è l'ex Convento dei Cappuccini, come "unità significativa d'ordine materiale o ideale che la volontà degli uomini o il lavorio del tempo hanno reso un elemento simbolico di una qualche comunità", secondo la definizione di Pierre Nora nella sua opera " Le Lieux de Mémoire", dove si legge anche che "il luogo della memoria ha come scopo fornire al visitatore , al passante il quadro autentico e concreto di un fatto storico. Rende visibile ciò che non lo è: la storia.. e unisce in un unico campo due discipline: la storia appunto e la geografia".
L'ex Convento e la Chiesa di Sant'Antonio ai "Cappuccini" hanno 405 anni e ne hanno di cose da...raccontare.
- Da www.calderano.it - Pagine di Storia e Storie - Luca Luongo -
I quattrocento anni dei Cappuccini.
Riflessioni di storia, arte e turismo.
Di Luca Luongo 13/06/2015 – 16:50
In questo 2015 non cade soltanto l’anniversario del 50° della statua del Redentore, che festeggeremo domani. Quest’anno compiono anche 400 anni il convento e la chiesa di Sant’Antonio ai “Cappuccini”, oggi aperto per i festeggiamenti del santo portoghese. Ed vi dirò perché è importante ricordarlo.
La vigna dei fratelli Bono.
Quattrocento anni fa lì c’era una vigna. Una grande vigna, nel Seicento, non significava che tutto quel tenimento di terreno fosse dedicato solo alla viticoltura. Quando
troviamo registrata la dizione “vigna” in un atto del Seicento (come
ancora del Settecento) dobbiamo immaginare un appezzamento di varie
colture dominate dalla vigna lasciata crescere attorcigliata ad altre
piante fruttifere.
Il 24 agosto 1615 i signori Orazio Giordano, Giovanni Camillo Greco, Fulvio Assafris, Francesco Greco e Rev. Giovanni Giacomo Bengivenne
– procuratori preposti – costituiti davanti al notaio Giovanni De Pace
fanno atto di copra dai fratelli don Antonio e Ovidio Bono per la somma
di 100 ducati per la loro vigna in contrada Santa Maria di Loreto, che, con la costruzione del nuovo convento, sarà poi chiamata Cappuccini. Il precedente nome derivava dall’intitolazione di una di quelle che ora chiamiamo Cappelle ai Cappuccini.
Il finanziatore e ideatore
dell’opera è Giovanni Antonio De Pino, commerciante e filantropo di
Maratea, morto verso il 1614 dopo aver disposto un consistente lascito a
favore della comunità per la costruzione di tre nuovi conventi: uno è
questo, gli altri due sono quello di San Francesco di Paola (costruito
poi nel 1616 su una preesistente chiesa dedicata a San Leonardo) e
quello delle Donne Monache, venuto alla luce solo nel secolo successivo, dopo un travagliato destino. Ironia della sorte, oggi l’istituto che porta il suo nome è ospitato nell’unico monastero che il De Pino non fece costruire!