Lettera95 | Aprile 2020
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GLI AUGURI DI PASQUA DI LUIGI CIOTTI
Cara amica, caro amico
nell’augurarti una Pasqua il più
possibile serena, colgo l’occasione per ribadire l’importanza del nostro
camminare insieme.
È un momento estremamente
difficile, questo, che chiede certo una forte speranza ma anche un maggiore
impegno. Innanzitutto quello d’immaginare
e delineare un futuro diverso, dove tutti siano garantiti e un male come
questo, terribile, che sta uccidendo migliaia di persone, non acuisca
distanze e disuguaglianze pregresse.
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venerdì 10 aprile 2020
BUONA PASQUA DA "LIBERA" CONTRO LE MAFIE
giovedì 9 aprile 2020
CORREVA L'ANNO 2020...
...con il coronavirus
-Da "PILLOLE" di Gian Carlo Marchesini in www.calderano.it-
-Da "PILLOLE" di Gian Carlo Marchesini in www.calderano.it-
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"Ma no, ditemi che non è
vero, che si tratta soltanto di uno scherzo. Non posso uscire di casa quando voglio, non posso passeggiare dove mi piace
farlo, mi è impedito di incontrare gli amici e le persone che amo. Ma che me ne faccio allora delle mie energie, del mio tempo?
Devo stare rinchiuso completamente solo davanti a un quaderno e a uno schermo?
E le voci, i sorrisi, gli umori e gli odori, l'infinita varietà di forme e di
colori? E le carezze e gli abbracci? E non mi sapete neppure dire quando tutta
questa deprivazione potrà finire? Ma io non sono un
monaco di clausura, non cerco qualche Dio a conforto
della mia paura. Io amo la buona tavola in compagnia, la musica e la poesia, il
sole, il mare e la natura rigogliosa. Vi prego, ditemi che è tutto uno scherzo,
che non è vero, che sto facendo un brutto sogno".
mercoledì 8 aprile 2020
ALTRA VITTIMA DEL CORONAVIRUS IN BASILICATA
Dopo il papà, anche Donato Sabia, a 57 anni, è un'altra vittima del coronavirus in Basilicata (la quindicesima).
Nato a Potenza dove viveva, è stato un atleta azzurro, mezzofondista e
velocista, medaglia d'oro negli 800 agli Europei indoor di Goteborg
nel 1984. Era Presidente del Comitato regionale Fidal della Basilicata.
Donato si è spento ieri a Potenza.
martedì 7 aprile 2020
LA STRADA...NELL'ULTIMO TRATTO
Terza età
di Letizia Labanchi
Sul poggio
indorato dal
cheto tramonto,
gradita,
dopo il
faticoso salire
una sosta !
Nel tenero
vespro
rimira la
mente
la strada
percorsa
su tracce
diverse,
all'unico
fine
rivolte.
lunedì 6 aprile 2020
domenica 5 aprile 2020
sabato 4 aprile 2020
GUERRA AL CORONAVIRUS...?
DA "ITALIALAICA.IT"
LA GUERRA
di Antonia Sani - 31/03/2020
"Non riesco ad adattarmi all'uso, sempre più frequente, del termine "guerra", abbinato alla lotta contro il coronavirus.
"Dobbiamo vincere questa guerra", "Siamo in guerra", espressione
usata anche recentemente da Trump e da Mario Draghi. Si parla di
"trincea", "fronti", "prima linea", "in campo".....
Tutti trasformati in guerrieri, anzi in militari, armi alla mano per sconfiggere il nemico.
L'emergenza non coincide con la guerra.
Credo che chi ha più di 80 anni non possa che opporsi all'uso di
questa parola, sperimentata, ahimè, sulla propria pelle, parola che ai
più giovani può inculcare la voglia di combattere, suffragata dai
videogames, una chiamata alle armi, addirittura sollecitata dagli
adulti, applicata ad uno scenario estraneo alla guerra, dominato da
Scienza e Tecnologia.
Non è un caso che negli USA, appena diffusasi la notizia del contagio, ci sia stata una corsa ai
negozi di armi...
Noi bambini uscivamo la notte dalle nostre abitazioni di "sfollati", avvolti in coperte tra le braccia di
nonni e zii, di corsa verso "il rifugio" più vicino per sfuggire al bombardamento annunciato
da spaventose sirene. Avevamo fame e la paura di vendette di cui sentivamo parlare senza
rendercene conto.
Il nemico non era un virus ma un essere umano, pronto a massacrarci, ben altra cosa di un
involucro amorfo entrato involontariamente nelle nostre vite.
Ai nostri giovani noi insegniamo la Pace tra i popoli, il rifiuto delle armi, l'accoglienza di coloro
che in fuga dalle guerre cercano ospitalità nel continente europeo....
Come possiamo usare la parola "guerra" in senso positivo, come se l'eliminazione, il superamento
di un'epidemia potesse essere paragonato a una "vittoria riportata in guerra", sia pure battezzata come"guerra santa", in cui consapevolmente i potenti del
mondo mandavano al massacro intere popolazioni, costringendole ad
affrontarsi l'un l'altra, divenute all'improvviso nemiche?
Questa era, è, a tutt'oggi, la guerra. Non esportiamone le perverse rievocazioni su un terreno improprio".
Antonia Sani
venerdì 3 aprile 2020
MA SALVINI COSA VUOLE ?
DA " ITALIALAICA.IT"
Spillo
Spillo
SALVINI ORA VUOLE RECITARE L'ANGELUS. DICE CHE SE LEI NON GLI PRESTA LA FINESTRA LO FARÀ AL TG2
Di Mimmo Lombezzi | 31.03.2020
giovedì 2 aprile 2020
PENSANDO AL DOPOCORONAVIRUS
Dopo il Coronavirus Facoltà di Medicina in
Basilicata e un nuovo Ospedale
Valerio Mignone*
Ernesto Galli della
Loggia, nel suo editoriale del 16 marzo u.s. sul Corriere della Sera, ha scritto:
“Adesso, ma solamente
adesso forse ci si accorge che… in Basilicata con le royalties del petrolio
conveniva costruire qualche grande ed efficiente centro ospedaliero piuttosto
che disseminare la regione di piscine e palazzetti dello sport”; ed ancora:
“Sarebbe sbagliato però credere che ogni responsabilità ricada esclusivamente
sui governanti. Ha pesato, eccome, anche la responsabilità di chi li ha eletti”;
e, quasi a volersi far perdonare qualche citazione a sproposito, ha aggiunto: “Così
come sarebbe sbagliato credere che il discorso valga solo per il Mezzogiorno.
Vale per tutto il Paese, vale per tutti gli italiani”.
Galli della Loggia ha
conosciuto la Basilicata, da amico e sodale di Gianpaolo Nitti. Egli rimase
miracolosamente illeso quando, affianco a Gianpaolo Nitti, appena eletto al primo
Consiglio regionale della Basilicata, nel 1970, questi morì a Maratea, nell’auto
che guidava, uscita di strada. E Galli della Loggia avrà pur notato, su
scrittoi e scaffali della propria casa, pagine di appunti di Lucetta Scaraffia,
sul “Caso Rivetti a Praia e a Maratea”. Ma la Basilicata di oggi è ben diversa; a
Potenza è stato costruito un grande ospedale regionale, il San Carlo, che,
unitamente all’ospedale provinciale di Matera, ha una sua bella Storia. A
Rionero in Vulture, seppur con piccoli numeri, opera un apprezzato anello della
rete nazionale degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico
(IRCCS). E ci sono anche “piscine e palazzetti dello sport”, che, nonostante il
rimbrotto di Galli della Loggia, sono utili a mantenere i Lucani in buona
salute, e a prevenirne malattie.
LETTERA AL FIGLIO
di R. Kipling
Se riesci a conservare il controllo quando tutti
Intorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa;
Se riesci ad avere fiducia in te quando tutti
Ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio;
Se riesci ad aspettare e a non stancarti di aspettare,
O se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne,
O se ti odiano, a non lasciarti prendere dall'odio,
e tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio:
martedì 31 marzo 2020
IL NOSTRO LUNGO E DIFFICILE CAMMINO
LETTURA CONSIGLIATA
Per chi ama viaggiare nella storia dell'umanità su un pianeta chiamato Terra dove "circa 70.000 anni fa, gli organismi appartenenti alla specie Homo sapiens cominciarono a formare strutture ancora più elaborate chiamate culture. Il successivo sviluppo di queste culture umane è chiamato storia".
Si tratta della storia dell'Homo sapiens, "la specie sapiens (intelligente) del genere Homo (uomo)".
E si tratta di una storia di tante cose eccezionali che tale specie è riuscita a fare nel corso dei millenni ma anche, putroppo, di tante altre cose che hanno distinto l'Homo sapiens "come un serial killer ecologico".
Animale tra gli animali, dopo la sua comparsa circa 70.000 anni fa "nei successivi millenni si trasformò nel signore dell'intero pianeta e nel terrore dell'ecosistema. Oggi è sul punto di diventare un dio, pronto ad acquisire non solo l'eterna giovinezza, ma anche le capacità divine di creare e di distruggere".
Ora " peggio di tutto, gli umani sembrano più irresponsabili che mai...".
BUONA LETTURA !
lunedì 30 marzo 2020
POESIA-PREGHIERA DIMENTICATA...?
CANTICO DELLE CREATURE
di Francesco d'Assisi
di Francesco d'Assisi
5 10 15 20 25 30 |
Altissimu, onnipotente, bon Signore,
tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione. Ad te solo, Altissimo, se konfano, et nullu homo ène dignu te mentovare. Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual’è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de te, Altissimo, porta significatione. Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle: in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dài sustentamento. Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte: ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte. Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba. Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore et sostengo infirmitate et tribulatione. Beati quelli ke ’l sosterrano in pace, ka da te, Altissimo, sirano incoronati. Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a·cquelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue sanctissime voluntati, ka la morte secunda no ’l farrà male. Laudate e benedicete mi’ Signore et rengratiate e serviateli cum grande humilitate. |
Altissimo, onnipotente, buon Signore, tue sono le lodi, la gloria, l'onore e ogni benedizione.
Solo a Te, Altissimo, si addicono, e nessun uomo è degno di menzionarti. Sii lodato, o mio Signore, con tutte le tue creature, specialmente messer fratello sole, che è giorno e attraverso il quale ci illumini. Ed esso è bello, raggiante e con grande splendore: esso simboleggia Te, Altissimo. Sii lodato, o mio Signore, per sorella lune e le stelle; le hai create in cielo, chiare, preziose e belle. Sii lodato, o mio Signore, per fratello vento e per l'aria serena e nuvolosa e ogni tempo, grazie al quale dai il nutrimento alle tue creature. Sii lodato, o mio Signore, per sorella acqua, la quale è molto utile, umile, preziosa e pura. Sii lodato, o mio Signore, per fratello fuoco, grazie al quale illumini la notte: ed esso è bello e gioioso, vigoroso e forte. Sii lodato, o mio Signore, per nostra sorella madre terra, che ci sostiene e nutre, e produce diversi frutti con fiori colorati ed erba. Sii lodato, o mio Signore, per quelli che perdonano per il tuo amore e sopportano malattie e tribolazioni. Beati quelli che sopporteranno questo in pace, poiché saranno incoronati da te, Altissimo. Sii lodato, o mio Signore, per nostra sorella la morte del corpo, dalla quale nessun uomo mortale può sfuggire: guai a quelli che moriranno in peccato mortale; beati quelli che essa troverà nella Tua santissima volontà, poiché la seconda morte non farà loro male. Lodate e benedite il mio Signore e ringraziatelo, e servitelo con grande umiltà. |
domenica 29 marzo 2020
LA CANZONE CHE NON C'E'
Letizia Labanchi |
una canzone.
Una canzone nuova, forte e chiara!
Una canzone che va diritta al cuore
ma il cuore lo sa:
quella canzon non c'è!
Cerco tra i fiori, cerco tra le fronde
la mia canzone certo sarà lì.
Stormiscono le fronde ma in quel canto
non trovo la canzone del mio cuore.
Voglio cantare una canzon d'amore,
una canzone bella come il sole,
con parole di luce e di calore,
ma ancor non l'ho trovata:
no, non c'è!
Cercherò d'ascoltar quella canzone
quando s'affaccia l'alba all'orizzonte,
la cercherò al meriggio e sul tramonto
ma la canzone, ahimè!
Ahimè, non c'è!
Qualcuno ora mi dice: "cerchi invano:
quella canzone al mondo
non c'è più!"
Ma io aspetto che il vento, ritornando
dal suo giro compensi la mia attesa:
in un soffio mi porti una sorpresa,
mi porti la canzone
che non c'è!
-Letizia Labanchi-
sabato 28 marzo 2020
LA VOCE DEL CAPO DELLO STATO
Da www.quirinale.it
«Mi permetto nuovamente, care concittadine e cari concittadini, di rivolgermi a voi, nel corso di questa difficile emergenza, per condividere alcune riflessioni. Ne avverto il dovere.
La prima si traduce in un pensiero rivolto alle persone che hanno perso la vita a causa di questa epidemia; e ai loro familiari.
Il dolore del distacco è stato ingigantito dalla sofferenza di non
poter essere loro vicini e dalla tristezza dell’impossibilità di
celebrare, come dovuto, il commiato dalle comunità di cui erano parte.
Comunità che sono duramente impoverite dalla loro scomparsa.
Stiamo vivendo una pagina triste della nostra storia. Abbiamo visto
immagini che sarà impossibile dimenticare. Alcuni territori – e in
particolare la generazione più anziana - stanno pagando un prezzo
altissimo.
TUTTI SULLA STESSA BARCA
"Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono
addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle
nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto
desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria,
si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo ritrovati
impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi
alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi
conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma
nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare
insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci
siamo tutti"
Così, da solo in piazza San Pietro, ieri sera ha cominciato a pregare Papa Francesco...
venerdì 27 marzo 2020
'NA STORIA STRANA...
IO E DIO
di Piero Infante
Ve vojo riccontà ‘na storia strana.
Che m’è successa propio l’artra settimana
Camminavo pe’ r vialone davanti alla chiesa der paese
Quanno ‘na strana voja d’entrà me prese
Sia chiaro non so mai stato un cristiano praticante
Se c’era un matrimonio, se vedevamo al ristorante
Ma me so sentito come se quarcuno,
Me dicesse: “dai entra, nu’ c’è nessuno”
Un misto de voja e paura m’aveva preso
Ma ‘na vorta dentro, restai sorpreso
di Piero Infante
Ve vojo riccontà ‘na storia strana.
Che m’è successa propio l’artra settimana
Camminavo pe’ r vialone davanti alla chiesa der paese
Quanno ‘na strana voja d’entrà me prese
Sia chiaro non so mai stato un cristiano praticante
Se c’era un matrimonio, se vedevamo al ristorante
Ma me so sentito come se quarcuno,
Me dicesse: “dai entra, nu’ c’è nessuno”
Un misto de voja e paura m’aveva preso
Ma ‘na vorta dentro, restai sorpreso
mercoledì 25 marzo 2020
DANTEDI'
Istituito dal Governo, su proposta del Ministero per i Beni culturali, per il 25 marzo, giorno in cui inizia il viaggio ultraterreno di Dante nell'aldilà (data concordata dagli studiosi) attraverso la COMMEDIA.
«Il 25 marzo si celebra il primo Dantedì, una giornata che in questa prima edizione
non potrà che essere esclusivamente digitale — dichiara il ministro dei
Beni culturali, Dario Franceschini —. Le tantissime iniziative nate
spontaneamente sul territorio sin dal primo annuncio della giornata,
avvenuto lo scorso 17 gennaio, con la sua istituzione decisa dal
Governo, così come quelle promosse dalle istituzioni, si sono spostate
sulla Rete. Oggi più che mai è necessario ricordare in tutta Italia e
nel mondo il genio di Dante con una lettura individuale e al contempo
corale della sua opera, con un forte coinvolgimento delle scuole, degli
studenti in questi giorni impegnati nelle lezioni a distanza, delle
istituzioni culturali, della Rai e del “Corriere della Sera” da cui è
partita questa iniziativa. Dante ricorda molte cose che ci tengono
insieme: Dante è l’unità del Paese, Dante è la lingua italiana, Dante è
l’idea stessa di Italia».
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