sabato 4 gennaio 2020

A PROPOSITO DI PARCO MARINO A MARATEA


-Articolo  pubblicato  da  "La Nuova del sud"  oggi  4 gennaio 2020-

                     Maratea ha tutto per il Parco marino
                                                   Servono solo atti di Governo

Valerio Mignone *


E’ una buona notizia lo stanziamento di 500.000 euro per avviare la realizzazione dell’area protetta sul mare di Maratea, passaggio preliminare per istituirvi l’omonimo parco, contestualmente a quanto avverrà per Capri, Capo Spartivento, e Isola San Pietro in Sardegna. E’ una notizia che andrà a buon fine, perché a proporre ciò è il ministro Sergio Costa, nativo di Napoli, dall’affidabilità del militare di carriera, conoscitore della Basilicata, e certamente di Maratea, e della sua unicità naturalistica.

Fino ad oggi, nonostante gli impegni di varie associazioni ambientaliste di valenza nazionale, la proposta di istituire il parco marino è rimasta inattuata, pur essendo la costa marateota inserita tra le aree di reperimento della Legge quadro 6 dicembre 1991, n. 394. In verità, alcuni abitanti del luogo hanno considerato la proposta come una velleità di chi vive di cultura e annessi, ed altri, persino, dannosa. Chi scrive, nel febbraio 1998, presentò al Senato un disegno di legge per la istituzione del citato parco, che, pur cofirmato da personalità di spicco come il magistrato e giurista Raffaele Bertoni, l’antropologo Luigi Lombardi Satriani, Antonella Bruno Ganeri ed altri, è rimasto inattuato per la precedenza riservata ad altri disegni di legge.
Gli operatori marinari della Costa di Maratea, contrariamente a quanto temono per divieti e limitazioni delle loro attività, opportunamente informati, abbandoneranno scetticismo, ed opposizione alla istituzione del parco marino. Il parco, per la incontestabile nuova cultura ecocompatibile, favorirà, e potrà incentivare, con modelli innovativi, le loro attività economiche, e l’indotto. Di certo, esso sarà un fattore che frenerà lo spopolamento della Basilicata, stimolando la collaborazione con gli Istituti di ricerca dell’Università di Basilicata, e con ciò, l’evoluzione di cultura e turismo verso il livello 4.0, come avviene per agricoltura e industria. Infatti, al tradizionale flusso turistico estivo, bloccato nella sua espansione, si aggiungeranno, fuori stagione, nuove correnti di turisti, collegati in circuiti internazionali di Centri di ricerca scientifica, attività didattica e divulgativa, interessati ad acquisire conoscenze scientifiche, ambientali, archeologiche e culturali in senso lato.

Sul piano antropologico è da riconoscere alle popolazioni della Costa di Maratea ed ai suoi frequentatori il merito di aver salvaguardato le specificità naturalistiche, in una epoca di sfrenato consumismo e di eccessiva produzione di rifiuti. E merito va pubblicamente attribuito alla Società Italiana di Speleologia ed al Centro europeo di speleologia marina per aver studiato e codificato che, di tutte le cavità marine a catasto, 150 si trovano tra Capo Palinuro e Diamante, e di queste ben 72 sono nei confini di Maratea. Numerose grotte evidenziano l’alternanza del livello batimetrico del Mediterraneo nel corso delle glaciazioni, la interazione tra l’entroterra ed il mare di Acquafredda per il bacino idrogeologico del monte Coccovello. La macchia mediterranea è intricata, ed è più alta che bassa, perché la salsedine con il suo effetto spray non raggiunge le varie essenze, e, perciò, non riesce a bloccarne lo sviluppo in altezza. I fondali hanno vere praterie di Poseidonia oceanica con il cavalluccio marino, grossi gattucci, delfini, gamberi rossi.

In aggiunta a ciò, ci sono moltissimi reperti archeologici di età ellenistico-romana. E, per quanto riguarda la Storia moderna, sullo scoglio dello Scialandro, tra Acquafredda e Sapri, se ne sta acquattata, pancia a terra, la statua bronzea della spigolatrice di Sapri, intenta ad osservare, pur “morti”, i “trecento giovani e forti” al seguito di Carlo Pisacane per fare l’Unità d’Italia. Messaggio raccolto da Garibaldi, che, per evitare lo sbarramento delle truppe borboniche schierate a Lagonegro, da Rotonda discese per le pendici del Parco del Pollino verso la marina di Tortora e Maratea, e di lì, in barca, verso Sapri, per poter proseguire, via terra, per il Fortino e Napoli. 

Pur essendo la politica dei Parchi nazionali di competenza del Ministero dell’Ambiente, la elaborazione giurisprudenziale della Corte costituzionale ha sancito il principio del “pluralismo istituzionale”, e con ciò il coinvolgimento di Regione e Comunità locali. Nel caso del Parco marino di Maratea, al di là di uno sparuto gruppo di oppositori, poco informati sui vantaggi di un Parco, si percepisce un diffuso parere favorevole alla sua istituzione.  

Per la Regione Basilicata, la istituzione del Parco marino, tra l’altro, potrebbe essere occasione per recuperare il prestigio storico di Villa Nitti, come sede di amministrazione, di laboratori, e di rappresentanza del Parco stesso, analogamente a quanto avviene per il Castello di Miramare per il Parco marino del Golfo di Trieste. 
In conclusione, Maratea ha tutto per il Parco marino: un mare “da bere” con dintorni di rara bellezza, ed una sede prestigiosa. Occorrono soltanto gli atti definitivi del Ministro Sergio Costa, ed il Personale.

A tutto ciò seguiranno immancabilmente il miglioramento dell’indice infrastrutturale delle comunicazioni stradali, ferroviarie, nautiche, aeree, da Pontecagnano a Scalea; e – anche se di poco – l’inizio di una attenuazione del divario Nord-Sud.

*già parlamentare
Maratea 3 gennaio 2020

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