- Articolo di Nicola SAVINO* -
La recente elezione delle Rsu negli Enti locali e nella Sanità lucani (per La Nuova, con una partecipazione del 90% dei 25 mila aventi diritto) segnala nella Società lucana una potenzialità forse da non trascurare.
E’ infatti molto probabile che gl’impiegati sindacalizzati, 23 mila in questa circostanza, costituiscano una fetta tra le più “consapevoli” dell’elettorato: quasi l’1 % dei 300 mila votanti nei turni nazionale del 2018 e regionale del 2019.
Si potrebbe perciò azzardare che in Basilicata, oltre i lavoratori dell’Industria (Stellantis di Melfi in testa), il Sindacato aggreghi un significativo nucleo d’iscritti in grado di pesare già “dal di dentro” sulla Pubblica Amministrazione. Ne trattano i problemi e dunque ne conoscono le questioni: da quelle relative alle risorse del sottosuolo e dei servizi fondamentali, dall’ambiente viabilità ed organizzazione al turismo, dalla formazione professionale alle opportunità occupazionali: tutti punti nodali della nostra situazione meridionale.
Insomma, il Sindacato comprende anche un gruppo di cittadini che sono in grado di capire come lo sfarinarsi dei Partiti abbia lasciato spazio, per un verso, all’ascesa di personalità in gran parte “occasionali” e- per altro verso- a scarse capacità d’affrontare le problematiche con impegno e determina- zione necessari ad attivare efficaci politiche di sviluppo.
Alla prova dei fatti, privi di visione, di esperienza e di adeguata volontà, i nuovi eletti sembrano essersi disarticolati dinnanzi ai problemi della pandemia ed inclinare piuttosto ai contrasti personali: persino indifferenti alle opportunità aperte dal Pnrr.
Concorre ad aggravare la situazione l’inadeguatezza della parte che fu sconfitta, la quale sembra essere irretita nella presunzione che otterrà la rivincita già solo in conseguenza del fragoroso flop della Destra! E che però non sembra considerare come, non sussistendo alcun segnale di superamento degli errori che la portarono alla sonora debacle, non facilmente attrarrà consensi per ricostituire l’alternativa!
Son dunque probabili sia un forte incremento delle astensioni, sia che il voto sia praticato soltanto da coloro che conservano legami personali e di favori da ricambiare! Di qui, la duplice conseguenza che si possano trovare rieletti proprio coloro che stanno ora acquistando un maggior numero di “clienti” e che risulti ancora più polverizzata la rappresentanza: proprio mentre occorrerebbe coagulare “formazioni politiche” capaci di finalizzare il consenso alla redazione ed attuazione di programmi.
Chi è organizzato come i Sindacati può però meglio comprendere come la Legislatura stia scorrendo rapida verso il nulla; e che nemmeno dall’Opposizione si profilano possibilità di cambiamento e di salvezza. Che potrebbero tornare in campo vecchi contendenti, magari convinti o che la sconfitta del ‘19 fosse determinata soltanto da circostanze esterne o che la competizione possa fondarsi senza danni su campanilismo e clientelismo.
Insomma, nelle condizioni per cui la società lucana continuerebbe a decadere nell’indifferenza e nella sfiducia, nel circolo vizioso che la riduce al rifiuto della Politica!
In questo quadro di debolezze, la vivacità della partecipazione alle elezioni delle Rsu dovrebbe perciò riaccendere la speranza dei Lucani verso la Politica e la provvisoria sostituzione dei partiti. L’Organizzazione sindacale ha infatti continuato ad occuparsi dei problemi collettivi e mobilitato per essi i suoi iscritti; del resto, Essa corrisponde ad “aggregazioni” che l’art 39 della Carta definisce in termini non diversi da quelli che l’art 49 usa per i Partiti. E’ “organizzazione libera, i cui statuti (devono).. sanci(re) un ordinamento interno a base democratica…”; dunque, realtà associativa corrispondente a quella regolata per i partiti dall’art 49 CC (di “concorrere con metodo democratico a determinare la politica”).
Perciò, dinnanzi ad una siffatta crisi, proprio il Sindacato dovrebbe farsi carico di “risollevare” la Politica e rilanciare la partecipazione nella e della Comunità! Tanto più qui, da noi, data la minore dimensione demografica e dopo la buona prova da Esso offerta nelle recenti elezioni. Ma con quali metodi ed a quali condizioni… per la salvezza della Regione e dei suoi residui abitanti?
1) Liste di candidati non composte di suoi iscritti, ma per la gran parte individuati democraticamente fra coloro che fossero socialmente individuati come persone serie e competenti;
2) la figura- guida del Presidente acquisita tra quelle evidenziatesi nell’impegno per la parità di genere;
3) la cura assidua sul territorio e nei luoghi di lavoro del rapporto tra eletti e cittadini;
4) di conseguenza, il pungolo ai partiti verso la loro “bonifica”- risanamento.
Ovviamente si tratta di proposte, sulle quali -è forse già tardi- aprire la discussione da parte del sistema organizzato di cui dispone il Sindacato. Ovviamente, partendo dalle Rsu appena elette! ns
*Già Parlamentare e Sottosegretario di Stato
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