- Da "PILLOLE del 2021" di Gian Carlo Marchesini in www.calderano.it - Storia e Storie.
Con
Cecilia, lucana doc di Lauria, ho vissuto cinque anni ad Acquafredda di
Maratea, dalla fine del 1979 al 1984. Tornandoci poi negli
anni successivi a trascorrere bellissime vacanze estive con gli amici.
Cinque anni ad Acquafredda non sono tantissimi, ma per me sono stati molto
intensi. Il coinvolgimento con la bellezza del luogo, la sua storia, le
relazioni e gli stimoli sono stati tanti e tali da tradursi nella scrittura di
cinque libri. Tra questi l'intervista a Francesco Saverio Nitti, che ho indotto
a raccontarmi la sua storia ricchissima, e l'altro, Colui che
non è diventato, cioè la vita ahimé breve e
drammaticamente interrotta da un incidente d'auto del nipote Gian Paolo. Per
quanto riguarda l'altro eroe di Acquafredda, Costabile Carducci, con gli amici acquafreddari si andava spesso a rendere omaggio alla
roccia scoscesa sopra i Garottoli, dalla quale i
giannizzeri di don Peluso, prete borbonico di Sapri,
nel 1848 uccisero e fecero precipitare l'eroe e martire risorgimentale di
Capaccio. E con Eduardo Lamarca, detto o barone, seduti sulla panchina della
piazzetta davanti la chiesa di Acquafredda, quella con
sopra la ceramica da lui creata con scritto Assettate e cuntami
o fatto, abbiamo spesso e a lungo amichevolmente chiacchierato. Di molte cose,
perché Eduardo era attento, curioso, informato. In effetti
di Acquafredda era un pò la memoria storica. Avendo
lui lavorato per anni emigrato in America Latina, e avendo io scritto un
libretto in cui raccontavo una mia esperienza di viaggio e vacanza in Brasile,
a Eduardo piaceva farmi domande stupito del mio essere
riuscito a ricavare da una vacanza di quindici giorni un libro. Ringrazio
Emanuele Labanchi per il bel pezzo che su Acquafredda
ha scritto e dei bei ricordi che mi ha suscitato.
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