mercoledì 10 febbraio 2021

RICORDI

- Da   "PILLOLE  del  2021"  di  Gian  Carlo  Marchesini  in  www.calderano.it  - Storia  e  Storie.

 

Con Cecilia, lucana doc di Lauria, ho vissuto cinque anni ad Acquafredda di Maratea, dalla fine del 1979 al 1984. Tornandoci poi negli anni successivi a trascorrere bellissime vacanze estive con gli amici. Cinque anni ad Acquafredda non sono tantissimi, ma per me sono stati molto intensi. Il coinvolgimento con la bellezza del luogo, la sua storia, le relazioni e gli stimoli sono stati tanti e tali da tradursi nella scrittura di cinque libri. Tra questi l'intervista a Francesco Saverio Nitti, che ho indotto a raccontarmi la sua storia ricchissima, e l'altro, Colui che non è diventato, cioè la vita ahimé breve e drammaticamente interrotta da un incidente d'auto del nipote Gian Paolo. Per quanto riguarda l'altro eroe di Acquafredda, Costabile Carducci, con gli amici acquafreddari si andava spesso a rendere omaggio alla roccia scoscesa sopra i Garottoli, dalla quale i giannizzeri di don Peluso, prete borbonico di Sapri, nel 1848 uccisero e fecero precipitare l'eroe e martire risorgimentale di Capaccio. E con Eduardo Lamarca, detto o barone, seduti sulla panchina della piazzetta davanti la chiesa di Acquafredda, quella con sopra la ceramica da lui creata con scritto Assettate e cuntami o fatto, abbiamo spesso e a lungo amichevolmente chiacchierato. Di molte cose, perché Eduardo era attento, curioso, informato. In effetti di Acquafredda era un la memoria storica. Avendo lui lavorato per anni emigrato in America Latina, e avendo io scritto un libretto in cui raccontavo una mia esperienza di viaggio e vacanza in Brasile, a Eduardo piaceva farmi domande stupito del mio essere riuscito a ricavare da una vacanza di quindici giorni un libro. Ringrazio Emanuele Labanchi per il bel pezzo che su Acquafredda ha scritto e dei bei ricordi che mi ha suscitato.

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