BENE PUBBLICO
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Legambiente: “Il Porto è un bene pubblico ed ha un valore strategico sul piano ambientale per Maratea. La Regione Basilicata annulli l’avviso pubblico di affidamento ad un unico soggetto privato”. Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa
Legambiente esprime forte contrarietà all’ipotesi di affidamento a un unico soggetto privato dell’intera area portuale di Maratea, per una superficie complessiva di oltre 76mila metri quadrati e una durata fino a 15 anni. Una scelta che sembrerebbe ridurre a mera operazione economica un bene che appartiene alla collettività e che da sempre rappresenta il cuore della storia e dell’identità di Maratea.
“Il Porto di Maratea non può essere trattato come una semplice pratica amministrativa – dichiara Antonio Lanorte, presidente di Legambiente Basilicata. È un patrimonio pubblico che deve essere governato in modo trasparente, partecipato e sostenibile. Una gestione esclusiva a favore di un privato rischia di cancellarne il valore sociale, culturale e soprattutto ambientale”.
L’aspetto più grave è che l’avviso pubblico della Regione Basilicata non prevede alcun coinvolgimento del Comune né degli stakeholder locali nelle scelte strategiche relative al Porto.
“L’assenza di concertazione – secondo Giuseppe Ricciardi, Presidente del circolo Legambiente di Maratea – avrà un impatto negativo inevitabile su diverse questioni concrete, limitando, tra l’altro, l’efficacia delle azioni della futura Area Marina Protetta “Costa di Maratea””.
“Innanzitutto – sottolinea Ricciardi – si rischia un aumento della pressione antropica con gestione orientata al profitto e un aggravio delle criticità già esistenti (interdizioni dell’avamporto, problemi di sicurezza, sovraccarico delle infrastrutture).
“Inoltre – continua Ricciardi – nell’avviso non sono previsti attracchi per le imbarcazioni di vigilanza e monitoraggio ambientale, fondamentali per i controlli e la salvaguardia della biodiversità. Così come è prevedibile un’assenza di pianificazione degli ormeggi e delle funzioni portuali, in contrasto con gli obiettivi di tutela e con le linee guida che dovrebbero accompagnare la nascita dell’Area Marina Protetta”.
“Infine – sostiene ancora Ricciardi – difficilmente saranno forniti, nell’area portuale, gli spazi a terra necessari per garantire logistica, attività di ricerca e progetti educativi per l’Area Marina Protetta”.
Secondo Legambiente, la strada intrapresa dalla Regione Basilicata è sbagliata e deleteria. Il Porto, contrariamente a quanto avverrà se si completasse l’affidamento così come previsto dalla procedura avviata, deve diventare un laboratorio di gestione integrata tra Comune, istituzioni e comunità, in coerenza con le migliori pratiche nazionali che affidano i porti pubblici agli enti locali e ne regolano l’uso nell’interesse collettivo.
Per impedire questa privatizzazione e affermare il valore pubblico del porto, Legambiente ha lanciato una petizione nazionale, aperta ai cittadini della Basilicata e dei territori vicini, affinché il Porto di Maratea continui ad essere un bene comune, presidio di identità e tutela ambientale.
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