Nelle Grotte di Pertosa-Auletta è possibile assistere ad uno
spettacolo suggestivo a cura de “Il Demiurgo s.r.l.” in collaborazione con la
Fondazione MIDA:
“ULISSE – Il viaggio nell’Ade” di Francescantonio Nappi.
Si entra nelle viscere della terra ed è un altro mondo.
Il luogo scelto è ideale per incontrare Odisseo che, alla disperata ricerca della via del ritorno in patria, è costretto a scendere nell’Ade per conoscere il destino che lo aspetta e per essere guidato verso casa, viaggiando prima nella profondità misteriosa degli inferi alla scoperta di se stesso. E la sua discesa nell'oltretomba è un viaggiare in un mare di pianto:
“Allora vennero fuori dall’Erebo le anime dei morti:
È lungo il catalogo delle anime che si avvicinano ad Ulisse per parlare con lui e lo spettacolo consente di seguire l’eroe mentre incontra alcune di esse, a cominciare da quella del compagno Elpenore che, sdraiatosi a dormire ubriaco sul tetto dell’abitazione di Circe, al mattino, dimentico di dove si trovasse, cadde e morì. Egli ricorda che il suo corpo era rimasto insepolto e chiede ad Ulisse di provvedere alla tumulazione, lo implora ed ottiene il suo giuramento.
Segue l’incontro con altre anime, tra le quali quella della madre, Anticlea, che gli parla di Penelope e di Telemaco, descrivendogli cosa accade e cosa troverà ad Itaca e raccontandogli del suo dolore e della sua morte per averlo visto partire ed averlo atteso invano.
Escono lentamente dalle Grotte, non senza commozione, anche gli spettatori rapiti, lungo il percorso in compagnia di Ulisse, da uno scenario naturale unico e da uno spettacolo indimenticabile tratto da alcune pagine dell’Odissea di Omero, previsto ancora in maggio e poi a settembre, ottobre e novembre.
Il luogo scelto è ideale per incontrare Odisseo che, alla disperata ricerca della via del ritorno in patria, è costretto a scendere nell’Ade per conoscere il destino che lo aspetta e per essere guidato verso casa, viaggiando prima nella profondità misteriosa degli inferi alla scoperta di se stesso. E la sua discesa nell'oltretomba è un viaggiare in un mare di pianto:
“Allora vennero fuori dall’Erebo le anime dei morti:
giovani spose e ragazzi,
e vecchi che avevano molto sofferto,
ingenue fanciulle con un dolore recente nel cuore
e tanti uomini colpiti dal bronzo delle lance e morti in
battaglia
con le armi grondanti di sangue”
-(Odissea- XI, 37-41)-
È lungo il catalogo delle anime che si avvicinano ad Ulisse per parlare con lui e lo spettacolo consente di seguire l’eroe mentre incontra alcune di esse, a cominciare da quella del compagno Elpenore che, sdraiatosi a dormire ubriaco sul tetto dell’abitazione di Circe, al mattino, dimentico di dove si trovasse, cadde e morì. Egli ricorda che il suo corpo era rimasto insepolto e chiede ad Ulisse di provvedere alla tumulazione, lo implora ed ottiene il suo giuramento.
Segue l’incontro con altre anime, tra le quali quella della madre, Anticlea, che gli parla di Penelope e di Telemaco, descrivendogli cosa accade e cosa troverà ad Itaca e raccontandogli del suo dolore e della sua morte per averlo visto partire ed averlo atteso invano.
Se ne sta un po’ in disparte Aiace Telamonio, ancora adirato
per la vicenda delle armi di Achille, assegnate ad Ulisse piuttosto che a lui e
per questo gli manifesta ancora il suo rancore.
Ed ecco poi l’indovino Tiresia che, dopo aver bevuto il sangue delle vittime, predice ad Odisseo che il suo ritorno in patria sarà difficile per l’ira del dio Poseidone, padre dei Ciclopi e quindi anche di Polifemo accecato proprio da Ulisse; gli predice ancora che, una volta giunto ad Itaca, senza i suoi compagni e su una nave non sua, vi troverà i rivali insediati nella reggia dove rivedrà i suoi cari. Là compirà la sua vendetta per poi riprendere il viaggio e morire lontano da Itaca e dal mare.
Ed ecco poi l’indovino Tiresia che, dopo aver bevuto il sangue delle vittime, predice ad Odisseo che il suo ritorno in patria sarà difficile per l’ira del dio Poseidone, padre dei Ciclopi e quindi anche di Polifemo accecato proprio da Ulisse; gli predice ancora che, una volta giunto ad Itaca, senza i suoi compagni e su una nave non sua, vi troverà i rivali insediati nella reggia dove rivedrà i suoi cari. Là compirà la sua vendetta per poi riprendere il viaggio e morire lontano da Itaca e dal mare.
Ulisse, turbato ma deciso, si allontana poi in silenzio per far
ritorno alla nave presso i compagni che l’attendono.
Escono lentamente dalle Grotte, non senza commozione, anche gli spettatori rapiti, lungo il percorso in compagnia di Ulisse, da uno scenario naturale unico e da uno spettacolo indimenticabile tratto da alcune pagine dell’Odissea di Omero, previsto ancora in maggio e poi a settembre, ottobre e novembre.
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