E' uno dei Comandamenti scritti nella sacra Bibbia, fatto proprio dalle religioni che ad essa si sono ispirate ma divenuto da subito e nel tempo, in vario modo, oggetto di umana violazione più o meno grave.
In vetta alla classifica di queste umane violazioni, senza timore alcuno che altre possano prenderne il posto, vi è da qualche tempo il grido "Allah akbar" ("Dio è il più grande"), che precede un attacco terroristico ed una strage come da ultimo attuati a Parigi. Qui diventa un grido da parte di chi si accinge ad uccidere e ad uccidersi in contemporanea o poco dopo ma si tratta, pur sempre e comunque, della formula iniziale, poi ripetuta più volte, di una preghiera propria della religione islamica che, naturalmente, nulla ha a che vedere con il grido di morte risuonato più volte a Parigi come in tanti altri attentati terroristici compiuti in nome di Allah.
"Questa è una bestemmia", ha detto Papa Francesco con voce ferma, riferendosi all'uso del nome di Dio per giustificare la violenza, l'odio e la morte ed invitando tutti alla preghiera, alla comprensione reciproca, al dialogo, all'apertura del cuore e della mente perché la violenza non generi altra violenza in quella che ha definito essere già la terza guerra mondiale...a pezzi.
E come non essere d'accordo con Papa Bergoglio?
E' proprio il momento che l'umanità intera opponga al male ed al terrorismo, in coro ed a voce alta, l'esortazione: "Sursum corda" ("In alto i cuori"), sino a raggiungere il cuore e la mente anche di quei giovani, divenuti terroristi, per impedirne e neutralizzarne il grido e l'azione di morte, recuperandoli alla vita ed alla preghiera "Allah akbar", da essi trasformata in bestemmia.
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