Pietro  Simonetti

Per tanto tempo il 1 Maggio e’ stato un giorno di festa e di bilanci  sulle condizione dei lavoratori, lo stato della democrazia nel nostro Paese e la celebrazione della pace in Europa e nel mondo.
Nel 2024 il passato presenta il conto sull’aumento delle diseguaglianze e delle povertà, la precarietà del lavoro, salari e stipendi bassi, l’attacco ai diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione.
L’Autonomia  differenziata sta per spaccare il Paese e preparare il terreno all’aumento delle differenze territoriali per lavoro,sanità,reddito e istruzione.. 
Lattacco ai diritti costituzionali conquistati con la Resistenza si concretizza in proposte per salari e contratti di territorio,precarietà generalizzata, contratti a termine e lavoro a nero.

Tutto questo nel quadro di una “transizione’ fondata sulla ristrutturazione dei processi produttivi che taglia l’occupazione ma non riduce,almeno in Italia, l’orario di lavoro a parità di salario. Salari bassi.,riduzione dei servizi e denatalità.

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Tutto questo accade anche in Basilicata e non potrebbe essere diversamente per gli effetti delle politiche nazionali ed europee e per la globalizzazione.
In Basilicata le cose vanno peggio,lasciamo stare le cifre del Pil e di altri indicatori prodotti dalla fatturazione di Eni e Totale ,circa 4 miliardi anno,per le estrazione,con un ristoro di soli 200 milioni per royaltyes.Bilanci attivi e profitti ottenuti in  loco ma utilizzati altrove.
La” transizione”lucana decisa da Bardi comporta estrazioni di petrolio e gas oltre il 2068 .Avanti tutta con il” bilancio allargato pubblico e privato”,di circa 15 miliardi di euro anno, ma niente lavoro e reddito  per il lucani.
Gran parte delle risorse riprendono le strade del centro e del nord del Paese, e verso Stati stranieri,per gli utili e profitti per azionisti.
Un caso per tutti:Eni,che in Basilicata non ha investito in 24 anni neanche un euro per la chimica fine e derivata verde, investe e realizza posti di lavoro e produce ,con derivati del petrolio lucano,in Emilia Romagna,Veneto e Lombardia con circa 20.000 dipendenti.
Ecco come si presenta il futuro lucano:taglio netto della occupazione e della produzione a Melfi.Nessuno investimento nella chimica fine e derivata.Sperpero dei finanziamenti,circa 50 milioni del fondo Gol della UE, per il lavoro ed il recupero di disoccupati,denatalità e spopolamento.Pochi servizi nella sanità e trasporti,sforbiciata del sistema scolastico,Unibas ai minimi termini. 
L’estinzione della Regione, per questa strada, è segnata.
L’alternativa risiede nella possibilità della costruzione di un nuovo movimento di rinascita con vertenze e lotte. La concertazione e’morta da tempo. Dopo il centenario della nascita di Rocco Scotellaro, fatta di convegni ma anche di poche iniziative  per attuare concretamente la sua esperienza di  lotta, prevale il rincorso a premi,targhe,attestati per capitali di qualcosa,borghi belli,aree Unesco.Sagre e feste su scala industriale. La disunità  del movimento sindacale e` molto profonda e priva di piattaforme concrete per la tutela dei lavoratori e la difesa dell’occupazione e del reddito.
Molti commenti  a cose fatte,come l’uccello di Minerva che arrivava di sera. 
Quest’anno  per il 1 Maggio unitario e` di turno la Val d’Agri ,esempio  di una gestione dell’occupazione
precaria dei servizi appaltati da Eni e Totale,circa 300 milioni anno,per trasporto di rifiuti, speciali e non, manutenzione, guardiania prevalentemente gestita da aziende extra regionali.
 Ogni tanto un cambio di appaltatore e qualche vertenza per attuare la clausola sociale.
Nessuna iniziativa per ottenere investimenti da Eni e Total, per la verticalizzazione produttiva.La stessa cosa ha fatto la Regione da tempo,solo compensazioni economiche e distribuzione di bonus a pioggia.
Al tempo del trasformismo e dell’opportunismo politico  e della mala gestione delle risorse “per il Bene della Basilicata” come fare futuro diversamente?
Prima di tutto tornare occuparsi di lavoro e condizioni di vita.
Secondo capire il presente che prepara il futuro con riforme antidemocratiche,attacco ai diritti,lentamente ma costantemente.
Nel romanzo ” Le avventure del Barone di Munchausen”  il protagonista prigioniero delle sabbie mobili vorrebbe  rialzarsi tirandosi per i capelli”.Non ci riuscirà.
Il fronte progressista,il movimento sindacale dovrebbero ripartire dal basso con la partecipazione di cittadini e lavoratori.Non ci sono altre alternative per il declino in corso e la desertificazione demografica.