Mi autodenuncio: noi
accogliamo
Quando il Tribunale della Storia processerà questi tempi
cupi di porti chiusi, muri alzati e fili spinati, io non vorrò trovarmi sul
banco degli imputati.
Quando la Storia ci aiuterà finalmente a capire che la
ressa delle moltitudini di poveri alle porte delle case dei ricchi era causato
da un sistema economico mondiale profondamente ingiusto e iniquo di cui le
guerre erano semplicemente uno strumento, quando ci dirà che salvare vite in
mare non significava stare dalla parte degli scafisti e dei registi della
tratta, quando ci chiarirà che accogliere i poveri che venivano da lontano non
voleva dire trascurare i poveri di casa nostra, quando ci dirà che accogliere
non significava parcheggiare persone senza dargli orizzonti ma immaginare un
modello nuovo di società, quando stigmatizzerà non solo le responsabilità del
Governo italiano di turno ma anche di una politica Europea sempre più miope e
assente, quando ci ricorderà che la pelle dei delinquenti non ha sempre lo
stesso colore e che quindi non tutti quelli che migrano sono spacciatori,
stupratori e mafiosi, e quando infine ricorderà che salvare vite umane non era
una faccenda politica o una battaglia ideologica ma semplicemente un questione
di umanità, io quel giorno non vorrò essere processato per essermi girato
dall'altra parte, per non essermi ribellato all'avanzare di questa disumanità
diventata legge e per aver preferito la prudenza alla sacralità della dignità
umana.
E allora fin da oggi mi autodenuncio e annuncio che io e
la mia Associazione, laddove ci sarà bisogno, saremo pronti ad accogliere
clandestini in cerca della vita, e chiunque ne abbia bisogno: nero, bianco e
qualunque sia il colore della loro pelle.
Nessuna legge di nessuno Stato potrà mai disumanizzarci.
don Marcello Cozzi
Presidente Ce.St.Ri.M.
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