sabato 9 aprile 2022

ASSOLUTA INDISPENSABILITA' DELLA FORMAZIONE MORALE

       


                                         

                                                      -  Articolo  di  Nicola  SAVINO*  -

 

Anche se la televisione quasi c’illude si tratti di un evento irreale, di fatto non siamo disposti a “morir di freddo” per bloccare l’aggressione all’Ucraina! Ci siamo rifugiati in un <neutralismo (che abbiamo definito) attivo>, talvolta sperando in una congiura contro Putin, talaltra invitando alla resa <per non prolungare le devastazioni, la fuga di milioni di persone, l’agonia di un popolo. Se il divario di forze è tanto grande, se i Russi sono in grado di distruggere anche scuole ospedali rifugi, perché non sottrarsi al massacro? Fornire armi significa favorire un “suicidio” collettivo> 

E però, il fatto si è che, da un lato, l’Ucraina, con l’83% dei cittadini- non vuol cedere al sistema in cui l’egemonia è fondata sulla forza, dall’altro Mosca vuole evitare il confronto ravvicinato con il governo fondato sul consenso. Insomma, la motivazione-base dell’invasione sembrerebbe nella riapertura della questione di fondo, pur ritenuta chiusa nell’89: la sfida alle democrazie occidentali, che, complicate dal pluralismo, difficilmente convergono subito sull’interesse generale. Proprio la base consensuale pone dunque le Democrazie in difficoltà; mentre il sistema autocratico è, invece, in grado di decidere (come già con il Pcus ed ancora la Cina) secondo il solo interesse di chi esercita il potere: con tempestività ed efficacia. Di qui la possibilità del recupero della vecchia “imperialità” per la facile disarticolazione dell’Occidente! E però, nei fatti, gli Ucraini, con la loro resistenza, hanno bloccato il progetto e mostrato che il consenso, quando scaturisce da convincimento morale, rafforza anche la democrazia militarmente debole. La sfida aperta da Putin si rivela dunque resistibile da una Comunità che, convinta dei principi democratici, é unita dalla ferma determinazione di difenderli. Infine, al fondo dei Sistemi c’è dunque il problema dei Valori e della loro condivisione! 

                                                                                                                                                                                                                                                                               La vicenda storica è approdata ad istituzioni atte a tutelarli, ma non è ancora riuscita a renderle efficaci. Il processo snodatosi secondo la “morale autonomistica” definitaci da I. Kant (un’azione va fatta perché, giudicata “giusta” dalla nostra ragione, è un dovere, obbedendo al quale si segue il proprio imperativo) è però incorsa nella contraddizione, cui -non a caso, ripetutamente e non solo dal Prof. Cassese -viene addebitata l’inefficacia contro la guerra di aggressione. Pur se condannata dai tribunali internazionali e dalla stessa ampiezza registratasi nell’Assemblea dell’Onu, nel Consiglio di Sicurezza c’è il “veto” di cui la Russia dispone per la vittoria nella Guerra antinazista. E dunque, “far giustizia”a nome dell’Umanità, per il modo in cui Esso è stato composto,non è possibile dall’Organismo a ciò deputato! Dovrebbe perciò supplire il concerto delle Potenze che si riconoscono nei Valori su cui è Esso è fondato, se qui non scattasse la difficoltà del consenso che divide le loro opinioni pubbliche: libere di esprimersi! Uno degli argomenti più solidi, è il pericolo dell’atomica, che, neutralizzato durante la “guerra fredda” (quando molti scienziati lavorarono per un equilibrio), trasformò la bomba in uno strumento dissuasivo. Sicché ora, nello scontro tra princìpi e sistemi, non dovrebbe avvantaggiare chi  intimidisse coloro che difendono la pace e rifiutano un pacifismo che fosse fuori dalla legalità internazionale: che si basa sul “dovere per il dovere” per evitare che l’Umanità retroceda allo “stato di natura” hobbesiano.  Di qui, a ciascuno di noi cives, l’obbligo di capire, decidere e scegliere…, secondo i principi a base del nostro sistema. Le Democrazie non possono dunque prescindere da una “formazione morale” che consenta- con coerenza e fino in fondo- la libera partecipazione di ciascuno.                                                                                                                                                                                                               E’ dunque ad Esse indispensabile una Scuola che formi il cittadino oltre che il competente; che prepari giovani capaci di orientarsi con la ragione verso l’interesse generale: secondo i Principi della Costituzione e dunque attraverso partiti che- pur perseguendo interessi fra essi diversi- tuttavia convergano “sulle stelle polari” che in Questa sono state fissate, storicamente valide. A parte il ruolo pedagogico dei Partiti, la Scuola democratica “non conforma ad un modello” (come costatai in Russia-Kazakhistan), ma tende alla formazione “critica” di ciascuno: i proponendo -con metodo antidogmatico- i Valori dalla Comunità fissati come “stelle polari”. Per auto-orientarsi e-nel caso di non condivisione- criterio base per accettare la decisione della maggioranza. Se gli Ucraini, nonostante forze inferiori, persino proteggono dalla distruzione i monumenti della loro storia e resistono a condizioni inumane, è segno che si son posti lungo la linea di una Ragione collettiva in linea con la tradizione latina Chi strumentalizza il pacifismo di papa Francesco, vuole ignorare la sua condanna dell’aggressione e la stessa cultura cristiana! Tanto più nell’era del web, il ruolo della Scuola è indispensabile per <scuotere l’Occidente dall’inclinazione al suicidio> (Fubini Corsera di aprile), “fondando” le sue Democrazie! 

Per la Basilicata, EC Banfied coniò la formula del “familismo amorale”. Di fatto, alcuni settori della nostra Società coltivano un “familismo palesemente immorale”: sempre puntando al “consenso”, mistificando con cinismo e superando i limiti del pudore civile! Poiché di qui nascono falsificazioni che danneggiano l’interesse generale, la Scuola ha il compito aggiuntivo di educare al coraggio, perché i Giovani seppelliscano mitizzazioni infondate che non giovano alla credibilità delle Istituzioni! Si tratta dunque di liberare la Comunità e dalla pretesa di riproporle e – per l’altro verso- dalla passività dell’acquiescenza. Ecco perché, contro queste modalità del “far politica”,  la “formazione morale” è da noi ancora più indispensabile!ns 

                                                                    *Già Parlamentare e Sottosegretario di Stato

                                                                                                                                                                                                                                                                       

 

 

        

Nessun commento:

Posta un commento