martedì 1 dicembre 2020

A PROPOSITO DELL'AREA MARINA PROTETTA DI MARATEA

 di particolare interesse è l'analisi di Rocco Rosa

 

 -Da   www.talentilucani.it-



LE VERGOGNOSE MANFRINE SULL’AREA MARINA PROTETTA DI MARATEA

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ROCCO ROSA

Sarà anche colpa della vecchiaia ma alcuni rituali della politica politicante mi riesce ogni giorno più difficile sopportare. Come quello di  dire le cose a metà, oppure di far finta di prendere posizione a cose fatte, o peggio manifestare un disaccordo in pubblico dopo aver concordato in privato. Prendiamo il caso di Maratea e della famosa (prima) e famigerata (poi) area marina protetta. Imperante Domenico Cipolla, l’amministrazione comunale ne aveva deliberato l’Istituzione. Non con un atto di Giunta, ma con una delibera del Consiglio passata all’unanimità, compreso quindi il voto delle opposizioni. Cambiato lo scenario politico e, andate quelle stesse opposizioni al governo municipale, quella scelta fatta è stata contestata e si è arrivati a votare una delibera di segno contrario. Nel frattempo il nuovo Sindaco, che sulla questione è stato sempre cauto, non prendendo posizioni né a favore né contro, convocato a Roma  insieme al Sindaco di Carloforte in Sardegna, altra candidata area protetta marina, ha sottoscritto il protocollo d’intesa col Ministro per l’Ambiente Costa, contrariamente al collega che non ha voluto firmarlo. Da quel momento, vista che la perimetrazione risultava già approvata, la fase dell’acquisizione del consenso era terminata e bisognava passare a decidere come e chi doveva gestire l’area protetta. Una seconda fase di interlocuzione non meno importante della prima perchè dal confronto con Roma poteva e doveva uscire una soluzione che facesse gli interessi di Maratea, e che partiva dall’idea di mettere insieme la Provincia ( titolare delle zone Sic) e il Comune di Maratea per fare un’azienda di protezione  , il cui compito nevralgico sarebbe stato appunto quello di regolamentarne la gestione del territorio e di mettere insieme sviluppo e protezione dell’habitat.  Anziché buttarsi a capofitto in questa seconda fase, per tutelare appieno gli interessi dei marateoti , si è cercato di smantellare il già fatto, con il risultato di oggi che il Ministero va avanti senza che nessuno lo fermi e che le cose che dovevano servire a Maratea non si discutono, tutti presi come sono da una campagna di opposizione all’area tanto tardiva quanto inutile . Lo stesso Assessore all’ambiente, Rosa, che ha avuto una interlocuzione con il direttore generale del Ministero, se ne è uscito con un invito ad andare cauti sulla questione, mancando di dire però  ai cittadini lucani e marateoti che se continua a fare tutto il Ministero si finirà col dare la gestione dell’area Marina nientemeno che al parco nazionale  dell’appennino lucano val d’agri-lagonegrese che, sulle questioni di difesa del mare, non c’entra una amata mazza , non ha le competenze né vive i problemi propri di una comunità marina. E dunque , come mi ha evidenziato, in un post , il sig.Geppino Carlomagno, si rischia di rimanere “cornuti e mazziati “. L’area si farà perchè il mare è di tutti e la competenza è del Ministero, e tutte le misure  per proteggere e regolamentare la fruizione del territorio verranno prese fuori dai confini decisionali comunali, per diventare materia di un ente che pensa ad altro. Coerenza vorrebbe che si parlasse chiaro: se non si può tornare alla casella iniziale, perchè c’è l’interesse preminente dello Stato, si  prendano quelle misure per tranquillizzare il popolo marateota, primo tra tutte quelle di dare la gestione in mani comunali o al più ad una azienda che sia composta dai portatori di interesse legittimi, dalla Provincia, alle associazioni di pesca, a quelle ambientaliste, agli imprenditori della balneazione e via dicendo.  Tutto fuorchè il gioco dello scaricabarile: il Comune non c’entra,  la Regione non sa, hanno fatto tutto loro….  Si, se fanno tutto loro, sicuramente andrà a danno nostro. Rocco Rosa

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