Sono un simbolo risalente al Medioevo, periodo in cui le città erano fortificate e protette da mura con portoni, le cui serrature venivano chiuse nottetempo. In pratica ancora oggi offrire le chiavi della città significa attribuire potere simbolico ad una personalità stimata. Si tratta, pertanto di una onorificenza consegnata solitamente dal Sindaco ad una personalità illustre per motivi vari, tra i quali il coraggio e l’impegno civile, la dedizione alla valorizzazione culturale, il rispetto di particolari tradizioni locali.
È storicamente provato che nei secoli passati, al sovrano o
al condottiero che entrava trionfalmente in città, magari dopo averla
conquistata con le buone o le cattive maniere, venivano offerte delle chiavi simboliche, in segno di sottomissione e di
deferente saluto che i rappresentanti del governo cittadino offrivano al signore
di turno secondo le regole di un antico cerimoniale ben noto a Napoli, Capitale del Regno delle Due Sicilie. Naturalmente le chiavi
venivano offerte al conquistatore dai rappresentanti del governo locale, cioè
da coloro che, avendo il potere della città, erano in grado di offrirlo al
nuovo signore con la consegna di una chiave, oggetto dall’ antico significato simbolico con il potere di aprire o chiudere, di sciogliere o
legare.
Particolarmente significativo è il racconto della cerimonia
della consegna delle chiavi della città di Napoli all’Imperatore Carlo V
d’Asburgo. Questi, al ritorno da una vittoriosa spedizione a Tunisi, stabilì di
fermarsi a visitare la città che subito organizzò una sontuosa accoglienza. A mezzogiorno del 25 novembre 1535 il corteo imperiale giunse
in vista di Porta Capuana; il vicerè marchese
di Villafranca, don Pedro Alvarez de Toledo, andò per primo ad accogliere Carlo V, seguito poi dal clero guidato dal cappellano
maggiore del regno, monsignor Caracciolo. Successivamente si fece incontro il
Corpo degli Eletti della Città e tra essi il rappresentante del Seggio di
Capuana, Ettore Minutolo, inginocchiatosi, pronunciò la prevista formula di
saluto ed offrì le chiavi della città. L’Imperatore, visibilmente compiaciuto,
ringraziò e dichiarò che ben conosceva la fedeltà di Napoli verso di lui e verso i suoi predecessori; quindi restituì le simboliche
chiavi al Minutolo, affermando che era bene tornassero ad essere custodite da
un così retto governo. Terminato l’atto formale di ossequio della città, Carlo
V, rispettando il lungo e complesso cerimoniale, varcò la Porta Capuana e,
percorrendo il centro cittadino, si diresse lentamente con tutto il suo seguito
verso Castel Nuovo.
Erano altri tempi...!
Nessun commento:
Posta un commento