Nicola SAVINO*
Sono convinto che la Basilicata non abbia né la tendenza ne l’interesse a considerare gl’immigrati “come.. rifiuti tossici.. da rifilare a qualche vicino perché li smaltisca” (M. Ambrosini, Avvenire del 26/11). Dispone peraltro delle condizioni atte a combatter lo spopolamento e potrebbe quindi giovarsene allo scopo: edifici di ogni tipo-Comuni ed Associazioni, giovani svegli e preparati, acqua abbondante: dunque una dimensione non impossibile da “governare al meglio” per accoglierli produttivamente.
Ha già in atto non soltanto per i profughi ucraini, giustamente accolti come “da proteggere”, ma anche a favore degli “irregolari” progetti avviati. Sicché, per noi Lucani si tratterebbe, al minimo, d’ “integrare” questi ultimi, comunque giunti sul territorio; anche d’intesa con il Governo centrale se anch’esso interessato a “normalizzare” un fenomeno di spessore storico, né occasionale né effettivamente pericoloso per la sicurezza, risolvibile entro limiti e con semplice logica.
La nostra Regione, come tutte quelle del Sud e le altre con aree in via di spopolamento, hanno da riflettere su fatti ovvi: che il barbiere o il calzolaio non vanno via dal Paese, se in esso ci sono <teste da tosare o ciabatte da riparare>; e che altrettanto accade per uffici e scuole! Perciò, l’operazione occorrente potrebbe iniziare dal coordinamento delle risorse istituzionali ed umane disponibili: dagli Amministratori pubblici e privati, da Regioni e Prefetture e Provincie, tra chi dispone di locali (anche Scuole dimesse) e chi ha responsabilità del Fondo Sociale Europeo (per la formazione) o dei progetti e dei dati-del Ministero degl’Interni. Il coordinamento tra questi diversi punti consentirebbe vigilanza efficienza ed eviterebbe le “malversazioni” di cui le cronache danno notizia.
Da noi, con mezzo milione di abitanti per buona parte anziani; 131 Comuni con case che nessuno viene ad abitare nemmeno se incentivato; 10 mila km quadrati ben irrigabili ed utilizzabili, (ma da infra-strutturare decentemente), non dovrebbe risultare molto difficile organizzare interventi contro la desertificazione: e dunque per la riattivazione di artigianato agricoltura e pastorizia (ben affiancabili al turismo). Non dovrebbe qui prevalere la mentalità denunciata da Ambrosini sul Giornale dei Vescovi, i quali- certamente- sarebbero in prima fila!
Come, diversamente, noi Lucani potremmo giustificare tale mentalità essendo eredi di diverse culture, degli Albanesi che vennero con Scanderbeg (in cinque Comuni se ne parla ancora la lingua), di Greci e Fenici e Bizantini, di Longobardi e Saraceni, di Egizi a Spagnoli? E come l’assurdo rifiuto, la cecità, dinnanzi alla desertificazione ormai in atto da tempo?
Certo, lungo le coste, i nostri predecessori eressero torri di avvistamento per difendersi dalla pirateria; ma si trattava di rapine organizzate da chi rientrava nelle proprie terre, di chi così viveva! Ora si tratta invece di genti alla disperata ricerca di una qualche possibilità di vita altra (anche con figli e talvolta addirittura da fanciulli “non accompagnati”). In condizione peggiore dei nostri padri partiti fin ai primi decenni del ‘900; e come- oggi, sempre più spesso- dei nostri giovani più preparati; quasi come gli Ucraini che giustamente accogliamo in fuga dalla guerra.
Questi migranti non sono sconfitti da essa ma dalla fame, dal tracollo del clima! Se dunque rifiutassimo accoglienza ed integrazione, basi necessarie per la sicurezza, negheremmo la nostra stessa sopravvivenza abbracciando l’orientamento anticristiano che sembra non solo anche in Europa.
Sergio Fubini denuncia- sul Sole 24 ore del 27/11-che il socialista Scholz ed i Verdi nel suo governo, sprofondano in tal orientamento puntando su di un’Europa…più larga, che includa altri Paesi dell’Est allo scopo di “centralizzare” l’egemonia della sua Germania ricca ed organizzata. Tutt’altro dalla Comunità di destino fondata sui principi umanitari che Illuministi, liberali e democratici europei pensarono e vogliono!
E però se persino Socialisti e Verdi tedeschi diventano sovranisti-imperialisti, non avverrà così anche di coloro che di recente si son proclamati Liberaldemocratici ma che però vogliono costruire muri su ogni confine?
Nella stessa data, un “calibro” come L. Ricolfi- su Repubblica- consiglia al Pd di recuperare voti imitando l’anti-accoglienza in nome della sicurezza- sia del Bleu Labour inglese, sia di una componente dei Democratici (Usa) che (vorrebbero) combinare idee progressiste (più welfare) con idee conservatrici .sul cruciale terreno della sicurezza”.
Insomma, allo scopo di vincere le elezioni anche i democratici dovrebbero diventare sovranisti? Ma così a quali condizioni ridurrebbero l’Eu ?
Se dunque la piccola Basilicata mostrasse che la sicurezza è possibile solo attraverso l’integrazione e che questa è la via più efficace per il ripopolamento ; che cioè i Valori non sono separabili l’uno dall’altro, suggerirebbe all’UE di riflettere che il destino di popoli e continenti non dipende dalle risorse che si posseggono ma dalla capacità di usarli giammai come “rifiutI da rifilare ad altri”” ! ns
* già Parlamentare e Sottosegretario di Stato
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