venerdì 21 luglio 2017

LE "PILLOLE" DI GIAN CARLO MARCHESINI

Da    www.Calderano.it
                           
                              Pillole
Mafia alla ricerca di territori da trasformare in discarica? Speculazione edilizia? Pastori che vogliono per l’anno prossimo erbetta nuova? Gli stessi professionisti spegnitori di incendi che così si procurano occasione per più lavoro e soldi? Sì, forse, anche, ma non solo. Walter Siti ha scritto un libro, da poco uscito, guarda caso intitolato Bruciare tutto. Mette in scena una umanità disperata che, al di là di alcuni risvolti sessuali scandalosi, spinge i due protagonisti della storia, un prete e un bambino, al suicidio. Anche il fuoco che in questi giorni divampa un po’ ovunque a me suona frutto di un vento che soffia acre a propagare, alimentato dalla disperazione, un impulso al suicidio collettivo. Le fiamme che si diffondono temo abbiano molto a che fare con una difficoltà a vivere. I migranti sono in fuga dalla guerra e dalla fame. Noi, da noi stessi. Le scene mediatiche sono piene delle vicende che un guitto del potere politico racconta in un suo libro. E’ tutto quello che meritiamo? Io penso ci sarebbe bisogno di scendere in piazza per passare di mano in mano un soccorrevole secchio. Sperando che i pozzi conservino ancora l’acqua necessaria.

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Quando lo scoprii grazie a Francesco Barbagallo, di Francesco Saverio Nitti io mi sono così innamorato da adottarlo come padre ideale e politico. Anche di Gian Paolo Nitti, il nipote, mi sono innamorato grazie. anche ai racconti di chi ad Acquafredda lo ha conosciuti e frequentato, al punto da adottarlo come ideale fratello. Erano  figure generosamente laiche, progressiste, antifasciste, e Gian Paolo anche fervente comunista.  E infatti era stato eletto, poco prima di morire in un incidente d'auto tra Fiumicello e Cersuta, consigliere regionale del PCI.  Io penso che i Nitti, nonno e nipote, sarebbero stati d'accordo nel destinare la loro dimora di Acquafredda, da oltre quarant'anni vuota e inutilizzata,  a centro studi attrezzato per le analisi e la progettazione del governo dei flussi migratori sulle coste italiane in collegamento con le Università di Potenza, Napoli, Salerno e Cosenza. E da che cosa altro è massimamente interessato e sconvolto oggi il Mediterraneo? Non urge la messa a punto di una politica e di una pedagogia dell'accoglienza, formando rapidamente i giovani  del Sud che devono essere in grado di attuarla?  Oggi questi io penso sarebbero stati visione e pensiero dei Nitti: da veri meridionali ed europei  illuminati, progressisti, lungimiranti.
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Domande che ci si pone in età avanzata. Perché la mia Intervista Immaginaria a Francesco Saverio Nitti viene presentata a Napoli, all'Istituto Superiore di Filosofia, e non dentro Villa Nitti di Acquafredda su iniziativa del Comune di Maratea o della Regione Basilicata? Perché Colui che non è diventato, biografia romanzata di Gian Paolo Nitti, il nipote dello statista lucano, comunista che amava Che Guevara, viene presentata in piazza a Sapri dai suoi vecchi amici, e non a Maratea? Perché Maratea, il sogno di una cosa, in cui esalto la bellezza di quel luogo e denuncio alcuni abusi edilizi cui è stato esposto, mi procura come immediata risposta le gomme della mia auto nottetempo tagliate? Perché il libro in cui racconto la scoperta di quanto è malata la logica dell'insegnamento nel Liceo Tasso, il più prestigioso della Capitale, viene respinto da preside e insegnanti, e invece apprezzato da intellettuali veri come Marcello Cini? Perché Io sono la Villa, in cui faccio raccontare a Villa Blanc i suoi cento anni di storia, viene presentata all'interno del Cinema Palazzo Occupato da Paolo Berdini e Oreste Rutigliano, e non dalla Luiss all'interno di Villa Blanc? Perché La Scrittura che salva, in cui racconto l'esperienza del laboratorio di scrittura creativa nella Fratelli Bandiera, viene presentata non dentro la scuola ma festeggiata in una piazzetta attigua da una quarantina dei ragazzi e ragazze che hanno partecipato e contribuito? Mi sa che ho qualche problema con le istituzioni, specie con quelle che non amano essere messe in discussione da uno spericolato e libertario eretico.
                            Gian Carlo  Marchesini

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