che quest’ area sia stata lucana, è pacificamente noto.

Tanto premesso, credo vada segnalato che c’è difficoltà non solo per raggiungere la località dall’Autosole o dalla nuova SS18, ma anche per individuarne gl’ingressi; sicché, dove basterebbe qualche cartello ben visibile e redatto con semplicità, si è invece costretti alla ricerca d’informazioni.

Ancora più difficile è raggiungere Velia- Elea, sito correlato a Paestum dal ticket d’accesso. Ti dicono d’imboccare la superstrada fino a Vallo della Lucania e di lì attraversare ..villaggi; ma, non scorgendosi alcuna indicazione, ci si ferma di continuo per informazioni, così impiegando il doppio del tempo e con il timore di smarrirsi. Quando infine si giunge ad un cancello con l’insegna Paestum & Velia, si scopre che l’ingresso al sito archeologico è nascosto da un sottopassaggio ferroviario. Siamo (forse) nel Comune di Ascea, a 60-70 km da Paestum, comunque in un deserto!

Eppure, lì- ad Elea, prima che fosse ribattezzata Velia dai Romani- nacque la scuola di Parmenide, Zenone e Melisso, famosissimi filosofi. Immaginate cosa sarebbe questo Parco se ubicato negli Usa, quante comitive attratte da tutto il mondo con un’adeguata pubblicità!

Qui, invece, in una mattinata splendida di sole, nonostante l’aggancio amministrativo con Paestum e con il circuito più noto, sebbene servito da sufficiente Personale, trovo soltanto 2 visitatori… (dal Nord ma originari di Ascea); ed a 400 metri una tavola calda quasi nascosta nel servizio carburanti. Non un segnale lungo il percorso da Paestum e così per il ritorno, persino assente al bivio in uscita dalla SS18. 

 

Al Ministero Beni Culturali compete valorizzare le Aree archeologiche ed organizzarne la gestione; la segnaletica invece spetta all’Anas per le strade nazionali, a Provincia e Comuni per quelle minori; anche al Parco regionale (che c’è) ed alla Regione… per l’insieme dell’area e per un minimo di collegamento diretto in primavera-estate.

Il coordinamento e l’informazione dovrebbero essere locali, ed invece sul luogo la sonnolenza è totale! I giovani lì impiegati, forse tramite una cooperativa, tentano di richiamare l’attenzione delle Autorità via Internet; ma invano, perché questo non è il canale adatto a tali comunicazioni; mentre lì vicino un vecchietto sonnecchia a presidio di parcheggi vuoti.

Mi chiedo se questa possa essere l’immagine di un “nuovo” Sud! Eppure si tratta di un patrimonio di tale valore da potere alimentare corposi programmi turistici, magari insieme alle Grotte di Pertosa (da/per Potenza) in un’unica <offerta> Matera-Maratea- Pollino- Sirino-Metaponto etc.

Perché infatti disegnare gli itinerari turistici per confini amministrativi e non tener conto dell’importanza della Storia e delle interrelazioni tra giacimenti contermini? Un buon motivo per una sollecitazione da parte della nostra Regione al Governo campano: affinché curi almeno la segnaletica e i trasporti brevi! Com’è peraltro ben noto, a Paestum, il popolo dei Lucani svolse funzioni militari e segnò col suo nome un’intera fase storica: con sepolture che lasciarono marcato segno delle sue consuetudini e dei suoi riti.

Non a caso, il nostro Tanino Fierro da sempre sostiene l’annessione del Cilento alla Basilicata, riscontrando vasta condivisione dai comuni della Valle di Diano!

E dunque, mentre risulta complicato ottenere una variazione amministrativa atta a ricomporre la Lucania storica, nulla impedisce che si considerino unitariamente le iniziative per lo sviluppo; e che la Giunta lucana solleciti attenzione e cura su quell’area dalla Consorella limitrofa; o che intervenga anch’essa, magari tramite le Soprintendenze, per coordinarvi programmi di ricerca e scavi (occasione per investimenti dal Pnrr?).

Le stesse Università di Salerno e Potenza, entrambe con cattedratici dal notevole valore, potrebbero aiutarci a scoprire i legami tra i nostri Borghi e quella realtà, ed a verificare la fondatezza di “leggende” che, ad esempio, vorrebbero far derivare Rivello (Re-Velia), dall’emigrazione determinatasi dall’ insabbiamento del porto di Velia. A suo tempo, la Dottoressa Bottini della Soprintendenza lucana lavorò intorno ad un insediamento di età romana ubicato sulla collina tra Rivello e Nemoli-Lauria, oltre che nel Piano del Pignataro (fornaci per fabbricazione delle pignatte) in contrada Sorba, verso Sapri. Di lì passava la via Popilia per le Calabrie, verso il Lao.

La nostra Regione ha insomma tale centralità nel Sud peninsulare che Federico Il scelse in essa Melfi come “supplente” della capitale Palermo! E dunque, se la nostra Regione fosse intraprendente e dinamica, invece di cambiare tre Giunte in poche ore, potrebbe compensare la sua “minimalità territoriale e demografica“, svolgendo un ruolo promozionale sui siti archeologici dell’area in cui è centrale! ns   

                                                               *Già Parlamentare e Sottosegretario di Stato           

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