lunedì 16 novembre 2015

"NON NOMINARE IL NOME DI DIO INVANO"

E' uno dei Comandamenti scritti  nella sacra Bibbia, fatto proprio dalle religioni che ad essa si sono ispirate ma divenuto da subito e nel tempo, in vario modo, oggetto di umana violazione più o meno grave.

In vetta alla classifica di queste umane violazioni, senza timore alcuno che altre possano prenderne il posto, vi è da qualche tempo il grido "Allah akbar"  ("Dio è il più grande"), che precede un attacco terroristico ed una strage come da ultimo attuati a Parigi. Qui diventa un grido da parte di chi si accinge ad uccidere e ad uccidersi in contemporanea o poco dopo ma si tratta, pur sempre e comunque, della formula iniziale, poi ripetuta più volte, di una preghiera propria della religione islamica che, naturalmente, nulla ha a che vedere con il grido di morte risuonato più volte a Parigi come in tanti altri attentati terroristici compiuti in nome di Allah.
"Questa è una bestemmia", ha detto Papa Francesco con voce ferma, riferendosi all'uso del nome di Dio per giustificare la violenza, l'odio e la morte ed invitando tutti alla preghiera, alla comprensione reciproca, al dialogo, all'apertura del cuore e della mente perché la violenza non generi altra violenza in quella che ha definito essere già la terza guerra mondiale...a pezzi.
E come non essere d'accordo con Papa Bergoglio?
E' proprio il momento che l'umanità intera opponga al male ed al terrorismo, in coro ed a voce alta, l'esortazione:  "Sursum corda" ("In alto i cuori"),  sino a raggiungere il cuore e la mente anche di quei giovani, divenuti terroristi, per impedirne e  neutralizzarne il grido e l'azione di morte, recuperandoli alla vita ed alla preghiera "Allah akbar", da essi trasformata in  bestemmia.
 

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