Partigiana, politica e saggista
Novara, 3 aprile 1924 - Bolzano, 7 dicembre 2020 |
LIDIA MENAPACE, UNA PACIFISTA RIBELLE
Di Mirella Sartori | 07.12.2020
"Lidia Menapace" era per me un nome mitico di una giovanissima donna ribelle. La sua indignazione nell’apprendere che alcune sue compagne di scuola non avrebbero più partecipato alle lezioni, “cacciate” perché di religione ebrea, rafforzarono la sua convinzione sulla necessità di lottare per la giustizia. E lei lottò, lo fece, già pacifista, rifiutandosi di portare le armi. E non per questo il suo agire non fu pericoloso, anzi!
Poi la conobbi. Era già avanti negli anni, ma la sua energia, che scaturiva da una enorme forza interiore e dalla certezza di agire per cause ancora da conquistare, era ancora tutta evidente. Da allora la incontrai ogni volta che mi fu possibile.
Mi conquistò la sua capacità di separare nettamente la sua Fede personale dalla necessità di laicità. Mai nei suoi discorsi pubblici o privati trasparì il suo Credere che considerava un fatto personale, intimo, sicuramente intenso.
Venne una volta a Roma su invito di Italialaica e ci affascinò con le sue lucide argomentazioni.
La sera a cena in trattoria, a Trastevere, il suo umorismo ci regalò una conversazione gioiosa. Poi la notte a casa di Vittoria. Sì, perché Lidia amava l’ospitalità casalinga degli amici e disdegnava l’offerta di pernottare in albergo.
Lidia poliedrica e sorprendente, mi hai conquistata per sempre.
Mirella Sartori
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